I biancorossi baresi infrangono le speranze dei tifosi accorsi in massa al capezzale di una Lazio sempre più sconcertante. Dopo le dichiarazioni infrasettimanali di squadra e tecnico ci si aspettava di vedere all’opera una squadra finalmente grintosa e volitiva, invece è andata in scena la solita Lazio molle e abulica. In queste condizioni sperare nella salvezza è sempre più arduo.
Nel catino dell’Olimpico va in scena l’ennesima partita negativa dei biancocelesti. L’incontro col Bari, definito a più riprese la partita della vita, è stato talmente brutto da non meritare neanche di essere raccontato. Di fronte a 50.000 spettatori le due squadre hanno dato vita a un primo tempo soporifero in cui il grande assente è stato il gioco: nessuna delle due formazioni ha mai impensierito la difesa avversaria. Evento particolarmente grave soprattutto per i padroni di casa, che avrebbero dovuto cercare la vittoria a ogni costo, disputando sin dal primo minuto una partita d’assalto. Invece le uniche annotazioni di cronaca giungono ben oltre il 30’ e non possiamo raccontare d’altro che delle ammonizioni comminate a Firmani e Almiron al 35’ e dell’infortunio occorso a Matuzalem, costretto a uscire al 37’ dopo un pesante contrasto con Meggiorini. Per vedere una conclusione in porta bisogna attendere il 48’! Hitzlsperger, subentrato a Matuzalem, calcia di sinistro dal limite: la conclusione è potente ma troppo centrale per battere l’attento Gillet.
Ripresa, la Lazio prova a spingere, con l’ormai solita sfuriata che non dura mai più di 5’, ma è il Bari a passare. Siamo al 7’, su un innocuo calcio di punizione calciato dalla destra da Allegretti, Muslera interviene in maniera alquanto goffa e consegna la palla a Almiron che insacca a porta vuota. La reazione laziale è debole e confusa, gli ospiti controllano agevolmente e ripartono. Ventura inserisce Gazzi per Almiron al 15’, Reja risponde al 17’ inserendo Cruz per Siviglia. Al 20’ il Bari raddoppia: proprio El Jardinero perde palla sulla trequarti avversaria, innescando il micidiale contropiede dei biancorossi. Meggiorini serve Alvarez che elude l’uscita disperata di Muslera e segna, anche stavolta a porta vuota. Il 2 – 0 finalmente induce la squadra di casa alla reazione, rabbiosa quanto tardiva. Al 31’ la partita potrebbe riaprirsi: l’arbitro Rizzoli fischia il penalty per una trattenuta ai danni di Cruz. Sul dischetto va Kolarov e già dal suo sguardo si intuisce che non è una scelta felicissima. Il serbo conclude con forza ma tira nell’angolo scelto da Gillet che, mossosi in anticipo, riesce addirittura a bloccare la sfera. Cala il sipario sulla partita e sulle speranze dei tifosi di vedere una squadra battagliera e vittoriosa. Il bel colpo di testa di Cruz deviato al 37’ dal prodigioso Gillet, è l’ultima conferma che manca agli ospiti per iniziare a pensare ai festeggiamenti per la salvezza raggiunta con 10 turni di anticipo. Per i biancocelesti, viste anche le prestazioni gagliarde del Siena e del Livorno, la via della salvezza è sempre più impervia. L’avvento di Reja non ha dato la scossa sperata alla squadra, vittoriosa solo a Parma. A questo punto sta ai giocatori fare un doveroso esame di coscienza, soprattutto in virtù dei proclami lanciati prima della gara odierna. Le prestazioni offerte dalla squadra, scadenti sia sotto il profilo tecnico-tattico che atletico, non possono essere colpa esclusiva del tecnico di turno. Le prove d’appello rimaste sono davvero poche, è ora di rimboccarsi le maniche non solo a parole. Proseguendo così, la via per la B è già tracciata.
Avanti Lazio.