LE GEOGRAFIE DEL CUORE DI FABIO SALAFIA
IN MOSTRA A ROMA
DAL 18 MARZO ALLA GALLERIA ACQUARIO ARTE CONTEMPORANEA
Vernissage venerdì 18 marzo 2016, ore 18.30
Galleria Acquario Arte contemporanea
via Giulia 178, 00186 Roma
Info: postmaster@galleriacquario.it tel. 06 64 76 03 53
Ingresso libero
Aperto tutti i giorni dalle ore 16.00 alle 20.00
Mattina per appuntamento. Lunedì chiuso
La mostra permarrà fino al 16 aprile
Approda a Roma l’intensa personalità del pittore siciliano Fabio Salafia, con una preziosa mostra allestita presso la Galleria Acquario Arte Contemporanea, con una cura critica affidata ad Elisa Mandarà.
La personale Geografie del cuore, costituita da una corposa silloge di oli di diverso formato, costituisce il trasferimento della più recente esposizione dell’artista, ospitata lo scorso agosto presso il suggestivo Castello di Donnafugata, nei pressi di Ragusa, rispetto alla quale mostra, questa nuova occasione espositiva dell’artista presenta anche lavori inediti.
Pittore tra i più apprezzati tra le nuove voci dello scenario artistico italiano, Fabio Salafia intraprende il cursus espositivo nel 2002, che si dispiega in seno a mostre collettive, oltre cento, nel territorio nazionale, quindi in una collana di personali, la cui prima, Equazioni visive, viene ospitata dalla Galleria degli Archi di Comiso ed illustrata da un catalogo, in cui la prefazione porta la prestigiosa firma di Piero Guccione.
Sul piano tematico e stilistico, Salafia avvia il suo percorso da una ispirazione fondamentalmente paesaggistica, ma vissuta in una originale soggettività delle percezioni e della restituzione della natura. Pur mantenendo un costante riferimento al reale, condotto in una sofisticata rete di analogie col vero naturale, l’artista porta avanti un discorso che investe parimenti sui valori pittorici dell’opera.
Nell’affrontare quello che a un primo sguardo potremmo valutare come paesaggismo, Salafia si allontana dalla figurazione tout court, come scrive Elisa Mandarà nel testo critico che accompagna l’esposizione, «per dare forza al segno e al gesto, al punto tale che l’energia del suo gesto e del suo segno diventa la struttura portante della sua opera. Il paesaggio di Salafia – continua il critico d’arte – è dunque parafrasi di natura, è uno spazio verosimile concepito essenzialmente come luogo evocativo di regioni intime. È un guardare nuovo, che nulla ritiene del calco fotografico ai luoghi cari, amati nelle loro vibrazioni ctonie, sedimentati in un compendio caleidoscopico di immagini, introiettate dal cuore, quasi in autonomia dalla vista e profuse sulla tela, in spargimenti lirici e pittorici».
Da qui il titolo della mostra, Geografie del cuore, che, ponendo l’accento sul valore di traduzione d’una emozione che si propone il pittore siciliano, non ne vuole celare la fine cultura figurativa, forte di studi specifici su maestri senza tempo come Leonardo da Vinci, Charles Le Brun, Cartesio. È dunque un viaggio, quello di Fabio Salafia, che addita, quale meta ultima, all’anima, al nucleo caldo delle cose naturali e delle cose dell’uomo, in un discorso stilistico finissimo, che percorre con sapiente equilibrismo il difficile confine tra figurazione e volontà d’astratto, con una tenace attenzione alle fascinazioni sprigionate dalla consapevole amministrazione della materia pittorica.