L’Associazione Culturale Teatro Trastevere presenta “TÀLIA SI È ADDORMENTATA” dal 6 al 9 Aprile 2017, tratto da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile.
Scritto e diretto da Francesco Petti.
Con Cinzia Antifona, Valentina Greco, Francesca Pica
Musiche Francesco Petti e Carlo Roselli
Ninna nanna testo di Antonio Petti musicata da Melisma
Questa vita, come tu ora la vivi e l’hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione – e così pure questo ragno e questo lume di luna tra i rami e così pure questo attimo e io stesso. L’eterna clessidra dell’esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello di polvere.
Friedrich Nietzsche
L’Associazione Culturale Teatro Trastevere ha il piacere di ospitare lo spettacolo TÀLIA SI È ADDORMENTATA da un’idea della Compagnia PolisPapin, tratto da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile e scritto da Francesco Petti.
“Un meccanismo si mette in moto. E non si ferma finché tutto non è compiuto. Finché il Destino non ha fatto il suo corso. Allora il congegno si può arrestare. Ma solo per riprodursi altrove con qualche variante”
Il racconto di tradizione orale dice questo: rivolgersi alla fiaba, rivelarne il possibile significato poetico, entrare nel solco di questa tradizione, provare a umanizzare e a rendere tridimensionali i suoi personaggi-funzione, per ri-raccontare nuovamente, con un altro linguaggio, una delle tante storie possibili (ma anche l’unica che da sempre ci raccontiamo).
Come previsto da due improbabili indovini, la giovane Tàlia si punge un dito con una lisca di lino e cade addormentata.Il padre, credendola morta, per la disperazione l’abbandona in tale stato e in totale solitudine resta nel suo palazzo per un certo tempo. Un giorno un Re, passando di lì, trova la giovane dormiente, giace con essa e poi va via. Dopo nove mesi Tàlia, con l’aiuto di due mostruose ma dolci fate, dà alla luce un figlio ed una figlia, chiamati Sole e Luna, che succhiando il suo dito invece che il capezzolo ne estraggono la lisca e rompono l’incantesimo che la costringe a dormire. Il Re si ricorda della bella giovane e ritorna al palazzo, trovandola viva e con il frutto del loro rapporto. I due sono ormai innamorati l’uno dell’altra, ma la moglie del Re, venuta a conoscenza di questi fatti, ordina che i bimbi vengano cucinati e dati in pasto al marito, e poi che la stessa Tàlia venga uccisa. Ma il Re scopre l’infimo piano della Regina e riesce a salvare Tàlia. Si scopre poi che i figli non sono stati uccisi, ma sono stati salvati dal buon cuore dei due strani cuochi di palazzo. Allora la Regina verrà condannata a morte e il Re, Tàlia, Sole e Luna vivranno per sempre felici e contenti. Tutta la vicenda è incorniciata dalla presenza di tre Sorelle, le Figlie del Tempo, che manovrano i meccanismi dei destini umani.
La Bella Addormentata non si è mai svegliata con un semplice bacio. Al fondo oscuro della sua favola c’è una bambina che diventa donna, preda di un uomo cacciatore catturato, e la vecchia generazione che lotta per non scomparire, Eros e Thanatos, l’ineluttabilità spietata del Fato e il Tempo inarrestabile. E tutto questo non è che teatro.
Sulla scena tre attrici, ma molti personaggi si susseguono dando vita ad un gioco di scambio continuo di ruoli. Un meccanismo da giostra, un espediente teatrale che cela però il compito più profondo della fiaba e del teatro: essere uno specchio per chi legge, ascolta, guarda. Lo spettacolo prende lo spunto da una delle versioni più antiche della fiaba a tutti nota come La Bella Addormentata: quella inclusa, con il titolo Sole, Luna e Tàlia, ne Lo cunto de li cunti overo lo trattenemiento de peccerille di Giambattista Basile, da cui riprende il clima barocco con sfumature da gothic novel. Una fiaba quindi per adulti, ma che non dimentica mai di essere nata per i peccerille, di essere cioè anche un gioco. Al suo interno, in una atmosfera onirica, sospesa tra lo steampunk e Miyazaki, tra l’introspezione e la commedia surreale, si avvicendano figure misteriose, vicende fosche, storie d’amore; un susseguirsi di eventi in cui ciò che appare in superficie è solo favola, ma ciò che vi si nasconde è inesorabilmente vita.
Teatro Trastevere
Via Jacopa de Settesoli 3, 00153 Roma
martedì-sabato h 21.00, domenica h 17.30
contatti:
tel: 06.5814004