Mercoledì 20 settembre 2017 c/o Senato della Repubblica – Roma
Il docu-film “Ombre della Sera”, opera prima di Valentina Esposito, interpretata da detenuti in misura alternativa ed ex detenuti, presentata alla Commissione Diritti Umani del Senato.
Sarà presentato Mercoledì 20 Settembre, presso il Senato della Repubblica, in una serata istituzionale presieduta dal Senatore Luigi Manconi, Presidente della Commissione Diritti Umani, il docu-film Ombre della Sera, opera prima di Valentina Esposito, prodotto da Simonfilm e Lupin Film, con il patrocinio del Ministero della Giustizia, del Consiglio Regionale del Lazio, riconosciuto di interesse culturale dal Mibact Direzione Cinema, sostenuto dal Fondo Cinema e Audiovisivo della Regione Lazio. Ombre della Sera sarà presto nelle sale con una distribuzione indipendente che toccherà carceri, università e mondo associazionistico.
Il film, che vede l’amichevole partecipazione di Pippo Delbono, è stato candidato ai Nastri D’Argento 2017 nella sezione Docu-Film, ha ottenuto la Menzione Speciale al Bafici Film Festival di Buenos Aires e partecipato al Sofia International Film Festival (Fuori Concorso), al RIFF – Rome Independent Film Festival e al Cairo International Women Film Festival. Interpretato da detenuti in misura alternativa e da ex detenuti attori del Carcere di Rebibbia(oggi attori della compagnia Fort Apache), trae ispirazione dalla biografia dei protagonisti e delle loro famiglie per svelare allo spettatore l’aspetto più intimo e delicato del percorso di reinserimento che intraprendono i “liberanti” tornando nel mondo esterno dopo anni di lontananza. Storie intrecciate, attraverso i complessi e sconosciuti labirinti della libertà. Uomini condannati e afflitti, nel tentativo di espiare i propri peccati e di ricostruire le proprie vite.
“Ombre della Sera – sottolinea la regista – è un film sul ritorno: il ritorno a casa e agli affetti dopo anni di lontananza e separazione. Mi sono mossa con discrezione tra la verità e la ricostruzione cinematografica per raccontare la condizione emotiva di chi è condannato per sempre a vivere tra la vita dentro e quella fuori dal carcere, tra le ombre del passato e il bisogno disperato di ritrovarsi nel presente”.