Entrano tutte e quattro strette fra loro dall'unica divisa e
viene spontaneo chiedersi se quel gruppo di quattro ragazze, Spagnolo, Filippi,
Carpanese e Pellegrini, sapranno essere davvero squadra. Sì perché questo
mondiale ha finora regalato molto all'individualità ma è stato avaruccio di
soddisfazioni per ogni sport di squadra, pallanuoto in primis.
Sono tutte concentratissime, chissà come si sentono la
Spagnolo e la Carpanese a nuotare tra due miti: se lo continueranno a
chiedere molti italiani per un po' nei
prossimi giorni.
Comunque si parte: la Spagnolo inizia con una frazione non
esaltante, ottava dopo i primi 200 metri, c'è la Filippi. Forza Alessia, facci
sognare! Spingi, recupera, combatti! E invece… niente, non sembra riuscire a
far la differenza, sempre ottava dopo altri 200 metri. Capiamo tutti
che il sogno era solo un'illusione e accettiamo sommessamente un'onesta
frazione della Carpanese, sempre ottava ai 600 metri. E' il momento
della Pellegrini che, senza ombra di dubbio, si rivela una campionessa nel
cuore oltre che nel coraggio. Ha passato tutti questi minuti ad osservare le
compagne, consapevole del risultato non soddisfacente. E' stanca Federica, ce
lo ha detto ieri, non ce la fa più, vuole una bella vacanza. Ma si batte il
cuore e decide di lottare come solo una campionessa sa fare. Entra in acqua e
fa un miracolo: in duecento metri recupera 4 posizioni con una progressione
impressionante negli ultimi 50
metri in cui sembra che le altre si fermino per un
attimo ad aspettarla. E' record italiano, sicuramente tutto merito del cuore di
Federica. Certo, per lei è l'ultima gara, ma ci sarebbe piaciuto vedere
qualcosa di più dalla nostra Filippi che evidentemente non è in giornata e
nuota su una distanza non sua. Non avete vinto ragazze, ma grazie per averci
comunque dato delle emozioni uniche e, se me lo passate, una piccola lezione di
agonismo individuale, se non di squadra.