42 Memento II

Due mostre alla Galleria del Cembalo

42 Memento IINature morte (2000-2017) Fotografie di Christopher Broadbent. Indizi Opere dalla collezione di Mario Trevisan La Galleria del Cembalo propone, dal 25 novembre 2017 al 3 febbraio 2018, due mostre in dialogo fra loro. Nature morte (2000-2017) di Christopher Broadbent, e Indizi. Opere dalla collezione di Mario Trevisan, offriranno spunti di riflessione riguardo l’affascinante e ambiguo rapporto tra la e tre grandi temi della storia dell’arte: figura, paesaggio, natura morta.

 

 

 

Nature morte (2000-2017) Fotografie di Christopher Broadbent Dopo una lunga carriera dedicata alla fotografia pubblicitaria e agli spot televisivi, Christopher Broadbent nel 2000 decide di recuperare una dimensione privata, intima, del suo ‘mestiere’, per approfondire ulteriormente il tema dello still life che già lo aveva reso noto nel panorama internazionale della comunicazione per la suggestione e la forza evocativa di molte sue immagini, vere e proprie icone della storia della pubblicità. A differenza di quanto accade frequentemente nell’opera di molti fotografi, nel caso di Christopher Broadbent non esiste discontinuità di visione tra la produzione pubblicitaria e quella privata. Anzi, si potrebbe tranquillamente affermare che è stata la pubblicità ad adattarsi per molti anni al suo sguardo, alle sue atmosfere, alla sua , al suo gusto.
Da sempre Christopher Broadbent indaga la più borghese, laica, privata e domestica delle forme dell’arte.
Scrive di lui Philippe Daverio: «La natura morta è la quintessenza dell’astrazione da parte dell’osservatore.
Nel paesaggio chi lo descrive è necessariamente inserito; nella natura morta chi la racconta è per definizione esterno. Qui sta la prima differenza. La seconda è forse ancora più significativa e riguarda l’oggetto stesso e la sua difficile definizione, quella che lo porta ad avere nomi diversi nelle diverse lingue: per i tedeschi e gli inglesi è stilleben o still life, cioè vita silente, silenziosa nella propria poetica, per i francesi è nature morte anche se costituita da elementi non suscettibili di morire, per gli spagnoli è molto più semplicemente bodegón, pittura realizzata all’interno della bottega, cioè dello studio. Ma in tutti i casi si tratta di una composizione che abolisce l’idea di tempo e dove la staticità degli elementi diventa motivo di sospensione astratta dalla realtà circostante. È riflessione stabile dell’esistere. Ed è al contempo riflesso dell’esistente. Christopher Broadbent porta queste considerazioni alle loro estreme conseguenze.
Le sue nature morte sono di oggi, ma potrebbero essere del XVII secolo olandese, allo stesso modo.
Dall’istantanea fotografica si scivola nel tempo infinito della storia, proprio perché il tempo in queste immagini è totalmente abolito, come i petali dei fiori che non stanno cadendo ma sono definitivamente caduti.
E la conseguenza ne è curiosamente paradossale: l’unica fotografia che possa raffigurare la realtà è quella
che rappresenta una realtà artefatta, composta, inventata. Sicché qui il compito del fotografo non è più solo quello di scegliere e di scattare, ma diventa quello del comporre e dell’inventare, di fabbricare il teatrino che diventa il soggetto e non più l’oggetto ell’immagine. Come nella stampa antica, il fotografo in questo caso è
colui che delineabat et invenit l’opera finale. L’effetto è fortemente attraente, in quanto Broadbent così
facendo scioglie i limiti fra fotografia e pittura e lascia i due generi compenetrarsi in una nuova magia, senza tempo, nella quale gli accumuli di secoli di sensibilità saltano alla ribalta come il Jack in the Box, il diavoletto dell’immaginario che compare dal fondo dei sedimenti delle nostre fantasie e delle nostre memorie».
«Uso la penombra di una stanza vuota – spiega Broadbent – per suggerire il tempo sospeso in attesa di un
intervento o di una conclusione. Come per una terzina in poesia, ho adottato una gabbia metrica in uso da
secoli per la natura morta: struttura ortogonale, luce dalla finestra per un disegno in chiaroscuro, piani
prospettici orizzontali marcati per mettere le cose a portata di mano dell’osservatore».
Christopher Broadbent, nato a Londra, ha studiato fotografia e cinematografia all’Institut Des Hautes Etudes Cinématographiques a Parigi. Ha iniziato a lavorare nel lungometraggio come assistente alla regia poi, spostatosi a Milano, ha diretto una sessantina di spot pubblicitari. Dalla fine degli anni Settanta si è dedicato alla sola fotografia e ha firmato un migliaio tra servizi editoriali e campagne pubblicitarie. Premiato in Italia dall’Art Directors Club per le campagne Barilla, Star, Pioneer e altre, ha vinto negli USA un CLIO per Gouda e a Cannes un bronzo per Café Hag.
Ha collaborato per alcuni anni con Condé Nast a New York.
Indizi Opere dalla collezione di Mario Trevisan. Da oltre 25 anni Mario Trevisan colleziona fotografie e questa mostra, al di là della passione, dell’entusiasmo e della determinazione che lo contraddistinguono nella ricerca di piccoli e grandi capolavori iconici per l’incremento della propria raccolta, intende trasmettere – attraverso una ventina di opere di alcuni dei protagonisti della fotografia internazionale, dai pionieri delle origini ai maestri del Novecento – la sua straordinaria capacità di lettura del mezzo e dei linguaggi ai quali questo ha dato vita nel corso di quasi due secoli.
Quello che si propone in mostra è una selezione dalla selezione, uno sguardo ulteriore (non propriamente
quello del collezionista) che offre ad altri sguardi una sorta di affondo, che tenti di concentrare e rappresentare, in una sintesi estrema, le specificità e l’originalità della collezione da una parte e, dall’altra, la vastità e la complessità della storia e della natura della fotografia.

Nature morte (2000-2017)
Fotografie di Christopher Broadbent
Indizi
Opere dalla collezione di Mario Trevisan
25 novembre 2017 / 3 febbraio 2018
inaugurazione venerdì 24 novembre – ore 18.30
Galleria del Cembalo
Largo della Fontanella di Borghese, 19 – Roma
Tel. 06 83796619

ORARIO
dal mercoledì al venerdì, dalle 15.30 alle 19.00
sabato, dalle 11.00 alle 19.00
oppure su appuntamento

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