Nella giornata in cui Daniele Conti supera Gigi Riva in termini di presenze in campionato (316), il Cagliari si regala un successo che di fatto blinda la salvezza – 13 lunghezze di vantaggio sul Cesena – e rilancia le ambizioni di Europa League: il sesto posto dista solo cinque punti, che diventano tre prendendo come parametro la settima piazza. E’ un crollo pesante per la Lazio, alleggerito solo parzialmente dagli stop di Roma, Palermo e Juventus. La storia del prepartita è legata a Reja e Donadoni: quest’ultimo subentrò al tecnico goriziano nel marzo del 2009 sulla panchina del Napoli e il primo confronto diretto sorride all’ex ct azzurro, che conferma ovviamente il 4-3-1-2 inserendo Perico al posto dell’assente Pisano. L’allenatore biancoceleste presenta la stessa formazione che aveva battuto il Bari: nella prima frazione il gioco è saldamente in mano ai romani, il cui limite è quello di girare palla senza mai trovare la profondità. L’esatto opposto del Cagliari, abilissimo nel tamponare per ripartire: al 5′ Berni sbaglia l’uscita e Nenè ha sulla testa il primo match-point, sparacchiato malamente sull’esterno della rete. Gli ospiti non creano pericoli, eccezion fatta per qualche tiro da lontano. L’opaco Hernanes ci prova al 36′: punizione insidiosissima, la respinta di Agazzi non brilla in estetica ma è sufficientemente efficace. Il match sonnecchia, i padroni di casa lo svegliano bruscamente. Punizione sulla linea mediana, Cossu riceve palla e verticalizza senza pensarci troppo: Acquafresca va via beffando la retroguardia capitolina per andare col destro a giro nell’uno contro uno con Berni. L’estremo difensore smanaccia fuori dallo specchio della porta, a portare il Cagliari in vantaggio ci pensa involontariamente Dias, assai maldestro nel tentativo di liberare l’area piccola. L’autogol affligge la Lazio, il primo quarto d’ora della ripresa è di marca isolana con un solo destro di Ledesma da registrare al 12′: Kozak cerca il tap-in aereo sulla respinta di Agazzi, pallone fuori di pochissimo. Reja vede i suoi in difficoltà di costruzione ed inizia ad inserire punte: l’ingresso di Floccari regala una spinta di qualche minuto – l’attaccante colpisce un palo pur partendo in offside – mentre quello di Zarate spezza inevitabilmente gli ospiti in due tronconi. I quattro attaccanti (i due nuovi entrati, Kozak ed Hernanes) non ricevono praticamente più la sfera, mentre Missiroli spreca il 2-0 in un paio di occasioni. Sul corner di Ledesma al 49′ finiscono le sofferenze del Sant’Elia, che a inizio gara aveva messo in scena l’annunciata “panolada” di protesta dopo il torto subito contro l’Inter.
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