Sapori d’Europa alla Casa Del Cinema, giovedì 13 giugno

SAPORI D’EUROPA Alla Casa Del Cinema. Una serata all’insegna del cinema e del buon cibo, giovedì 13 giugno dalle ore 18 ospiti illustri discuteranno del rapporto tra cibo, cinema ed Europa prima della proiezione del film I Villani di Daniele De Michele

 Una serata con il “cinema a tavola” nel segno di un’Europa “casa comune” ma anche troppo spesso matrigna. All’indomani delle elezioni europee si riparte da un bene primario come il cibo che è simbolo di tradizione, identità, elemento unificante e valore culturale prima ancora che economico. Giovedì 13 giugno in occasione della proiezione speciale del film I Villani di Daniele De Michele, l’autore del film insieme a Maurizio Ranzi, Enrico Menduni e Luciana Castellina discuteranno dell’EUROPA DEI SAPORI con un ampio “menu” di immagini gastronomiche tratte dal migliore cinema d’autore. L’incontro, introdotto da Francesca Jacobone (presidente di Zètema Progetto ) e condotto da Giorgio Gosetti (direttore della Casa del Cinema) si terrà alle ore 18 nella sala Kodak e sarà ad ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili. Al termine del dibattito la proiezione del film di De Michele.

“Raccogliere alcuni frammenti di film che usano il cibo, a volte come sfondo a volte come protagonista nel racconto e metterli insieme con una sequenza solo apparentemente casuale – dice Maurizio Ranzi – è stata una piacevolissima esperienza per un gruppo di amici amanti piuttosto che esperti di cinema, che, scavando nella memoria antica e recente, hanno messo a confronto necessità, tradizione e valore simbolico di quel quotidiano processo di alimentazione, apparentemente destinato solo a scandire i ritmi della vita quotidiana. Frutto di un’esperienza fatta con l’Università di Roma 3 alcuni anni orsono, questo scherzoso menu di cinema è oggi spunto per una riflessione dedicata all’Europa che verrà”.

“I ravioli e i cannoli – scrive Daniele De Michele, in arte Donpasta – si fanno con la ricotta. La metà della bontà della cucina in Italia dipende dunque dalla ricotta. Perché la ricotta sia buona deve essere fatta in prossimità delle pecore, ma i pastori non possono. Secondo le regole dell’Europa, per fare ricotta devono trasportare il latte in laboratorio, pastorizzarlo, usare plastica e acciaio e non più vimini e legno. L’Europa dei sapori ha perso il sapore della ricotta. Solo che un tempo registi, intellettuali, politici non avrebbero mai accettato che la ricotta non sapesse di niente. Ora a nessuno in Europa interessa il gusto della ricotta. Per questo ho fatto I Villani, per combattere per una Europa saporita e vicina al popolo, perché a me un cannolo senza una ricotta buona mi fa schifo, una Europa che non rispetta pastori e agricoltori altrettanto. Perché poi arriva il lupo cattivo e mangia ricotta, pastori e Europa, tutto in un boccone”.

“Questa gente – continua l’autore – mi raccontava il suo stare al mondo, il suo rapportarsi alla terra e alla storia del luogo che gli aveva dato nascita. Era in questo intessersi delicato, talvolta ironico, talvolta doloroso tra i racconti intimi del loro vissuto e il loro cucinare con perizia, intelligenza, senso dell’osservazione che veniva fuori il senso più profondo della cucina italiana: il suo essere saggia, gustosa, parsimoniosa, rispettosa dei prodotti della terra e del mare. Questa gente mi mostrava in quei gesti sicuri di quanto la modernità andasse in conflitto radicale con quella cultura. Un conflitto che andava al cuore del problema. Per mangiar bene bisogna rispettare i tempi della cucina, bisogna rispettare le stagioni, la terra e il mare, tutto ciò che la modernità non fa più. Ne viene fuori un conflitto tra le parti, una resistenza, una proposizione di un nuovo vivere che benché ancorato al passato diventa attuale e vitale”.

Il film racconta l’incontro con otto personaggi sparsi in ogni angolo d’Italia, uomini e di ogni età, che nel loro fare quotidiano rappresentano la sintesi delle infinite resistenze e reticenze ad adottare un modello gastronomico e culturale uguale in tutto il mondo. Quattro generazioni a confronto, per poter verificare se la cucina italiana sia ancora un patrimonio vivo, se il passaggio di informazioni tra generazioni esiste ancora, se la cucina italiana così come l’abbiamo eredità si salverà o scomparirà.

Daniele De Michele aka Donpasta, “uno (e per certi versi unico) dei più inventivi attivisti del cibo” secondo il New York Times. Collabora con Geo And Geo (RAI3), La Effe, Fahrenheit (Radio3). Nel 2014 ha pubblicato Artusi Remix (Mondadori), frutto di un lavoro condiviso con il Comitato Scientifico di Casartusi. Per Treccani e Corriere della Sera ha curato la serie web-tv “Le nonne d’Italia in cucina”, viaggio nelle venti regioni incontrando nonne in cucina. Il suo primo progetto, “Food sound system” è divenuto un libro, edito da Kowalski, e uno spettacolo multimediale, in tournée in giro per il mondo da ormai dieci anni. A questo ha fatto seguito nel 2009 “Wine Sound System” sempre edito da Kowalski, tradotto anche in francese dal marzo 2011. Nel febbraio 2013 è stato pubblicato il suo terzo libro: La Parmigiana e la Rivoluzione. Scrive regolarmente per Repubblica, Corriere della Sera, Left e collabora con Alias, Fooding. Lavora attualmente sul progetto cinematografico Artusi Remix con Casartusi, sulla cucina popolare italiana.

Luciana Castellina, giornalista e scrittrice, ma grande militante politica, si è iscritta al PCI nel 1947, partito da cui è stata radiata nel 1969 quando, con Magri, Natoli, Parlato, Pintor e Rossanda, fonda “Il Manifesto”. E’ stata parlamentare italiana ed Europea e divide la passione politica con quella per il cinema, lo slow food e la letteratura. Con Nottetempo ha pubblicato La scoperta del mondo, entrato nella cinquina finalista del Premio Strega nel 2011, e Siberiana (vincitore del Premio Letterario Vallombrosa) nel 2012. Entrambi hanno riscosso successo di stampa e di vendite. Nel 2014 il suo ultimo libro, Guardati dalla mia fame, scritto con Milena Agus.

Enrico Menduni è studioso di radio, televisione e linguaggi multimediali. È professore ordinario nell’Università Roma Tre. La sua attività didattica si distribuisce su tre insegnamenti: Culture e formati della Televisione e della Radio, Storia a Critica della , Media digitali. Giornalista professionista, è direttore della radio di ateneo “RomaTreRadio”, vice presidente della Consulta Universitaria del Cinema (CUC) e vice direttore del Dipartimento di Filosofia, comunicazione e spettacolo. Svolge anche attività di documentaristica. È editor per l’Europa continentale della rivista “The Radio Journal. International Studies in Broadcast and Audio Media” pubblicata da Intellect. È stato presidente nazionale dell’Arci, membro del Consiglio di amministrazione della Rai, membro del Consiglio superiore delle Comunicazioni.

Maurizio Ranzi si laurea in Architettura a La Sapienza di Roma, dove svolge, parallelamente agli impegni professionali. attività didattica e di ricerca progettuale. Nel 1991, insieme ad alcuni colleghi, fonda la Facoltà di Architettura di Roma Tre, dove insegna Progettazione Architettonica, promovendo allo stesso tempo alcune iniziative interdisciplinari quali “Cinemarchitettura”, una rassegna settimanale di film d’epoca; “L’Europa dei Sapori”, una raccolta di spezzoni di film che hanno come protagonista il cibo e “Alla scoperta della manualità”, un corso per sapere cos’è una raspa, un martello una pialla ed altre cose dimenticate…. In particolare ha ideato e promosso “Mille e una vela per l’Università”, un’iniziativa didattica interuniversitaria che mette a confronto in una “Regata di fine anno accademico” equipaggi e barche a vela progettate e realizzate da studenti di differenti atenei sulla base di un regolamento redatto da Roma Tre.

CASA DEL CINEMA
Spazio culturale di Roma Capitale – Assessorato alla Crescita culturale
Gestione Zètema Progetto Cultura
Direzione Giorgio Gosetti
in collaborazione con Rai Cinema e 01 Distribution

INDIRIZZO Largo Marcello Mastroianni, 1
INFO tel. 060608
INGRESSO GRATUITO

 

 

 

 

 

Fonte: Ufficio Stampa Zètema Progetto Cultura

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