I napoletani, scaramantici nel loro stile di vita, non lo ammetteranno mai. La loro squadra però fa parte del tris di pretendenti allo scudetto. Lo si evince dalla classifica – il Milan è davanti appena 3 punti -, ma soprattutto dalla personalità con la quale la squadra di Mazzarri supera l’ostacolo Roma. Magari spettacolarmente si vede di meglio, ma quanta efficacia nella chiusura degli spazi ai giallorossi e nelle verticalizzazioni per i velocissimi avanti. Vittoria di squadra, ma anche vittoria del singolo: lo 0-2 porta la firma di Cavani, al ventesimo gol in 25 gare, superato Careca. A numeri del genere c’è poco da aggiungere. Malissimo la Roma. Idee zero, quasi pari alle occasioni da gol, create con il contagocce. La sconfitta è di quelle destinate ad aprire la crisi. L’uscita di scena dal giro scudetto è cosa certa, ma anche il raggiungimento del quarto posto si fa complicato. Chissà come saranno contenti i business man americani… Da smaliziato navigatore, Ranieri capisce che tira una brutta aria. Il tecnico allontana pensieri arditi: niente tridente pesante, ma neanche il trequartista di fantasia. Davanti giocano Vucinic e Borriello, l’assistente tra le linee è Simplicio, in panca vanno Totti e Menez. Mazzarri invece non si fa problemi e schiera il consueto modulo con Cavani punta di riferimento, ma sostenuto da Lavezzi e Hamsik. Il principale enigma della gara è la tenuta della difesa giallorossa, orfana di Burdisso e Mexes: Ranieri opta per l’adattamento di Cassetti centrale accanto a Juan e l’inserimento di Rosi a destra. Il primo tempo offre uno spettacolo modesto. Più parole che gioco, interventi ruvidi che numeri di alta scuola. Dossena rischia il rosso per un intervento a palla lontana, e tra Rosi e Lavezzi partono anche sputi (e partirà la prova tv). Il Napoli è pericolosissimo soprattutto quanto attacca a destra: Maggio ha un passo diverso rispetto a Riise, e spesso i centrali devono porre rimedio. Nessuna grande occasione per i partenopei: qualche cross basso, un paio di battute di Gargano e Dossena, insomma poca roba. Stessa musica per la Roma, che dopo un inizio discreto cala gradualmente. Borriello tiene pochi palloni, Vucinic come spesso capita è il più positivo: una sua incursione in area su sponda di Simplicio obbliga De Sanctis ad una difficile parata. Nella ripresa, Ranieri gioca la carta Menez, ma la gara prende subito una piega a favore del Napoli. Juan è un po’ ‘pivello’ sull’ingresso in area di Hamsik e genera un rigore trasformato da Cavani con il brivido. Escono fuori in maniera imbarazzante i limiti, anche atletici, della Roma. La squadra di Ranieri cerca di rimediare con un possesso palla sterile, ma a conti fatti De Sanctis deve intervenire solo su un sinistro da fuori di Menez. Nel finale, neanche l’inserimento di Totti altera gli equilibri. C’è molto più Napoli: una autorete di Cassetti viene annullata per fuorigioco di Zuniga, Lavezzi divora il raddoppio in un ‘tu per tu’ con Julio Sergio, Cavani invece non sbaglia su invito da destra di Cannavaro. Canta – e sogna – Napoli.
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