La nota galleria del quartiere Coppedé riapre, dopo la pausa estiva, con un evento speciale
SPAZIOCIMA – “SINCRONISMO ASTRATTO”, APRE STASERA LA MOSTRA DI CHIARA MONTENERO E LUISIANO SCHIAVONE
Oggetto dell’esposizione, da stasera a venerdì 28, alcune delle opere degli artisti che approfondiscono il concetto di colore e di materia, di ricerca e di movimento
LA MOSTRA – Libri come opere d’arte, parole che diventano pennellate, allegorie che diventano virgole di colore. Ma anche segni e corpi, materia e sincronicità, staticità e movimento. Due “sostanze” totalmente diverse, quelle del brindisino Luisiano Schiavone e della spoletina Chiara Montenero, ma dalle “forme” similari, accomunate da un forte legame con l’astratto, da una vitalità cromatica, da una ricerca costante.
“Sincronismo astratto” è l’evento di riapertura, dopo la pausa estiva, della galleria SpazioCima, sita in via Ombrone 9, Roma, che inaugurerà stasera, giovedì 20 settembre, dalle ore 18:00 alle ore 21:30, visitabile sino a venerdì 28 settembre. La mostra, curata e organizzata da Roberta Cima, è a ingresso libero, da lunedì a giovedì dalle 15 alle 19, venerdì dalle 10 alle 13. Circa quindici le opere esposte, già presentate nel corso dell’anno.
DUE STILI, LA STESSA RICERCA – La poetessa e scrittrice Chiara Montenero, prima artista italiana ad aver esposto al Museo del Bardo di Tunisi, plasma i grandi classici della letteratura reinterpretandoli alla luce della pittura, con un’arte visiva che diventa nuova esperienza di sintassi e di contenuti, di emozioni e di linguaggi. Da Moby Dick di Melville al Canto di Natale di Dickens, dall’Odissea di Omero agli Ossi di Seppia di Montale, proseguendo tra Cime Tempestose e Notti Bianche. “Il mio percorso – spiega Chiara Montenero – inizia dalla scrittura, dall’emozione che si fa inchiostro e prosegue nelle mie mani inconsapevoli che disegnano segni di colore sulla tela candida del mio io imprigionato nelle sue stesse catene”.
Collegata all’astrattismo di Chiara è la collezione di “corpi”, quasi planimetrie, di Luisiano Schiavone: un risultato dato dallo studio della materia e alla sua trasformazione nel tempo. Una scoperta fatta di segni, intese come piccole particelle costituenti un corpo. Un corpo che, quindi, diventa astratto, forma figurativa da interpretare, una nuova realtà. Nei suoi “ritratti”, invece, è il colore a prevalere: pennellate calde e intense per volti mai in posa, mai simmetrici, in una stasi perenne di movimento apparente. L’artista ama le imperfezioni, che esalta e mai appiattisce, consapevole che questi siano il primo elemento a renderci unici e veri.
Fonte: Ufficio Stampa Uozzart