Cosa voto domenica 26 maggio?
Come ormai è noto gli elettori indecisi fanno la differenza. Non è mai stato tanto vero quanto per queste Elezioni Europee del 26 maggio. L’elettorato indeciso sembra ammontare a 8,6 milioni in Italia, come rilevato dall’Istituto Noto Sondaggi in uno studio riportato dal ilSole24ore. È una fetta importante di popolazione che, in una sorta di catena a controreazione, ha a sua volta influenza sulla propaganda politica, pur avendo poca influenza sulla politica!
Come si decidono questi indecisi prima di andare alle urne? C’è chi si informa più attivamente e chi ascolta solo le opinioni di “amici” e “conoscenti”. Ma con quali mezzi?
Come ci si forma un’opinione politica last minute?
Gli indecisi non sono una novità. Può cambiare il numero percentuale, ma ad ogni elezione i candidati devono tenerne conto. Ma come si informano questi elettori indecisi? Fino a pochi anni fa, principalmente, guardavano la tv girando sui diversi canali a disposizione, oppure leggevano i giornali venduti in edicola.
Adesso cercano su Google, principalmente con lo smartphone.
Il sistema pull dei motori di ricerca: quanto è importante l’ultima parola di Google?
Google “risponde” a domande di ogni genere, precise o meno che siano, bene o mal formulate, con un sistema che si definisce “pull”, appunto perché per dare una risposta, una indicazione, deve prima ricevere una domanda.
Sottolineo questo concetto, per chiarire al massimo il fatto che l’influenza di Google è “cercata” dagli utenti. L’utente che si vuole informare sui motori di ricerca, fa un atto volontario di formulare una richiesta. Allo stesso modo l’elettore inserisce una query per farsi un’opinione.
Una volta la maggiore presenza televisiva influenzava molto le opinioni degli elettori, tanto che sono state fatte leggi per la Par Condicio, a lungo discusse e ormai ben note. La presenza sui motori di ricerca e il posizionamento in prima pagina non deve rispettare la legge sulla Par Condicio. Deve invece rispettare le regole della SEO.
Quali sono le query last minute per le prossime Elezioni Europee del 26 maggio?
Dalle nostre ricerche, risulta che le domande generiche più ricorrenti relative alle prossime Elezioni Europee vanno da quelle più classiche a quelle più buffe, tanto da rivelare talvolta una difficoltà ad orientarsi. Vediamone qualcuna:
Per le informazioni di base le più comuni sono:
elezioni europee 2019 candidati |
elezioni europee 2019 italia |
elezioni europee candidati |
elezioni europee 2019 partiti |
Per i pronostici poi ci sono:
elezioni europee 2019 sondaggi |
previsioni elettorali |
sondaggi elezioni europee 2019 italia |
sondaggi europee 2019 italia |
chi vincera elezioni europee |
chi vincerà alle europee |
chi vincerà le europee |
chi vincerà le europee 2019 |
Invece per i primi dubbi si scrive questo:
elezioni europee 2019 chi vota |
come si vota |
quando si vota |
come votare |
chi votare |
voto donne |
elezioni europee età per votare |
E infine i dubbi più atroci:
cosa bisogna votare |
cosa comporta il voto nullo |
cosa conviene votare |
cosa deve votare un cattolico |
cosa deve votare un cristiano |
cosa devo votare |
cosa dovrei votare |
cosa dovrei votare test |
cosa posso votare a 18 anni |
cosa posso votare a 21 anni |
cosa succede se non voto |
cosa succede se non voto mai |
cosa succede se voto liberi e uguali |
cosa votare a sinistra |
cosa votare e perché |
L’ultima query potrebbe essere tutta da ridere, se non nascondesse un dilemma drammatico!
Ciò che è consolante è che le prime risposte di Google a queste domande, in questi giorni, sono pagine di quotidiani o magazine online. Quindi, alla fine di tutto, si ritorna all’informazione più classica.
Come si capisce cosa votano gli altri?
Ci sono poi gli indecisi che non si informano direttamente e si limitano e “raccogliere” informazioni da amici, conoscenti o anche solo per sentito dire. In questi casi, una volta come ora, si tratta di quella fetta di elettorato indeciso che non si sofferma molto a leggere o ad ascoltare (nel caso della TV), ma coglie solo la parte più evidente di un messaggio politico. Insomma, la parte più propagandistica. Il sistema che usano questi elettori si può definire passivo, o almeno lo è di più rispetto al caso precedente.
Una volta questi indecisi si formavano un’opinione al bar, dal parrucchiere o dal barbiere, insomma scambiando quattro chiacchiere. Adesso fanno quattro chiacchiere su Facebook.
Il sistema push dei social network: quanto è importante l’ultima parola di Facebook?
Facebook, come ogni social network, propone contenuti in forma di post con o senza immagini e video secondo un sistema che si può definire “push”. In pratica, in questo caso l’utente non pone domande. Semplicemente osserva passivamente quello che scorre sullo schermo, un po’ come una pubblicità! Può decidere poi di interagire, con i diversi modi già ben noti: like di diverso tipo grazie alle emoji, commenti o anche solo visualizzazioni. Facebook considera ogni tipo di interazione, naturalmente. Non sono quelle attive, anche quelle passive. Se ci si sofferma di più su un video o un contenuto, la piattaforma ne proporrà di simili.
Quale influenza ha Facebook sulle Elezioni Europee 2019?
È ormai certo che i social, e Facebook in particolare, tendono a creare la cosiddetta “bolla” intorno ai loro utenti. Quindi chi espone chiaramente, attivamente o passivamente, un’opinione politica sul social, avrà a che fare quasi esclusivamente con utenti con idee simili alle sue e a quelle della sua cerchia più attiva di amici.
Ma cosa succede agli indecisi? Quelli che mettono un like qua e uno dalla parte politica opposta, magari influenzati solo dalle foto?
Facebook Insights
Dagli Insights di Facebook si possono rilevare alcuni interessanti dati. Il primo è del tutto generale: Facebook sta invecchiando. Il pubblico più giovane dai 18 ai 24 preferisce altri canali social. Poi va detto che su Facebook ci sono più uomini che donne, con una proporzione di 51% a 49%.
La maggioranza degli utenti è tra i 25 e i 54 anni. In particolare la fascia più gremita è quella degli uomini tra i 25 e i 34 anni, seguita a breve distanza da quella delle donne tra i 25 e i 44. Più del 50% è coniugato, o dice di esserlo!
Un dato molto interessante dice che nell’insieme donne e uomini si occupano di politica, sul social, quasi alla pari. Ma andando poi a guardare nello specifico, nelle fasce di età tra ì 18 e i 44 sono gli uomini a essere più attivi in questo campo, per le fasce successive sono invece le donne. E per quanto riguarda Europa ed Elezioni Europee? In questo caso le donne battono gli uomini di ben 4 punti percentuali: insomma le donne di Facebook si stanno occupando (e forse preoccupando) di queste elezioni!
Che probabilità hai di avere un amico o un’amica del PD/M5S/Lega/…?
Ma veniamo ai diversi partiti del momento!
Sono interessati a Lega e Matteo Salvini soprattutto uomini che superano le donne di quasi 25 punti percentuali, in aumento chi si occupa di sicurezza e servizi legali, in diminuzione militari e ci si occupa di servizi amministrativi.
Il quadro è molto simile anche per Movimento 5 Stelle e Di Maio, ma in questo caso gli utenti sono in media più giovani che per la Lega. Qui sono in aumento anche coloro che lavorano in servizi di comunità e servizi sociali.
Per il centrosinistra del Partito Democratico e di Nicola Zingaretti c’è invece il sorpasso delle donne. Anche qui in aumento servizi legali, comunità e servizi sociali, ma anche istruzione, librerie, cultura, invece sono in diminuzione coloro che si occupano di agricoltura ed edilizia.
Per Forza Italia e Berlusconi c’è una differenza di 16 punti percentuale a favore degli uomini, mentre per Fratelli d’Italia e Alleanza Nazionale c’è una differenza di di ben 22 punti percentuali sempre a favore degli uomini. Sembra che le donne interessate al centrodestra stiano rivolgendosi altrove. Magari una parte è finita proprio nel centrosinistra, visto che lì sono il 6% di più degli uomini. Oppure nel Partito Radicale, in cui le donne superano gli uomini di 18 punti percentuale!
Ma poi è tutto vero quello che si strilla sul social?
Quanto siamo (tutti) consapevoli che gli utenti social non sono al 100% veri utenti che esprimono vere opinioni? Quanto ci rendiamo conto delle azioni tipiche di utenti fake? Quanto capiamo che un commento è solo la provocazione di un troll?
I fattori da tenere in considerazione sui canali social sono numerosi e molto determinanti per il nostro umore e, a volte, per le nostre azioni. Si diceva sopra che il social ha meccanismi simili alla pubblicità online. E proprio come per la pubblicità, anche se sappiamo che è “costruita” per attrarre la nostra attenzione, le diamo spesso il valore di una verità. Chi prepara i fake sui social o fa azioni da troll conosce bene questo meccanismo, e lo utilizza per far credere che un post o un commento è autentico, persino sentito.
Quanto peso ha sulle decisioni di un indeciso chi dà più fastidio, “strilla” o accende polemiche? E chi invece si dichiara vittima e magari versa qualche lacrima?
Cosa dovrebbero curare i politici per il loro elettorato?
Le regole della comunicazione sembrano aver subìto chissà quali stravolgimenti a causa dei motori di ricerca e dei social network, si dice tutto e il contrario di tutto, c’è un gran rumore, le correnti sono talmente forti in tutte le direzioni che sembra di stare sempre in un vortice.
Ma è davvero così? I politici non dovrebbero forse elevarsi un po’ più in alto per guardare la rotta e, magari, segnarla anche per chi li segue? Non dovrebbero uscire fuori da questo vortice di rumori (e umori) per dare spazio ad una comunicazione chiara e delineata?
Non potendo dare una risposta politica a queste domande, ci limitiamo a darne una tecnica utile per la SEO e per i social. Per i motori di ricerca, la comunicazione dei contenuti del blog/sito web deve essere continua, argomentata, coerente e focalizzata. Farsi trascinare non paga.
Per la presenza sui social, vale ancora la continuità, i post devono essere frequenti e anche regolari nel tempo, nei limiti del possibile. La focalizzazione qui è ancora più importante. E non farsi trascinare è difficile a causa della maggiore immediatezza, ma ancora più essenziale. L’argomentazione invece non va fatta tanto nella “stesura del post” quanto nelle risposte ai commenti.
Questi sono solo gli spunti di base. Gli approfondimenti di tecniche e best practice, che non riguardano solo la comunicazione politica, si rimandano ad altri articoli.
Intanto buon voto e buon lavoro!
Elaborazione dati: ARvis.it
Fonti: Google Search, Facebook Insights