La Lazio fallisce l’ennesimo scontro salvezza. Non basta l’inserimento, forse prematuro in una gara così importante, dei nuovi acquisti Biava, André Dias e Hitzlsperger per cambiare volto alla squadra. Gli etnei sbancano l’Olimpico e, oltre a portarsi in vantaggio negli scontri diretti, scavalcano i biancocelesti che scivolano al terzultimo posto. Giornata nera per gli uomini di Ballardini, superati anche da Udinese e Livorno.
Allo stadio Olimpico di Roma va in scena l’ennesima replica di una partita già vista. I padroni di casa giocano bene la prima frazione di gioco, grazie anche all’atteggiamento troppo rinunciatario degli ospiti, per poi crollare nella ripresa, dominata dagli avversari. Eppure l’inizio sembra confortante: la Lazio controlla il gioco e crea anche quattro buone occasioni, tre delle quali fallite da Mauri. Al 4’ il centrocampista biancoceleste, servito da Floccari, spara addosso a Andujar. Al 30’, dopo aver ricevuto palla in area da Zarate, calcia a lato. Al 39’, su cross al bacio di Kolarov, conclude nuovamente fuori dallo specchio della porta. Purtroppo le migliori occasioni per la Lazio capitano a Mauri, bravo nel proporsi ma troppo impreciso quando deve finalizzare. Un minuto dopo occasionissima per Zarate: Maurito riceve palla spalle alla porta, salta il suo avversario e conclude a rete dai 20 metri. Il suo destro supera Andujar, vanamente proteso in tuffo, ma la palla finisce la sua corsa contro il palo. Per una volta il popolo laziale può imprecare contro la sfortuna piuttosto che contro l’allenatore o il presidente…
Ripresa, il Catania entra in campo più determinato e pressa con grande intensità, grazie anche alla grinta di Ricchiuti, subentrato a Carboni. I padroni di casa subiscono la migliore organizzazione di gioco della squadra di Sinisa Mihajlovic, che prende pieno possesso del match. Al 7’ suona un campanello d’allarme che Ballardini ignora: Ricchiuti crossa per Llama che, solo nell’area piccola, colpisce di testa ma spedisce a lato. Gli ospiti passano al 19’, grazie a un errore di Kolarov che perde palla a centrocampo. Ricchiuti ne approfitta e serve Mascara, libero sulla destra: sul cross del numero 7 etneo Maxi Lopez anticipa André Dias e batte Muslera. A nulla servono i restanti 30’ di partita, utili solo per confermare la pochezza tattica dei biancocelesti e la totale inadeguatezza del tecnico, contestato a gran voce da tutto lo stadio. Nell’occasione Ballardini ripropone un suicidio tattico già visto nel recente passato: tra il 20’ e il 32’ Hitzlsperger, Firmani e Mauri vengono sostituiti da Rocchi, Diakite e Cruz. Quattro punte in campo, centrocampo azzerato e partita gestita a piacimento dai rossoazzurri che, sempre più padroni del campo, sfiorano il raddoppio con il solito Ricchiuti. La Lazio ha un ultimo sussulto al 39’: Kolarov spara dal limite un buon sinistro, Andujar mostra di avere buoni riflessi. L’arbitro Gava prolunga l’agonia laziale concedendo 4’ di recupero. Al fischio finale riprende con maggior vigore la contestazione nei confronti del presidente Lotito, che lascia lo stadio scortato dalle guardie del corpo.
A chiudere, una triste considerazione: se il campionato fosse finito oggi, la Lazio sarebbe retrocessa in B. B come Ballardini, tecnico che ostenta in panca una impassibilità tale da sembrare indifferenza, quasi fosse un separato in casa che non vuole arrendersi all’evidenza: questa squadra non gli appartiene perché non è riuscito a dargli un’anima. Purtroppo sembra che gli unici a essersi accorti della gravità della situazione siano i tifosi. Speriamo che anche altri aprano gli occhi.
Avanti Lazio.