Asia Argento esposta come opera d’Arte a Roma al Complesso del Vittoriano

Al Complesso del Vittoriano, nell’ambito della mostra“Marco Manzo”, in cartello fino al 16 Dicembre ed in concomitanza con le mostre di Andy Warhol e Jackson Pollock, èandata in scena una performance artistica dal titolo “Diorama d’Aria”che ha visto la famosa attrice e regista Asia Argento esposta come opera d’arte vivente all’interno di una teca, durante scene di vita quotidiana, mostrando alcuni dei tatuaggi in stile ornamentale che hanno reso celebre Marco Manzo in tutto il mondo, tra i quali la famosa collana Vittoriana che le decora il decolletè, motivo ripreso su due busti in ceramica tatuata raffiguranti l’attrice collocati di fianco alla teca.

La teca èstata posta tra le circa 100 opere in marmo, bronzo ed alluminio e sotto a due enormi quadri animati in cui il tatuaggio prende vita su dei corpi, rendendoli sculture in movimento.
Durante il periodo della mostra, i numerosi visitatori hanno potuto ammirare , tra le altre opere, modelle tatuate esposte come opere d’arte vivente in eleganti abiti scuri.

Manzo ha portato nel corso della sua carriera il tatuaggio nei musei di arte contemporanea e nelle loro collezioni permanenti, segnando una nuova tappa nella storia dell’arte.
La mostra  è in calendario al Complesso del Vittoriano, Ala Brasini, sino al 16 Dicembre

LA MOSTRA

Dal 6 dicembre, al Complesso del Vittoriano – Ala Brasiniva in scena la mostra dal titoloMarco Manzo: il tatuatore, visual artist, scultore, incisore e designerdi fama internazionale espone al Vittoriano la sua intera produzione artistica che – in concomitanza delle mostre dedicate a Warhol e Pollock – resteràaperta al pubblico fino al16 dicembre.

 

La mostra celebra il tatuaggio che, dal disegno sulla pelle, si declina in pittura, scultura, video, fotografie, installazioni e performance.

Attraverso 100 opere l’arte di Manzo – che normalmente vive sul corpo vivo, soprattutto quello femminile sempre al centro della sua ispirazione – èvisibile lungo il percorso.A lui si deve infatti l’ingresso del tatuaggio nei musei di arte contemporanea e nelle loro collezioni permanenti, segnando una ulteriore tappa nel percorso della storia dell’arte.

 

Le sculture in bronzo, alluminio, ceramica e marmo sono tutte tatuate e grazie ai materiali di supporto il disegno ètangibile e il tratto dell’artista èdi grande impatto visivo.

Quello che solitamente avviene sul corpo, inteso come scultura in movimento, diviene eterno. Èil caso dell’opera al centro del percorso espositivo Francesca(2017), un’incisione indiretta su alluminio che rappresenta una sirena circondata da teste di marinai tutte tatuate e quadri animati dove la bellezza femminile senza tatuaggi èa confronto con quella ricoperta di tatuaggi dallo stilema ornamentaleche ha reso tanto celebre l’artista nel mondo.

A seguire nel percorso, una “mostra vivente”, con live performance, opere e installazioni concesse dal Museo LIMEN di Vibo Valentia, dalla Fondazione Logudoro Meilogu Museo d’arte Contemporanea FLM di Banari, dal SAMAC, Museo Arte Contemporanea dedicato alle Streghe di Benevento oltre a lavori esposti alla 16. Esposizione Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia – Padiglione Guatemala, a cui l’artista ha partecipato.

 

La mostra Marco Manzo, patrocinata dalla Regione Lazioe di Roma Capitale – Assessorato alla Crescita Culturale, conferma dunque il tatuaggio come arte contemporanea del XXI Secolo che con l’artista raggiunge i massimi livelli.

 

Gestione e organizzazione Complesso del Vittoriano – Ala Brasinidel Gruppo Arthemisia.

 

L’ARTISTA

Durante la sua carriera Marco Manzo èriuscito a fondere insieme le modalitàdi espressione piùvariegate e a creare un personale e riconoscibile linguaggio che, nel tempo, ha conquistato i contesti piùeterogenei.

Famosi i suoi “matrimoni”e le sue contaminazioni con la scultura, il design, la video-art, le arti digitali, la musica, l’alta e i motori.

L’unicità, l’irriproducibilitàe l’innovazione sono gli elementi distintivi propri della sua arte incisoria su corpo umano. Uno degli ultimi traguardi raggiunti èstato quello di trasformare il tatuaggio in una forma artistica riconosciuta e di portarlo a essere degno di una considerazione istituzionale pari alle arti cosiddette maggiori.

 

Le opere di Manzo hanno fatto il loro ingresso a vario titolo presso il Maxxi e il MACRO di Roma, la Gagosian Gallery di New York e alcuni dei piùcelebri musei di arte contemporanea internazionali, come il MOMA di New York.

 

LA POETICA

Arte per fare Arteed Eternitàdella produzione artistica.

I concetti di Arte per fare Arteed Eternitàdella produzione artisticahanno interessato pubblico e critica nella vita artistica di Marco Manzo.

 

Arte per fare arteparte da una macchinetta per tatuaggi in oro e incisa – dall’artista stesso – usata – sempre da lui – per creare le sculture tatuate, opere presenti in mostra al Vittoriano.

Lo strumento, esso stesso opera d’arte, genera nuova arte: artefice di buona parte della produzione artistica di Manzo èun mezzo dell’arte che ne èallo stesso tempo testimone.

 

Eternitàdella produzione artisticaèla creazione di opere interattive che, anche in assenza dell’autore, possono generare nuove opere tramite il pubblico che diventa performer, collocando o modificando l’opera, come programmato dall’artista.

Esempio: le lastre che sono in mostra, su di una superficie di un metro quadro, sono in grado di comporre otre 23.000.000.000 di combinazioni…la vita di una persona non basterebbe a vederle tutte nello scorrere del tempo, degli anni di un’intera esistenza. Da qui il concetto di eternitànella produzione di un’opera d’arte.

 

Marco Manzo èprecursore dello stilema ornamentale che ha come scopo principale quello di ridisegnare il corpo umano – soprattutto quello femminile – slanciandone le forme e accentuandone i punti di forza; il corpo cosìdiventa scultura in movimento.

La progettazione di questi disegni unici, studiati ed elaborati appositamente per ogni persona, ha come punto di partenza il corpo: grazie allo studio dell’anatomia il tatuaggio non èla partenza ma conseguenza del corpo stesso.

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