REF 2018

Romaeuropa Festival 2018: la settimana dal 25 al 30 settembre

REF 2018Prosegue il percorso tra i mondi del Romaeuropa Festival
Dal 25 al 30 settembre in programma:
La danza dell’israeliana Sharon Eyal,
Il “documentato” degli spagnoli Agrupación Señor Serrano,
L’installazione degli italiani None Collective,
Il teatro-cucina della francovietnamita Caroline Guiela Nguien
La coreografia per droni, danzatori e musicisti del libanese Omar Rajeh

Prosegue il percorso tra i mondi che anima la 33esima edizione di Romaeuropa festival il cui titolo è, non a caso, Between Worlds.

Dopo due appuntamenti dedicati interamente all’Africa –“Kirina” di Coulibaly e il concerto dell’ambasciatrice della musica maliana Oumou Sangarè – il 25 e 26 settembre al Festival è in programma un grande ritorno: al Teatro Argentina arriva una delle icone della nuova danza mondiale, l’israeliana Sharon Eyal che insieme a Gai Behar, con cui guida la compagnia L-E-V, presenterà il suo seducente “Love Chapter II”, nuovo exploit sul tema dell’amore articolato come danza potente ed espressiva, capace di trasmettere un’energia dirompente e di fondere con eleganza musica elettronica, rigore coreografico e venature glamour.

Negli stessi giorni all’Auditorium Parco della Musica dopo “Birdie”, presentato al REf17, arriva il teatro “documentato” degli spagnoli Agrupación Señor Serrano che con “Kingdom” affronteranno il tema del capitalismo affiancandolo ironicamente alla figura di King Kong: un cocktail irriverente che mescola banane, consumismo, coreografie virili, pubblicità, punk rock, supermarket, multinazionali, bestialità e musica trap per suggerire l’identificazione fra il modello capitalista e patriarcale e il celebre mostro partorito da Hollywood.
Il 27 settembre, alla fine dello spettacolo, la compagnia incontra il pubblico per il ciclo Postit moderato da Renato Fontana, esperto e docente di comunicazione e linguaggi visivi.

Il 27 settembre alla Sala Santa Rita il collettivo artistico NONE che da sempre si muove sul confine tra arte, design e ricerca tecnologica con la creazione di opere immersive in ambito internazionale presenta alla Sala Santa Rita “Genesi” più che un’installazione un rito collettivo, uno stimolo alla ricerca della connessione tra l’individuo e la propria spiritualità. Le più svariate e antiche pratiche di meditazione si mescolano per creare un crescendo sonoro che insieme all’utilizzo della luce mette alla prova lo spettatore trasformandolo in un performer inconsapevole. L’opera è in mostra fino al 7 ottobre, ingresso gratuito.

Il 29 e 30 ottobre all’Auditorium Parco della Musicaè la volta dei việt kiều raccontati dall’acclamata regista della scena francese Caroline Guiela Nguien che nel suo “Saigon” indaga con poesia e delicatezza l’identità post-coloniale con uno spettacolo toccante e intenso ambientato in un ristorante vietnamita, ponte d’incontro tra il Vietnam degli anni Cinquanta e la Francia di oggi. 11 attori in scena incarnano le voci di uomini e segnati dalla storia e dalla geografia. Ogni incontro è utile a condividere paesaggi, volti, canzoni e lingue che non esistono più da nessuna parte se non nella loro memoria e nel luogo che hanno costruito per renderla viva.
Il 29 Settembre, prima dello spettacolo, la regista incontrerà il pubblico per il ciclo di Talk di Robinson – La Repubblica insieme alla giornalista Katia Ippaso alle ore 19.15 in Sala Petrassi.

Sempre il 29 e 30 settembre al Teatro Argentina il Libanese Omar Rajeh in “#minaret” s’interrogherà sul nostro ruolo dinanzi a episodi di distruzione, come quello che ha raso al suolo Aleppo e la sua storia. Un atto di resistenza contro la demolizione di una delle città più antiche del mondo attraverso una coreografia per droni, danzatori e musicisti. Un incontro tra coreografia, arti visive e musica eseguita dal vivo e ispirata all’eredità sonora di Aleppo capace di trasportarci nel cuore della città e di farci riflettere sul nostro ruolo e sulla nostra posizione rispetto a questo terribile atto di barbarie.
Il 30 Settembre per i Talk di Robinson – La Repubblica Omar Rajeh incontra il pubblico alla fine dello spettacolo in Sala Squarzina insieme all’archeologo e accademico Paolo Matthiae. Modera la giornalista Raffaella De Santis.

PROGRAMMA ROMAEUROPA FESTIVAL DAL 25 AL 30 SETTEMBRE

Da martedì 25* a mercoledì 26 settembre | Teatro Argentina
SHARON EYAL – GAI BEHAR / L-E-V
Love Chapter 2
Ore 21
Da 19 a 40 euro
*La replica del 24 settembre è stata annullata per imprevedibili difficoltà tecniche e logistiche della Compagnia

Da martedì 25* a mercoledì 26 settembre | Auditorium – Sala Petrassi
AGRUPACIÓN SEÑOR SERRANO
Kingdom
Ore 21
Da 15 a 30 euro
*Martedì 25, a fine spettacolo, Post it con la partecipazione degli artisti e Renato Fontana.

Da giovedì 27 settembre a domenica 7 ottobre | Sala Santa Rita
NONE collective
Genesi
Ore 16 – 20 (venerdì 16 – 23 / sabato 11 – 19 / lunedì chiuso)
Ingresso gratuito

Da sabato 29 a domenica 30 settembre | Teatro Argentina
OMAR RAJEH – Maqamat
#minaret
Sabato 29 ore 18 – domenica 30 ore 17
Da 11 a 30 euro
Il 30 Settembre per i Talk di Robinson – La Repubblica Omar Rajeh incontra il pubblico alla fine dello spettacolo in Sala Squarzina insieme all’archeologo e accademico Paolo Matthiae. Modera la giornalista Raffaella De Santis.

Da sabato 29 a domenica 30 settembre | Auditorium Sala Petrassi
CAROLINA GUIELA NGUYEN / les Hommes Approximatifs
Saigon
Sabato 29 ore 20 – domenica 30 ore 17
Da 19 a 30 euro

29 Settembre, ore 19.15 in Sala Petrassi prima dello spettacolo, la regista incontrerà il pubblico per il ciclo di Talk di Robinson – La Repubblica insieme alla giornalista Katia Ippaso.

 

SCHEDE SPETTACOLI
SHARON EYAL | GAI BEHAR | L-E-V
Love Chapter II
Dal 25 al 26 Settembre | Teatro Argentina
Ore 21

Chi durante REf16 ha potuto vedere OCD Love ricorderà quel sensuale amalgama di musica e danza creato da Sharon Eyal, coreografa associata alla Batsheva Dance Company. Con lei, riuniti sotto il nome L-E-V (cuore, in ebraico), Gai Behar animatore della vita notturna di Tel Aviv e il musicista, padre dei techno rave israeliani, Ori Lichtik.

Oggi la compagnia torna in scena con Love Chapter II, nuovo exploit sul tema dell’amore articolato come danza potente ed espressiva, capace contemporaneamente di trasmettere un’energia dirompente e di fondere con eleganza musica elettronica, rigore coreografico e venature glamour.

Una pièce sul rapporto amoroso che, tra dolcezza e violenza, pulsa come un cuore avvolto di tenebra e frammentato in pezzi d’amore ma ancora in grado di mostrare, durante l’esplosione, tutta la sua luminosità.

 

Agrupación Señor Serrano
Kingdom
25-26 Settembre | Auditorium Parco della Musica – Sala Petrassi
Ore 21

Il 25 Settembre al Termine dello spettacolo la compagnia incontra il pubblico per Post-it, il ciclo di incontri realizzato con Rai Radio3. Modera l’incontro Renato Fontana.
Già con Birdie, presentato durante REf17, i catalani Agrupación Señor Serrano hanno dimostrato come cinema, immaginario collettivo e media siano strumenti utili a interpretare la realtà e manipolare le sue narrazioni.

Con Kingdom la compagnia composta da Àlex Serrano, Pau Palacios e Ferran Dordal porta in scena il mito di King Kong, mescola in un cocktail irriverente banane, consumismo, coreografie virili, pubblicità, punk rock, supermarket, confusione, multinazionali, bestialità e musica trap per suggerire l’identificazione fra il modello capitalista e patriarcale e il celebre mostro partorito da Hollywood. L’obiettivo è quello di esporre i meccanismi che agiscono all’interno del modello economico e sociale del mondo occidentale e che ci inducono a crisi cicliche.

Se la costruzione di questa scena, sospesa tra reale e virtuale, avviene attraverso immagini filmate e manipolate digitalmente, musiche e testi, la compagnia raddoppia le carte in tavola e sviluppa la propria ricerca drammaturgica ed estetica presentando un dispositivo più complesso capace di raccogliere oggetti, performer, musicisti e danzatori. In poche parole una moltitudine di sguardi sulla complessità e le criticità del presente.

 

NONE Collective
Genesi
Dal 27 settembre al 7 ottobre Sala Santa Rita
dalle h 16 alle 20
il venerdì e sabato dalle h 16 alle 23
la domenica dalle h 11 alle 19
lunedì chiuso

GENESI è un’installazione, un rito collettivo che vuole connettere lo spettatore con il proprio “io” profondo e la propria spiritualità.
NONE collective mette in scena una celebrazione e assiste da spettatore alla dialettica costante dei due stati dell’essere: la coscienza e l’incoscienza, il sapere e l’ignoranza, l’antica dicotomia tra la luce e il buio. Le più svariate e antiche tecniche di meditazione si mescolano – il mantra OM, i canti gregoriani, le campane tibetane, i canti dei Muezzin, l’ipnosi – nel suono e nella luce, accecante e ardente, mettendo alla prova il visitatore e trasformandolo in performer inconsapevole.

Dopo essere stata presentata l’1 Gennaio 2018 a La Festa di Roma promossa dall’Assessorato alla Crescita Culturale di Roma, Genesi dialoga ora con la Sala Santa Rita. L’opera, infatti, è stata riadattata in dialogo con lo spazio. In prossimità del suo ingresso il pubblico sarà attirato da una parete di luci accecanti (blinder), formata da 225 lampade per un totale di 75 kilowatt per ogni modulo luminoso. Lo spettatore, messo alla prova dal calore della luce, dal mantra sonoro si ritroverà involontariamente al centro dell’installazione, protagonista di un atto performativo.
Qui l’oscurità dell’incertezza, della paura e del caos in cui tutti noi viviamo, infatti, assume una nuova dimensione fisica e il buio si manifesta nella sua positività come spazio inesplorato: è il futuro ancora da esperire, in cui tutto potrà ancora accadere.

Le luci caustiche che riflettono ogni elemento architettonico della Sala Santa Rita e il mylar, materiale altamente riflettente, che ricopre l’intera superficie della chiesa sconsacrata, invitano lo spettatore ad esplorare una nuova dimensione spirituale, in cui convivono fede e materia, incertezza e speranza verso il futuro.

 

CAROLINE GUIENA NGUYEN | LES HOMMES APPROXIMATIFS
Saigon
29 e 30 Settembre | Auditorium Parco della Musica – Sala Petrassi
sabato ore 20
domenica ore 17
29 Settembre, ore 19.15 in Sala Petrassi prima dello spettacolo, la regista incontrerà il pubblico per il ciclo di Talk di Robinson – La Repubblica insieme alla giornalista Katia Ippaso.

Marie-Antoinette è una donna vietnamita arrivata in Francia nel 1954. Sull’insegna del suo ristorante ha scritto ‘SAIGON’. È il nome di ben 979 ristoranti nel paese ma anche quello della sua terra d’origine. Qui si viene per parlare vietnamita o per cantare canzoni che piangono amori perduti e dimenticati in patria. Nel ristorante ci sono fiori artificiali e luci al neon, l’altare per gli antenati e una raffigurazione della Vergine Maria appesa a un muro.

È in questo luogo che ci porta Caroline Guiela Nguyen, acclamata regista della scena francese insieme alla sua compagnia les Hommes Approximatifs. 11 attori in scena (francesi, francesi di origine vietnamita e vietnamiti) incarnano le voci di uomini e donne segnati dalla storia e dalla geografia. Ogni incontro è utile a condividere paesaggi, volti, canzoni e lingue che non esistono più da nessuna parte se non nella loro memoria e nel luogo che hanno costruito per renderla viva.

Perché SAIGON indaga con poesia e delicatezza l’identità post-coloniale, quando le proprie radici divengono un ricordo lontano incarnato in un ristorante etnico, sospeso tra la Francia di oggi e la Saigon degli anni ’50, e per sempre scollato dalla realtà.

 

 

Omar Rajeh | Maqamat
Kingdom
29 e 30 Settembre | Teatro Argentina
sabato ore 18
domenica ore 17

Il 30 Settembre per i Talk di Robinson – La Repubblica Omar Rajeh incontra il pubblico alla fine dello spettacolo in Sala Squarzina insieme all’archeologo e accademico Paolo Matthiae. Modera la giornalista Raffaella De Santis.

«Tutto si muove, cambia e si sposta attorno a noi – racconta Omar Rajeh – e possiamo sentire il tumulto creato dai conflitti non solo umani e sociali, ma anche religiosi e politici. Siamo testimoni di un malato plauso dell’estremismo, oscurantismo e fanatismo.

Può una città morire? E con essa i suoi valori, la sua storia e la sua ? Per quasi mille anni il minareto della Grande Moschea di Aleppo si ergeva sulla sommità della città più grande di tutta la Siria. Questo ritratto monumentale di un’intera cultura, della società, della sua storia e religione ora giace in rovina».

Il coreografo e danzatore libanese Omar Rajeh, fondatore della compagnia Maqamat Dance (Beirut, 2002) con #minaret dà vita a un atto di resistenza contro la demolizione di una delle città più antiche del mondo attraverso una coreografia per droni, danzatori e musicisti. Un incontro tra coreografia, arti visive e musica eseguita dal vivo e ispirata all’eredità sonora di Aleppo. Un’unione in grado di trasportarci nel cuore della città e di farci riflettere sul nostro ruolo e sulla nostra posizione rispetto a questo terribile atto di distruzione.

 

Biglietteria:
06 45553050
www.romaeuropa.net

 

 

 

Fonte: Ufficio stampa Romaeuropa Festival 2018

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