Al Festival Internazionale di Cinema dei Castelli Romani Sabato il primo lungometraggio del giovane regista fiorentino Marco Cervelli, prodotto dalla Fair Play.
Miglior film italiano “Sanese d’Oro” Terra di Siena Film Festival 2018
Miglior attore protagonista a Nicola Nocella al Terra di Siena Film Festival
Sabato 13 ottobre, ore 21.15
(Palazzo Chigi , Sala Maestra, Ariccia)
Il film sarà in concorso al FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CINEMA DEI CASTELLI ROMANI
“Reinterpretando il celebre dramma di Beckett, tre amici fondono la loro vita con quella dei personaggi che mettono in scena, nell’attesa che prima o poi il loro Godot – o la loro Bardot – arrivi.”
Soggetto, sceneggiatura e regia Marco Cervelli
Direttore della fotografia Stefano Spiti
Scenografia Esther Musatti
Cast
Paolo Peppino Mazzotta
Lucia Simona Borioni
Giorgio Nicola Nocella
Massimo Nicholas Gallo
Federica Jennifer Mischiati
con l’amichevole partecipazione di Alessandro Paci
Durata: 83 min Anno: 2017
Genere: Commedia Lingua: Italiano Colore
Produzione Fair Play
Produttori Fabrizio Guarducci e Matteo Cichero
SINOSSI
I personaggi del film stanno mettendo in scena un’opera teatrale, ispirata liberamente alla famosa opera “Aspettando Godot” di Samuel Beckett. Reinterpretando il dramma di Beckett, i personaggi fondono la loro vita con quella dei personaggi che mettono in scena, nell’attesa che prima o poi Godot arrivi.
Si troveranno combattuti tra il crescere come “artisti di strada” impegnandosi nella messa in scena della pièce che può sancire il successo, oppure vederli ancora una volta sconfitti, mentre le loro schermaglie rischiano di minare seriamente il loro futuro professionale e personale.
L’ansia di non essere all’altezza della situazione, la difficoltà ad esprimere i propri sentimenti e la drammatica realizzazione di aver sprecato parte della propria vita, rappresentano il tema comune che lega insieme le vite di Massimo, Giorgio, Federica, Maria, Lucia e Paolo.
NOTE DEL REGISTA
Marco Cervelli
Sono artisticamente attratto da narrative parallele che si intrecciano tra loro, e uso questo metodo per descrivere le diverse situazioni con un tocco di ironia. Adoro raccontare esperienze che riguardano la vita di tutti i giorni; infatti, nella loro diversa espressione e reazioni personali che provocano in ogni individuo, costituiscono storie uniche. I personaggi sono persone comuni a cui capita di innamorarsi, soffrire, tradire, ridere di se stessi e seguire un sogno importante che è diverso per ognuno di loro. Lo stile narrativo che prediligo è di inserire questi elementi in un piccolo intervallo, giustapponendo emozioni ed eventi così intensi da poter cambiare radicalmente i loro destini. Alcuni giorni descrivono meglio di altri l’inizio e la fine di un viaggio; la capacità è quella di distinguerli e di coglierne l’importanza e l’influenza che esercitano sull’intera esistenza. Il teatro è visto come una metafora, come pretesto per narrare le vicissitudini di uomini e donne che sono presi tra successo e fallimento, paura e speranza, amore e odio.
È qui che nasce l’idea “Aspettando la Bardot”, una commedia brillante / sentimentale che ruota attorno all’attesa di un segno che possa “illuminare il sentiero.
Il film ha una trama narrativa che si sviluppa su un periodo di 24 ore, in cui i personaggi si confrontano con se stessi, in una successione di eventi. Questi eventi cattureranno il pubblico e lo faranno affezionare alle vicende dei personaggi. La regia è molto veloce, con tagli frequenti, fotocamera a mano e primi piani, specialmente durante le scene corali, per sottolineare come la personalità individuale viene persa o camuffata all’interno di situazioni caotiche e spensierate. Per esempio, le scene girate all’interno del bar hanno bisogno di una regia costruita sugli sguardi e i profili a contrasto di ogni singolo individuo, in un’atmosfera di divertimento ed eccitazione, sottolineata da musica da discoteca.
La realtà interiore individuale in ogni scena a due richiede inquadrature lunghe e dolly, così da non perdere nulla dell’azione che si svolge davanti alla macchina da presa. Una musica di sottofondo più morbida crea un’atmosfera intensa. A questo proposito la mia ispirazione è il film di Paolo Virzì Ovosodo, dove la progressiva crescita fisica e personale del protagonista è contrassegnata da una forte azione, ma anche da opportunità di riflessione e consapevolezza della propria personalità. In “Aspettando la Bardot” tutto questo accade in un solo giorno e una sola notte, in un momento della vita in cui una singola scelta decide il proprio destino.
Marco Cervelli è nato a Firenze il 18 agosto 1980. Laureatosi al DAMS di Bologna nel 2005 con una tesi sul Neorealismo Italiano e un’intervista al maestro Carlo Lizzani (pubblicata su www.ilcorto.it), inizia a lavorare come assistente alla regia in varie produzioni cinematografiche, collaborando con registi come Peter Marcias, Andrea Papini, Claudio Insegno, Annamaria Liguori, Giovanni Bufalini, Riccardo Sesani, Pierfrancesco Campanella, Domenico Costanzo, Antonio Palumbo, Fabrizio Guarducci e Andrea Magnani. Ha anche diretto video pubblicitari per il web per Glam Advertising. Nel 2014 ha scritto e diretto il corto Game Over, premia- to al concorso “Non giochiamoci il futuro” sui rischi del gioco d’azzardo. Nel 2016 ha scritto e diretto Disneyland, un corto sul razzismo, attualmente selezionato per svariati festival del corto.
Nel 2017 ha scritto e diretto il suo primo lungometraggio, Aspettando la Bardot con la partecipazione nel cast di Peppino Mazzotta (Anime Nere, Montalbano), Nicola Nocella (Easy), Simona Borioni e Desirée Giorgetti.