8 marzo: Save the Children, torna a Roma “Abbattiamo il muro del silenzio”, terza tappa di un viaggio itinerante per sensibilizzare contro il dramma della violenza assistita.
Dall’8 al 10 marzo presso WeGil in Largo Ascianghi 5, una installazione immersiva per provare quello che sente un bambino che assiste a violenze domestiche, un fenomeno che negli ultimi 5 anni ha visto 427mila bambini testimoni diretti o indiretti di maltrattamenti nei confronti delle proprie mamme
In Italia sono 427mila i minori che negli ultimi 5 anni hanno vissuto in prima persona o da spettatori, di situazioni di violenza domestica ai danni delle loro mamme[1]. Più di 1 donna su 10, tra quelle che hanno subito una qualche forma di violenza nella loro vita (6,7 milioni)[2], ha temuto per la propria vita o per quella dei propri figli e in quasi la metà dei casi i loro bambini hanno assistito direttamente ai maltrattamenti[3].
In occasione della giornata dedicata alle donne domani 8 marzo e per diffondere la conoscenza sui terribili effetti della violenza assistita sulla vita di migliaia di bambini e adolescenti, Save the Children organizza a Roma l’evento “Abbattiamo il muro del silenzio – La Stanza di Alessandro”, con la collaborazione della Regione Lazio e Lazio Crea. L’evento si svolgerà alle 19.00 presso WeGil in Largo Ascianghi 5 alla presenza di Lorenza Bonaccorsi, Assessore al Turismo e Pari opportunità della Regione Lazio; di Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children e di Antonella Inverno, curatrice dell’omonimo Rapporto.
All’evento organizzato da Save the Children, l’Organizzazione che da 100 anni lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro, si affronterà il fenomeno della violenza assistita, un fenomeno sottovalutato che non riesce ad emergere perché troppo spesso poco denunciato. I partecipanti potranno immedesimarsi completamente in Alessandro, un bambino che nella sua vita assiste regolarmente a episodi di violenza domestica. Attraverso la tecnologia di bone conductor (conduttore osseo) si potrà provare “nelle proprie ossa” l’angoscia e l’ansia di un minore che assiste a violenze nella propria casa.
“Per i bambini la casa dovrebbe rappresentare un luogo dove crescere e sentirsi al sicuro. Purtroppo per molti di loro invece, le mura domestiche si trasformano in fonte di ansia e paura. I piccoli che assistono a violenze in casa propria, sono più fragili rispetto ai coetanei e sviluppano spesso depressione, attacchi di panico, comportamenti asociali o aggressivi. Inoltre, tra le conseguenze più dirette della violenza assistita c’è anche quella che riguarda il rendimento scolastico, purtroppo più basso per quei bambini e adolescenti che assistono a violenze in casa e che potrebbe pregiudicare il loro futuro. Una piaga quella della violenza assistita ancora troppo sottovalutata in Italia e che, invece, bisogna far emergere attraverso una rete di supporto alle donne e ai bambini vittime di violenza” afferma Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.
Sono più di 1,4 milioni le mamme vittime di violenza domestica in Italia, come riporta il dossier di Save the Children. Di queste, 1 su 3 è stata vittima di violenza durante la gravidanza. Eppure, sottolinea l’Organizzazione, il fenomeno rimane ancora sommerso, come evidenzia il dato delle 550.000 donne che non hanno mai denunciato i loro aggressori o non si sono mai rivolte a strutture specializzate. Nel 57% dei casi le violenze vengono percepite come “qualcosa di sbagliato”, ma non un reato da denunciare[4].
“Il sostegno alle vittime di violenza, alle bambine e ai bambini orfani di femminicidio, è parte integrante delle politiche di pari opportunità che insieme al Presidente Zingaretti stiamo portando avanti per contrastare il fenomeno della violenza maschile contro le donne. La nostra è una politica complessiva, trasversale e multidisciplinare che intende affrontare il fenomeno della violenza di genere con azioni e risposte efficaci. Per questo siamo stati tra i primi in Italia a stanziare un fondo specifico per garantire un aiuto concreto agli orfani delle vittime di femminicidio. Per il 2019 continueremo ad operare su diversi ambiti, potenziando le nostre azioni per il contrasto della violenza maschile sulle donne, ampliando la rete dei servizi regionali con l’apertura di nuovi centri antiviolenza e case rifugio. Oltre a questi interventi, in occasione dell’8 marzo la Regione Lazio ribadisce con forza l’impegno per sconfiggere la cultura che produce violenza, discriminazione e sofferenza, con una serie di azioni di prevenzione rivolte ai più giovani nelle scuole, per essere sempre dalla parte delle donne e dei loro figli” dichiara Lorenza Bonaccorsi, Assessore al Turismo e Pari opportunità della Regione Lazio.
L’Installazione “La Stanza di Alessandro”
Sarà possibile visitare l’installazione immersiva presso WeGil di Largo Ascianghi 5 a Roma venerdì 8 marzo dalle ore 19.00 alle ore 23.00; sabato 9 e domenica 10 marzo dalle ore 11.00 alle ore 19.00.
Per partecipare è necessario utilizzare il seguente link ventbrite.it/o/save-the-children-italia-17467435091
Considerata la sensibilità dei contenuti, la visita dell’installazione è sconsigliata ai minori di 18 anni.
L’installazione immersiva è stata ideata dall’agenzia di comunicazione The Embassy, in collaborazione con ECCETERA, BC TODAY e con il coinvolgimento degli studenti della “Scuola Politecnica di Design”.
L’evento di sensibilizzazione di Roma rappresenta anche l’occasione di lancio del “Punto di Ascolto” all’interno dello Spazio Mamme del Punto Luce nel quartiere di Torre Maura. Il Punto di Ascolto, realizzato in collaborazione con l’associazione Antropos, darà alle mamme l’opportunità di confrontarsi con personale esperto, sui temi della genitorialità e ricevere anche orientamento e supporto personalizzato. Lo spazio sarà aperto entro fine marzo con accesso gratuito a cadenza settimanale. Questo nuovo intervento si inserisce nell’ambito delle attività programmatiche con cui Save the Children sostiene le donne e i loro figli, soprattutto se in condizione di fragilità, durante la gravidanza e subito dopo la nascita di un bambino, promuovendo la loro capacità di cura e supportandole nella costruzione di percorsi di autonomia e di fuoriuscita da ogni forma di disagio. L’Organizzazione è impegnata nell’attività di supporto attraverso gli Spazi Mamme e la “Comunità Germogli” in Piemonte, affiancata dalla Fondazione De Rossi.