Il derby è finito, la Roma ha vinto il derby. Una frase che non racchiude in alcun modo quanto espresso dal campo. La Roma, contrariamente ai proclami della vigilia, non è mai stata padrona del proprio destino. La gara è stata decisa sempre e comunque dalla Lazio, sia nel bene che nel male. I giallorossi, dopo un prima tempo degno di una puntata di “Chi l’ha visto?”, risolvono la partita sfruttando al meglio due episodi favorevoli. Sintetizzando, una gara mediocre baciata dalla fortuna, nel segno della buona sorte che quest’anno accompagna la squadra di Ranieri.
La Lazio parte subito forte e chiude ogni spazio alla Roma, che ricorre sistematicamente al lancio lungo per Toni, ben controllato da un Dias in grande spolvero, capace di non far rimpiangere Stendardo, costretto a abbandonare il campo dopo uno scontro di gioco proprio con l’ex centravanti di Bayern e Fiorentina. Il gol di Rocchi, servito da un buon lancio di Ledesma, è il giusto premio alla sola squadra vista in campo nei primi 15’. Il vantaggio non scuote la Roma e galvanizza i padroni di casa, sempre pericolosi con le scorribande degli esterni Kolarov e Lichsteiner. La Roma lascia una traccia della sua presenza in campo sul finire del primo tempo, grazie alle ammonizioni di Totti e De Rossi, autore di un duro intervento da dietro su Floccari meritevole forse anche del rosso.
La ripresa si apre con Ranieri che, a onor del vero con una scelta molto coraggiosa, inserisce Taddei e Menez lasciando contemporaneamente in panchina capitan passato e capitan futuro. Il copione però non cambia e dopo 2’ di gioco Kolarov punta l’area e viene steso, forse un po’ ingenuamente, da Cassetti: per Tagliavento è rigore. La sensazione è che questo sia il punto di non ritorno della gara, il raddoppio laziale metterebbe una pesantissima ipoteca sul risultato. Sul dischetto Floccari va che, dopo mesi di prestazioni eccellenti, commette un errore che lui e la squadra pagheranno assai salato. La Roma prende vigore dallo scampato pericolo e comincia a giocare, anche se senza produrre grandi pericoli. A togliere le castagne dal fuoco ai cugini pensa Kolarov, che emula Cassetti e stende Taddei in area. Purtroppo Vucinic non fallisce il penalty e, al 52’, porta il risultato sul pari. La Lazio accusa il colpo ma non molla e cerca di scuotersi con una splendida volata di Rocchi, circondato dai lupi che gli impediscono di concludere a rete. Il colpo fatale però è dietro l’angolo. Al 63’ Menez guadagna una punizione dal limite. Batte Vucinic, la barriera si apre e Muslera resta a guardare. Roma in vantaggio con due calci piazzati dopo una partita mediocre, la dea bendata conforta ancora la banda Ranieri. Nei restanti 25’, con Toni e Menez impegnati a sdraiarsi continuamente sul prato neanche fosse il pic-nic di Pasquetta, la Lazio sfiora il pareggio con Rocchi ma senza successo.
Nel finale di gara Ledesma viene espulso e, dopo il triplice fischio, in campo si scatena una zuffa indecorosa, che danneggia l’immagine delle squadre e della città tutta. Da parte laziale spiace sapere coinvolto Radu, giocatore solitamente correttissimo. Non sorprende invece l’esultanza del capitano giallorosso che, invisibile in campo, si appropria della scena a partita finita, mostrando ancora una volta di non saper né perdere né vincere con signorilità. D’altro canto si sa, allo stadio non si girano spot…
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