La Roma perde l’ennesimo treno per avvicinarsi in modo prepotente ai vertici della classifica. Lo scivolone dell’Inter contro il Catania era una ghiotta occasione per dimezzare il distacco dalla capolista. Per questo mi aspettavo una partita giocata a livelli altissimi, degni di una finale. Ed invece i livelli altissimi ce li ha avuti il Livorno ma soprattutto Lucarelli che ne fa ben tre di gol all’incolpevole Julio Sergio.
La Roma fa la Roma solo nel primo tempo ma è il Livorno ad andare in vantaggio punendo i giallorossi, colpevoli di una applicazione della tecnica del fuorigioco degna da partita da oratorio. Ma l’undici di Ranieri reagisce bene. Pareggia immediatamente e si porta avanti di un gol dando il segnale giusto di una squadra che sa che deve vincere. Il segnale sembrava diventare sempre più forte quando dopo il pareggio del Livorno grazie ad un altro svarione difensivo si riporta di nuovo in vantaggio. Dopo appena 27 minuti già 5 gol. I tifosi sugli spalti non hanno di che essere delusi dal punto di vista dello spettacolo. Ma il tifo giallorosso vuole la vittoria, la pretende. Ed ecco che sull’unica azione degna di nota di Menèz, il francese si procura un calcio di rigore netto. Andare negli spogliatoi sul 4 a 2 avrebbe significato partita chiusa. Sul dischetto si presenta Pizarro e tutti ci siamo chiesti:”…perchè?!?!?!”. Pizarro non è proprio una sicurezza sui calci dagli 11 metri. Ed infatti la palla tirata dal cileno si stampa sul palo. Allungo mancato e triste presagio di una partita che per la Roma non avrebbe significato nulla di buono. E per quella legge del contrappasso tanto esaltata da Dante Alighieri, il Livorno nella ripresa aggancerà il pareggio proprio su calcio di rigore.
La Roma del secondo tempo è una squadra svuotata. Senza mordente. E purtroppo queste sono situazioni a cui la Roma ci ha abituato. Ogni volta che serve il “quid” in più i giallorossi “steccano”. Una squadra che vuole lottare per il vertice non può pareggiare con il Livorno. Ha ragione Ranieri a dire che la Roma avrebbe bisogno di qualche ritocco per essere alla pari con Milan e Inter. Ma fondamentalmente alla Roma manca la testa. Da sempre. In più le ammonizioni rimediate in gara dai vari diffidati nuoceranno gravemente alla struttura della squadra che scenderà in campo contro l’Udinese nel prossimo incontro di campionato. Saranno sicuramente fuori Mexes, De Rossi, Pizarro e Taddei. Praticamente l’intero centrocampo. Se poi ci aggiungiamo che Vucinic è ancora acciaccato e che Totti forse, e ribadisco forse, rientrerà con l’Inter la situazione non si prospetta rosea. Anche alla luce dell’ottimo risultato dell’Udinese contro il Palermo.
Ma dato che dobbiamo cercare di essere positivi e vedere cosa c’è di buono, possiamo gioire delle ottime prestazioni di Perrotta e Toni. L’ex Bayern, in particolare, è andato subito in gol al suo rientro dopo l’infortunio al polpaccio. Di Menèz che dire. Ennesima prova incolore ma almeno il suo unico guizzo ha fruttato un calcio di rigore. Che sia un segno del risveglio? Ed infine la Roma ha comunque allungato di un punto sul Palermo, recuperato un punto all’Inter e mantenute le distanze con la Juventus consolidando il terzo posto. E’ vero che in ottica qualificazione Champions questo turno di campionato può essere letto come positivo. Ma in ottica “sogno del tifoso”? Fortunatamente ci pensa la Lazio a rendere più felice la domenica giallorossa.
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