I padroni di casa, reduci dalle pesanti sconfitte rimediate contro Atalanta e Fiorentina, affrontano i clivensi nell’ennesima sfida che sa di ultima spiaggia. La gara si apre con la curva Nord deserta per lo sciopero di 15′ indetto dai tifosi. A un eloquente striscione il compito di manifestare lo scontento dei supporter nei confronti di Lotito e Ballardini: ” 15 minuti di silenzio per urlare il nostro dissenso. Società e tecnico: questo è quello che vi meritate”.
Le prime battute della gara regalano poche emozioni, con la Lazio però più equilibrata e propositiva rispetto agli ospiti. Il buon lavoro di Kolarov sulla corsia di sinistra, l’estro di Zarate posto totalmente al servizio della squadra e un Cruz sempre in grado di anticipare Yepes sono le basi su cui la Lazio costruisce un buon primo tempo. Al 15′ i tifosi della Nord entrano nello stadio, dando immediatamente vita alla contestazione contro il presidente Lotito. Trascorrono 3′ e, al 18′, la Lazio sblocca il risultato: Baronio batte un corner dalla destra, Cruz spizzica il pallone all’altezza del primo palo e serve Stendardo, solo davanti al portiere in area piccola. Il piattone destro del centrale partenopeo, sempre tra i migliori da quando è stato reintegrato, non lascia scampo a Sorrentino. I biancocelesti provano a chiudere la partita, approfittando di un Chievo davvero mai in partita nel primo tempo. Purtroppo le iniziative dei padroni di casa, pericolosi con Maurito Zarate al 23′ e al 30′, non si concretizzano e, al 39′, ci vuole tutta la bravura di Muslera per impedire che il colpo di testa di Yepes varchi la linea. Al 40′ bella azione corale con Kolarov che tenta la fortuna dai 25 metri: nulla di fatto e primo tempo che si conclude senza ulteriori sussulti. Secondo tempo, la squadra di casa sembra tornata in campo con la voglia giusta e lascia pochi spazi al Chievo. Purtroppo vere occasioni per il raddoppio non ce ne sono e comincia, lento e inesorabile, il declino fisico delle Aquile. Soprattutto Cruz sembra perdere vigore e lucidità col trascorrere dei minuti. Di Carlo sostituisce Rigoni e Granoche con Bentivoglio e Bogdani, alzando il baricentro della sua squadra. Il Chievo comincia a spingere, la Lazio comincia a soffrire. Al 23′ Ballardini inserisce Lichsteiner per Dabo, a bordo campo si scaldano anche Rocchi e Foggia. Gli uomini di Di Carlo premono e al 32′ Muslera si oppone a un insidioso tiro di Pellissier, autore di un pregevole controllo su lancio di Bentivoglio. Il corner che ne consegue è fatale alla Lazio: Bentivoglio crossa, Sardo spizza per il solito Pellissier che, favorito dall’inconsistente marcatura di Siviglia, al 33′ segna il suo sesto gol contro i biancocelesti. La squadra di casa subisce un gol identico a quello realizzato. Il resto della partita non cambia il risultato, monta invece ancor più la contestazione dei tifosi laziali, inasprita dall’immobilismo tattico di Ballardini che continua a far scaldare Rocchi a bordo campo senza risolversi a metterlo in campo. Le telecamere pescano più volte l’espressione tetra del capitano, sconsolante immagine di una stagione davvero negativa. Agli ospiti sono bastati venti minuti di buon calcio per strappare un pareggio davvero importante. La Lazio, distante solo due punti dalla B e in continua caduta libera, nel prossimo turno farà visita alla Juventus. Speriamo che dopo aver riportato il sorriso ai tifosi dell’Atalanta e a Pellissier questa squadra non voglia cercare di risolvere anche la crisi della squadra di Ferrara.
Avanti Lazio.