Domenica sera si sono chiusi i tredicesimi mondiali
di nuoto, Roma09. Nel partecipare alla cerimonia finale, semplice ma
suggestiva, dopo la premiazione dei record e delle ultime medaglie, il pensiero
va ad un'altra componente da record e da medaglia: il calore umano di questi
mondiali. Fa caldo, è vero, e parlare di calore non fa proprio piacere, ma
sarebbe ingiusto trascurare tutti coloro che fin dalle prime ore del mattino di
tutti i giorni affollavano gli spalti degli stadi. Per chi non lo sapesse gli
stadi di Roma09 sono stati costruiti ampliando le strutture esistenti con
abbondante uso di ponteggi di ferro e gradinate di lamiera "incartate", se così
si può dire, da teloni colorati per dare l'impressione di solidità. In realtà
le strutture, benché eseguite e regola d'arte, erano ben lungi dall'essere
simili a quelle di un vero stadio, a
cominciare dal fatto che, sotto il sole, si arroventavano somigliando più a
catini infuocati che a curve e gradinate. Ebbene, nonostante ciò, nessuno
spettatore si è tirato indietro. Sempre lì, sempre attenti e corretti, a
sostenere i campioni e ad osannare anche l'ultimo degli italiani che entrava a
bordo vasca. Mai un fischio, se non di incoraggiamento e mai una protesta, se
non per spirito sportivo. A cantare a squarciagola l'inno di Mameli, ma anche a
ritmare in vario modo gli altri inni. E tutto questo nel caldo più assoluto,
spesso appesantito dall'afa e dall'umidità che veniva dal Tevere. Eppoi colori,
fantasia negli striscioni, balli scatenati alle musiche delle premiazioni (Together
Again di Janet Jackson una delle più ballate) coi brasiliani e di tedeschi (!)
ad animare delle vere coreografie.
Anche i VIP o VeryVIP, come li ha classificati
l'organizzazione, hanno dato il loro tocco di colore. E così si è avuta una
carrellata di nomi e personaggi che sarebbe troppo lungo elencare. Limitandosi
solo agli ultimi giorni nello stadio del nuoto si sono visti Alberto Tomba,
Alessandro Haber, Bud Spencer (coinvolto anche nella premiazione dei
medagliati, ottenendo una standing ovation dello stadio), Luca Cordero di
Montezemolo e tanti altri che le telecamere non hanno potuto inquadrare, nonchè autorità del calibro del sindaco Gianni Alemanno. E che
dire dei volontari, i cosiddetti Friends? Domenica tra loro c'era un vero e
proprio clima da ultimo giorno di scuola: foto di gruppo, promesse di
rivedersi, sorrisi e facce tristi a seconda dei caratteri. E' grazie a loro che
la macchina dei mondiali è riuscita a funzionare così bene. Nonostante l'ottima
organizzazione e la professionalità del personale istituzionale ve li
immaginate i mondiali di nuoto senza le onnipresenti magliette bianche (e
Superga tricolori) a sbrigare tutti i compiti chiave? Anche loro sono un bel
record. Migliaia di ragazzi giovani e meno giovani che per 0 € si sono
prodigati in turni massacranti per garantire la funzionalità di quella che sarà
ricordata come un'edizione da record. Sarà un caso, ma, a parer mio, questa
città ha saputo accogliere i mondiali di nuoto con la sua solita scanzonata e
bonaria ironia, trasformando l'agonismo e il glamour che contraddistinguono
questo tipo di eventi in spirito di emulazione e simpatia. Si è avuta la netta
sensazione che gli atleti scendessero in piscina non per battere questo o quel
rivale, ma per battere un record, un limite umano e gioire assieme ai propri
simili per averlo fatto, senza troppo badare alla nazionalità dei compagni di
festeggiamenti. Se così è stato non resta che dire: alla prossima!