Venerdì 17 Giugno 2016, Aula Pop, ore 21.30, GAY VILLAGE
presenta TONG MEN-G
(Porta di Bronzo: Stesso Sogno)
con SHI YANG SHI, di Cristina Pezzoli e Shi Yang Shi, per la Regia di Cristina Pezzoli
Clown Coach Rosa Masciopinto, Coreografie di Ke Zhoujun
Scene e Costumi di Rosanna Monti
Aiuto Regia Luca Orsini, Assistente di Scena e Costumi Anna Mugnai
Sono cinese perché sono nato in Cina, o italiano perché sono cresciuto in Italia?
Venerdì 17 Giugno dalle ore 21.30 nell’Aula Pop del Gay Village College si apre il sipario sullo spettacolo TONG MEN-G. Andato in scena al Teatro Brancaccio dove ha registrato l’immediato successo di pubblico e critica, arriva al Parco del Ninfeo la prima pièce teatrale prodotta in Italia, con un protagonista di origine cinese, che si avvale della direzione di Cristina Pezzoli.
Tong Men-G racconta la storia di Yang Shi. Nato a Jinan, nel nord della Cina nel 1979, Yang Shi arriva in Italia ad 11 anni con sua madre. Inizialmente lavapiatti, poi venditore ambulante di erbe e unguenti sulle spiagge… studente bocconiano, è anche traduttore simultaneo per ministri, imprenditori e registi internazionali. Attore di teatro, tv e cinema, e di recente anche inviato per Le Iene, Yang Shi è un cinese alto quasi un metro e novanta centimetri. Yang è anche un cinese bello. Ma Yang non sa chi è. Come molti ragazzi di seconda generazione, conosce poco sia la storia della sua “vecchia patria”, che della nuova. Yang è abitato da brandelli di macerie di identità e culture, ed è obbligato a trovare nuovi equilibri e sintesi tra la cultura del luogo in cui è nato e quella dove è cresciuto. E la domanda principale a cui non sa rispondere è: “Sono cinese perché sono nato in Cina, o italiano perché sono cresciuto in Italia?”. Nella versione portata al Gay Village, Yang racconta la sua “riprogrammazione culturale” avvenuta a partire dal 1990, quando arriva in Italia incontrando le contraddizioni, le possibilità e il precario equilibrio della condizione di un uomo orientale/occidentale che vive in Italia da oltre 20 anni e che dal 2006 è cittadino italiano. L’ultimo capitolo di Tong Men-G, prende inizio da un video e da una data: 1 dicembre 2013, giorno in cui a Prato scoppia un incendio in una fabbrica cinese dove muoiono carbonizzati 7 operai.
Da anni Yang, insieme ad altri artisti del Compost, realtà di produzione indipendente che ha avuto sede a Prato, crea azioni di arte sociale che hanno l’obbiettivo di favorire il dialogo tra la comunità cinese e quella italiana. Per sette anni il Compost è stato coinvolto in una difficile opera di mediazione culturale tra le due comunità e Yang spesso si è trovato a fare da interprete in situazioni reali dove il conflitto e la tensione tra italiani e cinesi sono altissimi: la trasfigurazione teatrale mette in scena una di queste situazioni con un registro tragicomico. Italia vs Cina: Yang – arlecchino traduttore e traditore di due padroni, a chi dà ragione? Da che parte sta? E come si esce da un conflitto che sembra non poter essere conciliato, come in ogni tragedia degna di questo nome?