ME DEA – VARIAZIONE SUL MITO di Maurizio Donadoni

ME DEA – VARIAZIONE SUL MITO
di Maurizio Donadoni

con Maria Rosaria Omaggio, Maurizio Donadoni
e Hal Yamanouchi

scene Miae Kim
costumi Annalisa Di Piero
foto Gian Marco Chieregato
produzione associazione culturale DI CASTALIA
organizzazione Aurelio Gatti

30 LUGLIO 2015 – ANFITEATRO DI SUTRI
31 LUGLIO 2015 – AREA ARCHEOLOGICA ARCO DI MALBORGHETTO

Medea e Giasone, tra i grandi personaggi emblematici dei rapporti complicati che intercorrono tra generi, sono quelli che dibattono la questione più a fondo e duramente, ponendo interrogativi inquietanti dall’inizio del teatro. Quanto tramandato dal mito classico viene ribaltato in Me Dea, evidenziando quanto ancora più esasperati siano oggi i rapporti tra i generi. Gli esiti tragici di tante relazioni coniugali, che riempiono le cronache dei media, ne sono una prova: l’amore uccide più della guerra. Lo spettacolo mette in scena due mondi inconciliabili, contrapponendo carnefice e vittima. Medea non fa eccezione: è la vittima che tiene fede a se stessa, resistendo fino allo stremo delle forze. In questa riscrittura è lei ad essere uccisa, insieme ai figli, da Giasone, l’uomo che l’aveva illusa. Le promesse di Giasone per Medea avevano valore di un patto assoluto, mentre per lui erano state la mera scelta opportunistica per scampare alle circostanze avverse. Medea tornerà in scena spettrale, monito e denuncia della violenza insita nei rapporti umani, fomentata dall’insensibilità degli dei. Giasone si troverà così a dover controbattere un’altra versione dei fatti, meno eroica, di uomo che ha ucciso moglie e figli nel tentativo di liberarsi da uno scomodo e opprimente passato. Ultima inutile recita, nell’ultima replica della vita per il falso eroe. Il rottame della nave Argo, simbolo del rottame umano, segnerà la sua fine. Me Dea è metafora del teatro, pianta che si nutre di presente, tende al futuro, pur avendo radici nel passato. Difende il suo diritto ad esistere, nella semplice naturalezza di un incontro tra esseri umani.
Un teatro essenziale, aspro, realizzato col “keller” dei grigliati stradali, con gli scarti delle discariche abusive e costumi senza tempo, a simboleggiare l’eternità del Mito. La musica è eco della Georgia, nome attuale dell’antica Colchide.

Area Archeologica, Arco di Malborghetto
Via Flaminia km 19,4 in direzione Terni, altezza stazione RomaNord/Sacrofano

Anfiteatro di Sutri
Via Cassia direzione Viterbo, Comune di Sutri

Inizio spettacoli: h 21,15

Biglietto: 12 euro intero – 10 euro ridotto
Biglietteria presso il sito/online

Per info e prenotazioni:
tel. whatsapp 327 9473893

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