Il Teatro Belli di Roma accoglie una nuova settimana di emozioni con la rassegna Expo – Teatro Italiano Contemporaneo. Il palcoscenico sarà animato dall’opera “La Grande Menzogna”, un dramma scritto e diretto da Claudio Fava e interpretato dall’attore David Coco. Questo spettacolo, prodotto da Nutrimenti Terrestri, debutta dal 25 febbraio al 2 marzo. Al centro della rappresentazione troviamo la figura di Paolo Borsellino, un uomo ormai al di là delle vicende terrene, che tenta di rimettere insieme i pezzi delle intricate verità che circondano la sua morte.
Analisi della Grande Menzogna di Claudio Fava
“La Grande Menzogna” si presenta come un’opera che non si limita a raccontare un semplice fatto di cronaca, né punta il dito solo sulle mafie. Claudio Fava sceglie infatti di evitare un teatro didattico della memoria, preferendo portare in scena un’invettiva potente e provocatoria. Nel testo, si assiste a un Borsellino lontano dai cliché narrativi della sua agonia e morte, incarnato piuttosto in un’entità libera dalle catene terrene. Attraverso una scrittura lucida e diretta, Fava ci consegna un Borsellino picaresco e rabbioso, le cui parole diventano un grido contro la banalità del male e contro un pubblico che cerca riparo dietro l’illusione del bene.
L’opera non si concentra sulla ricostruzione dettagliata dei depistaggi legati alla sua morte, ma si pone come un’introspezione sull’indifferenza e l’ipocrisia sociale. Il pubblico è chiamato a riflettere su ciò che rimane nascosto sotto la superficie delle “verità ufficiali”. È un dialogo immaginario che si snoda tra Borsellino, lo spettatore e sua figlia Fiammetta, dove il giudice emerge in tutta la sua umanità, determinato a strappare veli dalle menzogne, senza concedere spazio a facili eroismi.
Confronto con lo spettatore e il peso della memoria
Il protagonista di “La Grande Menzogna” si rivolge direttamente al pubblico, coinvolgendolo in un discorso che va oltre la scena. Borsellino diventa un osservatore oltre la vita, che con distacco, sarcasmo e chiarezza, si confronta con ogni individuo presente in teatro. Questa invettiva non si rivolge quindi solo alla criminalità organizzata, bensì a quel “buon pubblico dei vivi”, come lo definisce Fava, fatto di giusti, addolorati, distratti e falsi penitenti.
L’opera invita a superare la banalizzazione del male, suggerendo che tale fenomeno non è prerogativa esclusiva delle mafie, ma anche di chi, per convenienza o distrazione, ignora la verità. Il lavoro di Fava chiama a una presa di coscienza, spinge lo spettatore a non essere complice silenzioso di un meccanismo che normalizza le menzogne. “La verità. Dedicatemi la verità” sono le parole con cui Borsellino lancia la sua accorata richiesta. Un finale aperto che restituisce allo spettatore il compito di trovare risposte e punti di riflessione.
Il ruolo del teatro nella società attuale
“La Grande Menzogna” dimostra il potere del teatro nel promuovere una riflessione critica sulla società e su tematiche scottanti. Claudio Fava, con la sua opera, ribadisce la capacità del teatro di andare oltre la semplice rappresentazione artistica, facendosi veicolo di discussione e dibattito. Attraverso la figura di Borsellino, l’autore sfida le convenzioni, sollecitando il pubblico a interrogarsi su quanto davvero sappia e su cosa accetti come verità.
La scelta del Teatro Belli come cornice per questa rappresentazione assume un significato simbolico. Questo spazio diventa un punto di incontro tra passato e presente, dove gli spettatori possono confrontarsi con una parte cruciale della storia italiana. Il teatro serve da mezzo per indagare la profondità dell’animo umano e la complessità delle relazioni sociali, gettando luce sui lati oscuri che preferiremmo spesso ignorare.
Info utili
Lo spettacolo “La Grande Menzogna” si terrà al Teatro Belli di Roma, in Piazza di Sant’Apollonia 11, dal 25 febbraio al 2 marzo. Gli orari delle rappresentazioni sono da martedì a venerdì alle ore 21:00, sabato alle 19:00 e domenica alle 17:30. I biglietti sono disponibili al prezzo di €18, con ridotti a €15.
(Fonte e immagine: Maresa Palmacci – Ufficio Stampa)