Parafrasando il titolo di un noto album del cantautore Max Pezzali, possiamo definire la partita del Luigi Ferraris la Lazio, il sogno e il grande incubo. La partenza dei biancocelesti è splendida. Gioco corale, spunti in velocità e la sensazione che il rientrante Zarate voglia fare la differenza. I blucerchiati soffrono, incapaci di contenere le iniziative degli avversari.
L’atteggiamento rinunciatario dei biancocelesti viene punito al 29’: Palombo da calcio piazzato serve lateralmente per Guberti che fa un passo verso la porta e spara un destro che non lascia scampo a Muslera. Incredibile l’ingenuità difensiva commessa dalla difesa laziale che ha lasciato solo e indisturbato l’esterno blucerchiato al limite dell’area. Il gol non scuote la Lazio e in soli 7’ il sogno diventa incubo. Siamo al 36’, Semioli riceve palla in area e il suo tocco senza pretese si trasforma in assist micidiale per Pazzini: Il Pazzo si fionda sul pallone e con un colpo al volo batte l’estremo difensore biancoceleste. La Lazio cerca di reagire, ma senza creare grossi pericoli. Ci mette del suo anche il solito Brighi che, al 43’, nega una colossale punizione dal limite a capitan Rocchi. Un minuto di recupero e si conclude il primo tempo.
Ripresa, le squadre tornano in campo con gli stessi effettivi e, purtroppo, con gli stessi atteggiamenti tattici. La Lazio fatica a costruire e Reja, che verrà espulso per proteste al 23’, tra il 18’ e il 25’ inserisce Makinwa e Matuzalem per Rocchi e Diakitè, nel tentativo di spostare l’inerzia della partita. Dal canto suo Delneri inserisce Cassano, al rientro dopo 48 giorni, al posto di Pozzi. Purtroppo gli sforzi dei biancocelesti non producono frutti. Ci prova Zarate al 32’ e una sua percussione fermata fallosamente, e ovviamente non sanzionata dall’arbitro, porta alla seconda espulsione della giornata. L’attaccante argentino protesta vibratamente e manda a quel paese l’arbitro che sventola il rosso. Un rosso giusto per l’atteggiamento tenuto nell’occasione da Maurito, ma provocato dall’atteggiamento tenuto dal direttore di gara nel corso di tutto l’incontro: il signor Brighi è sembrato spesso troppo severo nei confronti della Lazio, comminando ammonizioni pesanti e, soprattutto, non sanzionando analoghi comportamenti dei padroni di casa. La partita riprende e accade l’imponderabile: i biancocelesti reagiscono con furore e mettono alle corde la Samp, chiusa nella sua metà campo. Purtoppo però si tratta di un assedio sterile. L’unica occasione è un tiro da fuori di Floccari che, al 46’, chiama Storari all’intervento. Nel finale, siamo ormai al 51’, Cassano scappa in contropiede ma Muslera con un’uscita tempestiva gli toglie il pallone.
In conclusione la Sampdoria ha sicuramente meritato i tre punti, se non altro per il miglior atteggiamento mentale. La Lazio, dopo il vantaggio, ha rinunciato a giocare. Spiace però vedere l’ennesimo arbitraggio che, pur non volendo gridare allo scandalo, desta perplessità. Speriamo di avere, da qui a fine campionato, oltre a prestazioni migliori anche arbitraggi più “sereni”.
Avanti Lazio.