La Tredicesima Notte torna alla Sala Uno Teatro  da Giovedì 17 a Domenica 20 dicembre 2015

Dopo il successo di pubblico e critica con il debutto al Sala Uno di Roma (febbraio 2015), le successive repliche in spazi non convenzionali come il Parco dell’Acqua de del Vino nella periferia della città (Estate Romana 2015 – Festival Convergenze Urbane), lo spazio Mat e l’Aula Magna dell’Università del Dipartimento di Scienze Umanistiche a Viterbo

La Tredicesima Notte torna alla Sala Uno Teatro
da Giovedì 17 a Domenica 20 dicembre 2015
ore 21.00 – domenica ore 18.00
“La tredicesima notte”
Testo tratto dalle opere di Shakespeare
regia di Imogen Kusch

8 RIFUGIATI SHAKESPEARIANI…
l’unico linguaggio che conoscono è quello proveniente dalle loro tragedie e l’unica cosa che hanno in comune è il loro creatore: William Shakespeare

Re Lear: Raffaella d’Avella
Iago: Paolo De Giorgio
Gonerill: Maria Borgese
Riccardo III: Marta Iacopini
Ermione: Silvia Mazzotta
Macbeth: Giorgio Santangelo
Rosalinda: Francesca Olivi
Amleto: Beniamino Zannoni

Musiche originali composte ed eseguite da:
Sergio Ferrari/Andrea Mieli/Valentina Criscimanni
Scenografia: Ilaria Sadun

SALA UNO TEATRO
P.zza di Porta S. Giovanni, 10
Info e prenotazioni: 06 86606211 dalle 17.00 alle 20.00 oppure
Email: promozione@salaunoteatro.com

Biglietto: intero euro 15, ridotto euro 10 (+ tessera 2€)

8 profughi, 8 personaggi di Shakespeare. 8 storie che si incrociano in un solo destino che potrebbe essere quello di ognuno di noi

…. in lontananza rumori di guerra. Ci troviamo in un luogo di frontiera, una lunga rete che sparisce nel nulla con telecamere e filo spinato delimita lo spazio. La notte sta scendendo. Da fuori, arrivano trafelati e impauriti 8 personaggi che evidentemente stanno fuggendo e si trovano a non poter andare avanti. Sono, loro malgrado, costretti a passare la notte insieme e accamparsi nell’attesa di passare “la frontiera” perché evidentemente indietro non si può tornare. I personaggi non si conoscono tra loro, a parte due che sembrano essere padre e figlia. Hanno tutti delle torce con le quali si illuminano diffidenti e curiosi. Durante questa notte di paura ognuno di loro si rivelerà agli altri intrecciando rapporti di diffidenza, curiosità, odio, compassione, amore e disprezzo.
Tutti i personaggi non hanno altro modo di esprimersi se non quello di Shakespeare e le loro parole in questo contesto acquisteranno un significato nuovo, universale e senza tempo.

“La tredicesima notte” nasce dall’esigenza di raccontare una condizione umana che in ogni secolo si ripete e si ripropone in mille forme e manifestazioni: il rifugiato, il profugo, colui che lascia il suo ambiente naturale e familiare per causa di forza maggiore ed è costretto ad entrare in un limbo dove il passato non c’è più, è stato spazzato via, e il futuro è solo un’idea alquanto sfocata.

Mettere in questa condizione 8 personaggi di Shakespeare è una scelta fatta per amore.
I personaggi di Shakespeare sono sempre pronti a capovolgere il bene e il male e a disorientare l’animo che ha già fatto le sue scelte etico-morali. E così diventano umani e contemporanei proprio per la loro infinita capacità di indagare la propria psiche e diventare filosofi per necessità.
Durante il nostro lavoro di prove e ricerca ci è diventato sempre più chiaro che stavamo raccontando anche la nostra storia, quella di un gruppo di teatranti che sentono di non avere più uno spazio in questo mondo e che culturalmente e socialmente vivono, se non da rifugiati, comunque da emarginati.
L’esserci autoimposti di usare solo le parole di Shakespeare ci ha permesso di fare un lavoro di comprensione profonda, mirata comunque sempre alla performance di quelle parole.

Solo noi stessi siamo in grado di illuminarci… è per questo che lo spettacolo è interamente illuminato da dentro: sono i personaggi che danno luce al sogno/incubo notturno di un gruppo di attori e di una regista innamorata di Shakespeare e, malgrado tutto, del teatro.
(Imogen Kusch)

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