TEATRO QUARTICCIOLO 13 – 14 – 15 OTTOBRE 2016 – ore 21.00 EMANUELA GRIMALDA in LE DIFETTOSE
impianto registico Serena Sinigaglia
un progetto di Emanuela Grimalda
liberamente ispirato al romanzo Le difettose di Eleonora Mazzoni
drammaturgia Eleonora Mazzoni, Emanuela Grimalda, Serena Sinigaglia
aiuto regia Gianluca Di Lauro
elementi scenici Stefano Zullo
disegno luci Anna Merlo
aiuti alle scene Serena Ferrari, Elena Giannangeli
assistente alla produzione Valeria Iaquinto
consulente organizzativo Gianluca Balestra
distribuzione e ufficio stampa: OffRome
Produzione: Pierfrancesco Pisani, OffRome, Emanuela Grimalda con il sostegno di Corte Ospitale
Nell’ambito della programmazione del Teatro Quarticciolo di Roma, Emanuela Grimalda, attrice e autrice di origine triestina, che alterna da sempre cinema, teatro e televisione, dopo il grande successo con il ruolo di Ave Battiston nella serie Un Medico in Famiglia, torna in scena con Le difettose, tratto dal romanzo di grande successo Le Difettose di Eleonora Mazzoni; uno spettacolo, allegro, disperato, trasversale e vitalissimo esattamente come il microcosmo sotterraneo, apparentemente marginale ma assai popoloso che racconta. In scena dal 13 al 15 ottobre sempre alle ore 21.00, Emanuela Grimalda, con l’impianto registico di Serena Sinigaglia interpreta il monologo per sette personaggi e un’attrice. Il 21 ottobre alle ore 21.00, lo spettacolo sarà in scena al Teatro di Ostia Lido.
“Ho letto il romanzo Le Difettose di Eleonora Mazzoni e ho pensato che la storia che raccontava mi riguardasse non solo come donna, ma come cittadina, come individuo che fa i conti con le trasformazioni in atto nella società in cui vive, con i sui conflitti, coi suoi costanti interrogativi. Mi interessava soprattutto approfondire il concetto del tempo nella società contemporanea , di come si spostato in avanti. Un tempo paradossale che ha allungato la durata della vita ma non l’età fertile . Il nostro tempo, in cui non è facile distinguere i desideri dai diritti e in in cui la scienza apre continuamente nuovi orizzonti etici. Mi piaceva del romanzo , il parlare della fecondazione assistita nei temini di sentimenti e persone e non di leggi o ideologie. L’adattamento che ne abbiamo fatto per il teatro mi permette di dare voce e corpo, lacrime e risate a sette personaggi diversi per inseguire, attraverso la storia di Carla, la protagonista e del suo percorso di fecondazione assistita una metafora piu’ grande della vita. Volevo raccontare il desiderio di Infinito di cui il desiderio di un figlio è parte, ma che appartiene a tutti. Donne e uomini. Ho proposto a Serena Sinigaglia la regia di questo spettacolo per stima e perché mi piaceva l’idea di come le nostre sensibilità si sarebbero incontrate attorno a un tema così difficile. E’ una scommessa intellettuale che ha reso ancora piu’ appassionante questo lavoro.”
(Emanuela Grimalda)