MEMORIE ESTERNE MEMORIAS EXTERNAS
Found footage nella videoarte e nel cinema sperimentale spagnolo, progetto a cura di Jaime González Cela e Manuela Pedrón Nicolau
con la partecipazione di Al Díaz, residenti della Real Academia de España en Roma.
Giovedì 9 giugno, ore 20.45
Cinema Trevi
Vicolo del Puttarello, 25 – Roma
INCONTRO
Venerdì 10 giugno, ore 19.00
Real Academia de España en Roma
Piazza San Pietro in Montorio, 3 – Roma
Il “Found footage” è una tecnica narrativa con la quale si designa l’utilizzo di materiale audiovisivo preesistente che nel processo di rielaborazione, attraverso diversi metodi, acquisisce un nuovo significato. Lo storico Thomas Elsaesser identifica la cinefilia come uno dei fattori fondamentali per capire le pratiche audiovisive con found footage. Il lavoro di appropriazione e riassemblaggio di materiale filmico genera tra immagine e significato rapporti molto particolari, che fanno riferimento alla costruzione di immaginari e memorie.
Al Found footage è ora dedicata una intera rassegna, dal titolo “Memorie esterne”, realizzata dagli artisti residenti alla Real Academia de España en Roma in collaborazione col Centro Sperimentale di Cinematografia in programma al Cinema Trevi di Roma giovedì 9 giugno, a partire dalle 20,45.
Memorie esterne proporrà in cartellone una serie di filmati realizzati negli ultimi anni da artisti e registi spagnoli che lavorano, in modi diversi, con found footage e combinerà pezzi provenienti dalla tradizione cinematografica sperimentale con quelli legati alla videoarte contemporanea. Alcuni dei lavori proiettati sono stati visti solamente su internet o in sale espositive e, a tal proposito, l’iniziativa mira a far scoprire questi filmati con la qualità e le tempistiche di una sala di proiezioni, proponendo così il progetto come una mostra in formato cinema.
La rassegna propone, attraverso le opere di Al Díaz, Pilar Álvarez, Jordi Colomer, Los Ganglios, María Cañas, Eli Cortiñas e Isaki Lacuesta, un percorso che va dal video domestico e la sua influenza nella costruzione della memoria personale, all’archivio come elemento fondamentale nella costruzione della memoria collettiva, per finire con filmati che riflettono sul cinema e sulla sua influenza nella definizione di immaginari individuali e sociali.
Con l’obiettivo di approfondire l’argomento sulle pratiche audiovisive legate al found footage, il giorno successivo, venerdì 10 giugno, alle ore 19:00, si svolgerà nei prestigiosi spazi della Real Academia de España en Roma un incontro tra Al Díaz e Jordi Colomer, moderato da Alessandra Mammì, storica dell’arte e critica responsabile del programma Art Trevi.
La manifestazione anticipa il saggio finale del 2016 degli oltre venti artisti residenti all’Accademia, evento che introdurrà lo stile di ognuno di essi e il loro personale contributo a Roma attraverso un percorso dedicato ai molteplici linguaggi di Arte e Cultura, in programma il prossimo 23 giugno.
“MEMORIE ESTERNE” – IL PROGRAMMA DELLA RASSEGNA
Lembranza di Al Díaz (2016, 21′)
Questo film-saggio, eseguito negli ultimi mesi da Al Díaz (Bóveda, 1984) nella Real
Academia de España, è il punto di partenza di questa rassegna. Un filmato che propone una riflessione profonda sui collegamenti tra memoria, cinema e identitá. Lembranza, che in lingua galega significa ricordo, viaggia tra la rievocazione e la teoria scientifica attraverso un delicato lavoro con i filmati in super8 girati dalla famiglia dell’autore prima della sua nascita, durante i loro viaggi in Europa, quando lavoravano nel mondo del circo.
Questo materiale funge da supporto a un ricordo artificiale, vissuto attraverso i racconti e le immagini di altri. Una memoria esterna che comunque configura l’identità dell’autore.
Sólo es un juego di Pilar Álvarez (2014, 2′)
Pilar Álvarez (Santander, 1982) lavora di solito con video domestici, in particolare con i filmati che suo fratello fa da qualche anno ai propri figli. Ormai sono più di duemila video, girati con cellulari, tablet e telecamere, che testimoniano il passato prossimo di questa famiglia, i quali vengono usati da Pilar come materia prima per le sue creazioni
audiovisive, che diventano analisi critiche contemporanee della quotidianità familiare e dei rapporti e regole che la definiscono. In quest’opera l’artista si concentra insistentemente su un momento particolare di un allenamento di calcio di suo nipote.
Svartlamon Parade di Jordi Colomer (2014, 14′)
La città come spazio sociale è un elemento fondamentale dell’immaginario collettivo. In quest’opera Jordi Colomer (Barcelona, 1962) parte da un archivio proveniente da Trondheim che raccoglie registrazioni di sfilate di studenti, avvenute dagli anni Venti fino agli anni Ottanta. Prendendo come spunto queste pratiche ormai perse, Colomer cerca di generare nuove immagini che ci permettano di riflettere sulla città e sulle comunità che vi abitano.
LOL di Los Ganglios (2012, 3′)
LOL, acronimo inglese di Laugh of loud (tante risate) è un videoclip che presenta una serie di video che sono diventati virali su internet per illustrare una canzone del gruppo musicale Los Ganglios. LOL parla delle reazioni a questo tipo di immagini che si trovano nel grande archivio condiviso di youtube e riflette in chiave umoristica sulla carenza linguistica nei social media. Nei quali ormai vengono usati spesso video di altre persone per esprimere le proprie idee e stati di animo.
Dios se ríe en las alturas di María Cañas (2011, 2′)
Questo filmato unisce archivio documentale e finzione cinematografica per parlare dei collegamenti tra il fenomeno degli UFO e le apparizioni mariane. L’artista tramite il video collage satirico contesta i discorsi cinematografici, mediatici e fanatici. María Cañas (Sevilla, 1972) viene spesso definita iconoclasta e lavora partendo dai presupposti della videoguerriglia e l’appropriazione di immagini di archivio che provengono soprattutto da internet. Attraverso la sua opera e secondo le sue parole Cañas cerca di “combattere i miti socioculturali instaurati attraverso i mezzi di comunicazione di massa, trasformando i discorsi ufficiali in versioni low-cost di cultura critica”.
Dial M for Mother di Eli Cortiñas (2008, 11′)
Eli Cortiñas (Las Palmas de Gran Canaria, 1976) stabilisce un rapporto molto personale con l’immagine cinematografica, della quale si serve per parlare di temi autobiografici e allo stesso tempo sociali. Attraverso il dialogo tra personaggi reali e provenienti da diverse fiction genera un tipo di narrazione allo stesso tempo personale e condivisa. In quest’occasione usa scene interpretate dall’attrice Gena Rowlands in tre film diversi di John Cassavetes: Woman Under the Influence (1974), Opening Night (1977) e Gloria(1980).
Variaciones Marker di Isaki Lacuesta (2007, 33′)
In questo saggio cinematografico Isaki Lacuesta (Gerona, 1975) lavora sulla capacità delle immagini del regista Chris Marker di generare nuove storie. Usa frammenti dei suoi film per costruire narrazioni in diverse direzioni mediante il riutilizzo e la reinterpretazione, ma con l’obiettivo di costruire un racconto audiovisivo a metà strada tra l’omaggio al cinema e il discorso teorico. “I practice enough piracy myself to enjoy being pirated”, rispose Chris Marker quando Isaki gli scrisse spiegandogli il progetto che intendeva di fare.