Da Martedì 9 a Domenica 14 Gennaio 2018 TEATRO DEGLI ACERBI presenta WILD WEST SHOW Di Fabio Fassio, con Massimo Barbero, Patrizia Camatel, Dario Cirelli, Fabio Fasso e Elena Romano
Regia Elvira Frosini e Daniele Timpano
Scene Francesco Fassone | Costumi Roberta Vacchetta | Luci Marco Alfieri
Regia Video Diego Diaz | Foto Piermario Adorno | Consulenza Musicale Matteo Ravizza
OFF/OFF Theatre: è di scena la folle galoppata nell’ultimo mito dell’occidente
Da Martedì 9 fino a Domenica 14 Gennaio 2018, nel nuovissimo OFF/OFF Theatre di Via Giulia arriva il WILD WEST SHOW, scritto da Fabio Fassio per la regia di Elvira Frosini e Daniele Timpano, candidati al Premio Ubu 2017 per il migliore nuovo testo italiano o scrittura drammaturgica con lo spettacolo “Acqua di colonia”.
Sul palco, in un’immaginaria e folle galoppata nel vecchio e polveroso west, gli interpreti Massimo Barbero, Patrizia Camatel, Dario Cirelli, Fabio Fasso e Elena Romano, metteranno in scena l’ultimo mito dell’occidente imperialista e trionfante, ovvero: il west.
SINOSSI: Un gruppo di attori insegue il sogno di rappresentare il west e il modo in cui lo fa è asciutto e scarno, quasi fosse la sublimazione ascetica di ogni possibile West. Armati solo di parola e movimento, dimostreranno l’ontologica superiorità del qui ed ora. Ma la domanda è, “perché?”: “Perché gli americani rappresentano il mito, ma noi ce l’abbiamo dentro!” (disse Pierfrancesco Favino, citazione per noi, decisamente calzante). Wild West Show è la storia di un viaggio mitico alla ricerca di un luogo epico, tra attacchi alla diligenza, duelli, massacri, fughe da Ringo, pistoleri dagli occhi di ghiaccio in stile Clint Eastwood, inseguimenti e chi più ne ha, più ne metta. Un gioco all’insegna di vittime e carnefici, come il destino di noi democratici vuole… La rincorsa al west s’interrompe bruscamente d’innanzi ad un cratere. C’è nebbia, fumo e ciò che rimane è solo la tomba di John Wayne. Non resta che cercare la propria identità incerta, forse meschina e senz’altro insufficiente. Eppure, anche se il west non c’è più, noi non ci siamo ancora trovati.
NOTE DI REGIA: “Ma come cosa stiamo facendo? The Wild West Show! Un grande spettacolo sull’origine di tutto”. Nel febbraio del 1890 giungeva in Italia, preceduto da enormi campagne pubblicitarie, con una carovana di 59 vagoni ferroviari, il più grande spettacolo cialtrone di tutti i tempi: il “Wild West Show”, di William Frederick Cody, in arte Buffalo Bill. Centinaia di comparse, artisti, cavalieri, nativi americani, bisonti, cavalli, supportati dai mezzi tecnici più all’avanguardia del mondo. E fu subito West! Grandiosità, spettacolo, mito. Di tutto questo non vedrete nulla! Un esercito di 5 uomini (se ci son donne non conta), mette in scena l’ultimo mito dell’Occidente imperialista e trionfante, ovvero, quello americano. Il West. Uno spettacolo sull’inevitabile presenza dell’immaginario western nelle nostre vite, nei nostri ricordi, nel quotidiano: in noi. Near West, il Vicino Occidente. O Here West, il qui, il noi siamo qui, il noi siamo Occidente (e loro presumibilmente l’Oriente). Una galoppata folle alla folle ricerca di un’identità appiccicata addosso, come una camicia di flanella sudata. Qualunque cosa può succedere da un momento all’altro, qui, nel West. Il West ci attende. Go west!
FOCUS: Il West come avevamo imparato ad amare, quello in cartapesta e celluloide, non esiste più. I cinque avventurieri sullo sfondo di una scena minimale (solo uno schermo fluorescente a evocare canyon e pianure) inseguono gli stereotipi del cinema western in un’illusoria saga a episodi narrata per inquadrature e si agitano forsennatamente, con la fissità imperturbabile degli automi. Le ombre rosse, gli assalti alle diligenze, i pony express, i bivacchi intorno al fuoco, le musiche di Morricone, i risvegli in prigione, i duelli, gli scalpi e il piombo caldo: sono tanti gli “incidenti” narrativi da cui questi sgangherati cowboy entrano ed escono senza sosta, aprendo infiniti squarci sulla realtà di oggi. «Ci hanno scippato i sogni! Ci hanno tolto il West!», lamentano i cinque (anti)eroi. Ma chi l’ha rubato davvero? Chi ha preso la terra dove i sogni di ogni uomo diventano realtà? Se lo sono portati via i pregiudizi patologici, che l’hanno trasformato in quel territorio di nessuno sempre più simile al nostro presente, dove se ti difendi con la pistola dall’aggressione di un malvivente, o una particolare questione non risulta regolamentata da una delle migliaia di leggi in vigore, la metafora del far west fuori controllo è dietro l’angolo. Il far west l’hanno rubato anche i luoghi comuni, sedimentati nel tempo, da quando gli italiani hanno cominciato a farsi ipnotizzare dal faccione bianco di John Wayne, o dalla mira infallibile di Clint Eastwood: «il West è l’estetica della sporcizia», «i western sono tutti uguali, come le canzoni di Ligabue», «Bud Spencer mi ha rubato il Tempo delle mele». Valentina Crosetto, da Scene Contemporanee
OFF/OFF THEATRE
Via Giulia, 20 – Roma
Info: +39 06.89239515 – +39 389.4679285 – offofftheatre.biglietteria@gmail.com