L’appello di Assobiotec-Federchimica: “Il biotech è già qui, e ancora di più vorrà e potrà esserci in futuro se tutto il Sistema saprà accompagnarlo e sostenerlo, facendo correre l’Italia all’interno e non ai margini del cambiamento globale” Il biotech è innovazione e futuro sostenibile. Ma non solo.
Il biotech c’è ed è prima di tutto presente, in mezzo a noi. Ha già iniziato a operare una rivoluzione profonda e pervasiva che volge lo sguardo a un futuro più sano, più sostenibile per noi e per il pianeta che ci ospita. L’impatto delle biotecnologie, vere e proprie Key Enabling Technologies, come le ha definite la Commissione Europea, è rivoluzionario e sta trovando applicazione già oggi in molteplici comparti industriali, dalla salute ai processi industriali, dall’agricoltura all’ambiente, alla zootecnia.
Cosa ha già dato il biotech al nostro Paese? Quanto potrebbe ancora di più dare se venissero poste in essere le condizioni per un suo reale sviluppo? Questo lo stimolo che ha dato il via all’Assemblea pubblica di Assobiotec, l’Associazione Nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica, tenutasi questa mattina a Roma all’Hotel De La Minerve. Titolo della mattinata di lavori: “Cosa può fare il biotech per lo sviluppo dell’Italia? Una riflessione fra presente e futuro”.
Se ne è discusso insieme ai protagonisti industriali, attraverso il racconto di case history industriali di successo, e con il mondo politico regionale e nazionale, per capire insieme come la costruzione di un ecosistema favorevole allo sviluppo dell’innovazione possa offrire un contributo fondamentale alla crescita e alla competitività dell’Italia. Hanno raccontato la propria storia di impresa Fabrizio Calenti, Executive Director Aquafil, Jean-Yves Chatelan, Vice Presidente & General Manager Celgene Italia, Fulvia Filippini, Direttore Market Access & Public Affairs Sanofi, Carlo Rosa, Chief Executive Officer & Chief Operating Officer DiaSorin. Sono intervenuti Monica Barni, Vice Presidente e Assessore alla Cultura, Università e Ricerca, Regione Toscana; Gian Paolo Manzella, Assessore Sviluppo Economico, Commercio e Artigianato, Start-Up, “Lazio Creativo” e Innovazione, Regione Lazio; Fabrizio Sala, Vice presidente e Assessore per la Ricerca, Innovazione, Università, Export e Internazionalizzazione, Regione Lombardia.
Le biotecnologie ci sono, lo confermano i dati dell’aggiornamento congiunturale realizzato con ENEA. Si tratta di un comparto fortemente innovativo, all’interno del quale conoscenza e ricerca sono i veri fattori propulsivi, in fase di assestamento e rafforzamento attorno alle proprie realtà più solide e competitive. Un settore industriale potenzialmente pronto ad accogliere nuove sfide e opportunità a livello internazionale, spiega Riccardo Palmisano, neo-confermato Presidente per il triennio 2019-2022.
Lo hanno ribadito anche le storie virtuose di imprese che abbiamo voluto raccontare dinanzi a un pubblico di imprese, istituzioni, addetti ai lavori, ma non solo. L’industria biotecnologica può offrire al Sistema Paese competenze, professionalità, capacità economiche, che, all’interno di una collaborazione virtuosa tra pubblico e privato, costituiscono una grande risorsa. Il biotech è già qui, e ancora di più vorrà e potrà esserci in futuro se sapremo accompagnarlo e sostenerlo, facendo correre l’Italia all’interno e non ai margini del cambiamento globale.
Cosa serve al Paese perché il biotech liberi tutto il proprio potenziale di innovazione?
Occorre continuare a credere in Ricerca e Innovazione, risorse rispetto alle quali l’Italia ha già confermato di essere leader. Come ben sappiamo, esiste una relazione positiva diretta tra investimenti in Ricerca e Sviluppo e crescita del Paese. Diventa strategico e urgente diffondere nel Paese la consapevolezza che sia necessario implementare specifiche azioni tese a incentivare e sostenere proprio ricerca e innovazione: due elementi, strettamente correlati, che impattano fortemente sul benessere, sulla crescita e sull’occupazione.
Una serie di iniziative nazionali, avviate negli ultimi anni, vanno proprio in questa direzione.
Anche l’attuale Governo è intervenuto di recente con il Decreto Crescita, ponendosi l’esplicito intento di rilanciare la crescita economica del Paese. Il documento presenta alcune misure fiscali a sostegno delle imprese, quali una nuova modalità di determinazione ‘diretta’ del beneficio Patent box (alternativa alla lunga procedura di ruling da attivare con l’Amministrazione finanziaria) e il rafforzamento degli incentivi al rientro dei cervelli in Italia. Pur essendo interventi apprezzabili, essi sono coincisi con interventi in direzione opposta, come lo stralcio sulla proroga del Credito d’imposta, e non possono dirsi certamente sufficienti a mettere il Paese nella necessaria posizione di competitività.
Il mondo globalizzato corre veloce e i tempi delle nostre decisioni e della nostra burocrazia ci rallentano in maniera inesorabile, facendoci perdere treni e opportunità. Riteniamo indispensabile che gli incentivi fissati a supporto delle imprese debbano essere strutturali, offrendo certezza, stabilità e garanzia di poter effettuare programmazioni strategiche a lungo termine. Questo aiuterebbe anche il nostro Paese ad attrarre capitali e imprese dall’estero e a non far fuggire le eccellenze qui presenti.
L’appello fatto alle istituzioni va verso la costruzione di un ecosistema idoneo allo sviluppo dell’innovazione biotech e all’attrazione degli investimenti. Un piano che segua poche ma basilari linee guida: In primis una Governance efficace, certa e centralizzata che consenta di ottimizzare la gestione delle risorse e definire obiettivi chiari e condivisi in termini di scelte di investimento a livello di settore. Una governance complessiva, che parta dalla ricerca di base e arrivi all’accesso al mercato e al riconoscimento dell’innovazione che si fa prodotto, comprendendo che si tratta di un continuum e non di una serie di tasselli staccati e indipendenti. Accanto a questo, la necessità di una visione e una prospettiva temporale che superino largamente la durata di una legislatura. La creazione di una Agenzia nazionale della ricerca e di un cosiddetto “One stop shop”, a disposizione degli investitori, siano essi italiani o stranieri, start-up, PMI o grandi multinazionali. Non deve mancare un investimento strutturale nel trasferimento tecnologico, supportato dalla creazione di una cultura imprenditoriale forte, a partire dall’Università.
L’Assemblea è stata la cornice per l’assegnazione dell’Assobiotec Award. È Franco Locatelli il vincitore della XII edizione del riconoscimento assegnato alle personalità e/o enti che si sono particolarmente distinti nella promozione dell’innovazione, della ricerca scientifica e del trasferimento tecnologico nel settore delle biotecnologie. Franco Locatelli è Professore Ordinario di Pediatria all’Università di Roma “La Sapienza”, Direttore del Dipartimento di Onco-Ematologia e Terapia Cellulare e Genica, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, da febbraio 2019 nominato Presidente del Consiglio Superiore di Sanità (CSS). A consegnare il premio Armando Bartolazzi, Sottosegretario di Stato alla Salute e Beatrice Lorenzin, ex Ministro della Salute.
Assobiotec
Assobiotec, Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie, è una realtà che rappresenta circa 130 imprese e parchi tecnologici e scientifici operanti in Italia nei diversi settori di applicazione del biotech: salute, agricoltura, ambiente e processi industriali. L’Associazione riunisce realtà diverse – per dimensione e settore di attività – che trovano una forte coesione nella vocazione all’innovazione e nell’uso della tecnologia biotech: leva strategica di sviluppo in tutti i campi industriali e risposta concreta ad esigenze sempre più urgenti a livello di salute pubblica, cura dell’ambiente, agricoltura e alimentazione.
Costituita nel 1986 all’interno di Federchimica, Assobiotec è membro fondatore di EuropaBio e dell’International Council of Biotechnology Associations.
Fonte: Assobiotec