Dopo il pari ottenuto al San Paolo di Napoli la Lazio, sempre più in crisi sia di risultati che di gioco, affronta all’Olimpico il Bologna di mister Colomba, appaiato in classifica a quota 12. I padroni di casa cercano una vittoria che dia morale e che, soprattutto, distanzi una diretta rivale nella corsa salvezza.
Traendo spunto da una nota canzone degli anni 60 potremmo dire cielo grigio su, lazio grigia giù. La formazione di Ballardini, infatti, omologa la sua prestazione al cielo plumbeo che copre Roma in quest’ultima domenica novembrina. Eppure, come spesso accaduto in stagione, i primi 20’ sono arrembanti.
Al 7’ Rocchi serve un pallone d’oro a Matuzalem che, dall’interno dell’area, prova un destro a giro. Il portiere avversario Viviano si oppone con sicurezza. Al 13’ Zarate, dopo avere saltato in progressione l’intera difesa felsinea, colpisce con la punta del piede: il tiro che ne scaturisce è troppo debole e centrale per gonfiare la rete. La spinta dei biancocelesti però non è costante e vive soprattutto delle iniziative, talvolta velleitarie, di Foggia e Zarate e di qualche buon movimento di Rocchi. Purtroppo gli avanti laziali, penalizzati dalla scarsità di schemi offensivi che affligge, ormai cronicamente, la squadra di casa, provano soprattutto giocate individuali, talvolta belle ma raramente efficaci. Nonostante la gara sia di quelle da vincere a tutti i costi, l’offensiva dei ragazzi di Ballardini si affievolisce col trascorrere dei minuti. Gli ospiti cercano di colpire in contropiede e al 19’ la miglior occasione della partita è per l’ex Marco Di Vaio. Il bomber rossoblu sfrutta un errore della retroguardia laziale e, impossessatosi della sfera, si decentra sulla destra e scocca un tiro che non coglie lo specchio della porta. Ancora Di Vaio, al 43’, viene fermato, solo davanti a Muslera, per un fuorigioco probabilmente inesistente. Fine primo tempo e squadre negli spogliatoi, con la speranza che Ballardini riesca a scuotere l’abulica squadra di casa. I primi minuti della ripresa infrangono ogni speranza. All’8’ Kolarov serve Foggia al limite dell’area: il buon tiro del folletto partenopeo che si spegne di poco a lato sembra un segno del destino. La Lazio non riesce più a forzare i ritmi, il Bologna serra le fila chiudendo bene gli spazi. Il risultato non cambia nonostante le iniziative di Zarate, che al 35’ si vede respinto un tiro da Rocchi e al 40’ invita al tiro Meghni, subentrato a Foggia al 66’, sostituzione che scatena una bordata di fischi contro Ballardini da parte dell’intero stadio. Dunque un’altra brutta prestazione per una squadra priva di gioco e di anima, guidata da un tecnico che, oltre al gioco, non sembra in grado di fornire grinta e motivazioni. I biancocelesti, caratterizzati nelle passate stagioni dalla prolificità in zona gol, sono oggi a quota nove gol fatti in quattordici partite. I punti racimolati sono solo 13. La sfida con i cugini giallorossi è alle porte e si può solo sperare che la magia del derby aiuti la Lazio a ritrovarsi.
Avanti Lazio.