Dall’11 dicembre al 16 dicembre 2018 VALENTINA LODOVINI in TUTTA CASA, LETTO E CHIESA
di Dario Fo e Franca Rame
Costumi Massimo Cantini Parrini
movimento scenico Silvia Perelli
disegno luci Alessandro Barbieri
scenografia Chaira Amaltea Ciarelli
musiche a cura di Maria Antonietta
aiuto regia Rachele Minelli
tecnico audio Gianluca Meda
macchinista Raffaele Basile
organizzazione Arianna Fè
Regia di SANDRO MABELLINI
Produzione di Pierfrancesco Pisani e TPE-Teatro Piemonte Europa
Tutta casa, letto e chiesa è uno spettacolo sulla condizione femminile, in particolare sulle servitù sessuali della donna. Si ride, e molto, ma alla fine resta addosso una grande amarezza. Il primo debutto è stato a Milano, alla Palazzina Liberty, nel 1977, in appoggio alle lotte del movimento femminista. Il testo è tuttora allestito in oltre trenta Nazioni: la condizione della donna, purtroppo, è simile ovunque.
Il protagonista assoluto di questo spettacolo sulla donna è l’uomo. Meglio, il suo sesso! Non “in carne e ossa”, ma è sempre presente, enorme, che incombe… e che schiaccia le donne! Le donne… sono anni che si battono per la loro liberazione, chiedendo parità di diritti con l’uomo, parità sociali, parità di sesso… E quando mai! Le donne non arriveranno mai ad uguagliare l’uomo in questo campo. E’ del tutto utopistico sperarlo… anche per un fatto anatomico. Donne rassegnatevi! Anche agli albori del secondo millennio le donne sono sottomesse alla cultura del c****… del sesso del maschio!
Dopo la presentazione del protagonista maschile, veniamo ai personaggi femminili. Nel primo brano, una donna sola, troviamo una casalinga, la casalinga per antonomasia, che ha tutto all’interno della sua famiglia, meno la cosa più importante: la considerazione, l’essere trattata come una persona, in individuo e rispettata in quanto tale, non solo usata come oggetto sessuale e come domestica senza stipendio né pensione. Abbiamo tutte la stessa storia è la rappresentazione di un rapporto sessuale tra un maschio e una femmina… Mimato, per carità! Un rapporto sessuale con la donna – ahinoi! – subalterna all’uomo, come succede quasi sempre. Terzo brano “Il risveglio”. Qui abbiamo una donna, un’operaia, sfruttata tre volte: in casa come donna tuttofare, in fabbrica e a letto.
Non poteva mancare questo personaggio nella nostra galleria: personaggio “portante” nella nostra società.
L’epilogo è affidato ad una Alice nel paese senza meraviglie.
Lo spettacolo dura 70 minuti senza intervallo