Gli alti e i bassi di Biancaneve al Teatro Palladium

Biancaneve è una bambina e grazie all’incontro con i sette nani, sette minatori che hanno perso le gambe, scopre i veri valori della vita. I nani la costringeranno, abbassando lo sguardo sino a loro, a essere umile. Il basso rappresenta la bontà e l’accoglienza, l’altro, l’alto, l’invidia e la malvagità.

Gli alti e bassi di Biancaneve, è lo spettacolo pensato per i ragazzi e per gli adulti, dell’artista palermitana Emma Dante che ne firma la drammaturgia, la regia, le scene e i costumi e che fa parte della trilogia “Le Principesse di Emma” (con Anastasia, Genoveffa e Cenerentola e La bella Rosaspina addormentata), un volume edito da Baldini e Castoldi e scritto dalla stessa Dante.

La piece al Palladium per il festival FLAUTISSIMO affronta una fiaba crudele, nella quale si porta in scena una realtà forte, non edulcorata, perché «è dagli alti e bassi della vita, dalle sproporzioni delle cose, che Biancaneve fa esperienza e trova la sua verità».

Note di regia: C’è l’alto che si fa basso e il basso che si fa alto nel mondo di Biancaneve. Al contrario di Alice nel paese delle meraviglie che cresce e rimpicciolisce continuamente, Biancaneve vede alzarsi ed abbassarsi il mondo intorno a lei circondato da creature buone e cattive che l’aiutano a diventare grande. Biancaneve fa esperienza, nello stesso tempo, della vigilia e dell’indomani, del più e del meno, del troppo e del non abbastanza, della causa e dell’effetto. Viene punita dalla matrigna prima di essere colpevole, ancora bambina inconsapevole viene accusata di vanità e fuggendo nel bosco scopre nella statura dei nani e nelle sproporzioni delle cose i veri valori della vita. I nani le insegnano ad abbassare lo sguardo e ad essere umile mentre la regina madre le insinua nell’anima il pericolo di uno sguardo diritto verso l’esaltazione del proprio io.  C’è uno specchio che riflette tutto, sogni e paure, azioni malvagie e fughe verso la libertà.
La regina madre interroga lo specchio, Biancaneve il suo cuore. L’invidia tormenta la regina al punto che desidera uccidere la rivale e divorargli il cuore. È una favola crudele dove i mostri si avvicinano ai bambini spinti dalla necessità di guidarli verso il percorso della conoscenza. I nani sono piccoli minatori dalle pance gonfie che parlano un siciliano medievale. Durante un’esplosione in miniera tutti e sette hanno perso le gambe. 
La matrigna che offre a Biancaneve il frutto proibito per incantesimo si trasforma in una vecchia magra e altissima. Tutto è sproporzionato come all’inizio sono le cose che vedono i bambini. I loro occhi, sgombri da forme convenzionali, vedono grande e spaziosa una stanza dove da tempo noi ci sentiamo prigionieri.

 

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