Mercoledì 20 febbraio Grande come una Città offrirà il suo omaggio alla memoria di Valerio Verbano: appuntamento presso la Sala Consiliare del Municipio Roma III (piazza Sempione – dalle ore 20:30 alle 22:30) con Rosso Vivo di e con Alessandra Magrini, un monologo teatrale liberamente tratto dal libro di Carla Verbano e Alessandro Capponi Sia folgorante la fine (Rizzoli, 2010) che racconta la storia di suo figlio Valerio Verbano, giovane attivista politico ucciso dai fascisti con un colpo di pistola a soli diciannove anni.
Rosso Vivomette di fronte alla vicenda di una madre che trae dal suo dolore la forza di divenire una guerriera in cerca di giustizia. Avvolto nelle luci di una camera oscura, una giovane ombra scatta fotografie, si tratta del giovane studente Francesco. Accanto, Carla cerca la verità, provando a sciogliere una matassa con nodi inconprensibili che la conducono in uno scontro frontale con la debolezza, con la forza, con l’ostinazione. Dopo 31 anni di domande insolute per la prima volta la speranza assume concretezza, il caso di Valerio è stato riaperto ed è rispuntato fuori anche il dossier, di cui grazie ad un articolo di Giovanni Bianconi, Carla riconosce la grafia del figlio.
Chi era Valerio Verbano? Perché è stato ucciso?
È il 22 febbraio 1980. Valerio, diciannove anni, viene ucciso con un colpo di pistola alla nuca nella sua casa di Monte Sacro a Roma. I genitori sono legati e imbavagliati nella stanza accanto. Valerio, vicino ad Autonomia Operaia, stava compilando un dossier che dimostrava i collegamenti tra alcuni gruppi di estrema destra e gli apparati statali.
Carla non si arrende all’assurdità degli eventi, mettendosi in gioco in prima persona, ricostruendo minuziosamente date, nomi e fatti. Come Caronte, traghetta le nostre anime in un viaggio negli anni di piombo. Irrompe come una lama di ghiaccio rovente, la rabbia di una madre che riesce con schiettezza e precisione a raccontare una storia che non dovrebbe mai essere dimenticata, nell’Italia dei segreti di stato, mostrata senza filtri.
Carla Verbano è una madre lontana dalla vita politica nella quale suo figlio è attivista e si trova improvvisamente catapultata nella cruenta realtà di quegli anni. Intanto del dossier Verbano non si è più saputo nulla e la mamma di Valerio, dallo stesso salotto in cui si svolse la tragedia, continua a chiedere giustizia: non solo per sé, ma per tutte le famiglie devastate dalle raffiche degli anni di piombo. Carla è una donna che a 50 anni ha imparato a sparare – estrema ratio contro le minacce; a 80 anni a navigare in internet- per cercare gli assassini, per incontrare i compagni di Valerio su facebook , la sera, davanti al suo PC, nella stanza dove ancora c’è lo stesso divano dal quale suo figlio la chiamò per l’ultima volta.
Ricordiamo che Grande come una Città è un vero e proprio movimento di persone nato nel Terzo Municipio attorno all’assessorato alla cultura, con il progetto di creare con gli stessi abitanti dei quartieri incontri, eventi, arte e cultura animati dal valore della cittadinanza attiva e dalla convinzione che la cultura sia un preziosissimo strumento per costruire cittadini consapevoli.