Al Teatro Biblioteca Quarticciolo, dal 22 al 23 febbraio, arriva uno spettacolo che promette di scuotere gli animi e far riflettere su tematiche di grande attualità. “Gente spaesata”, scritto e diretto da Sofia Russotto, vede in scena Michele Eburnea, Filippo Marone e Gaja Masciale, e rappresenta un mondo di giovani alla ricerca di un senso in un’esistenza apparentemente priva di direzione e speranza. Ispirato dall’omonima poesia di Cesare Pavese, il dramma emerge come un ritratto crudo e senza fronzoli di vite smarrite in una realtà che li respinge. Collocato nell’ambito del Festival Overground e in collaborazione con la Fondazione Roma Tre Teatro Palladium, lo spettacolo si presenta come un’analisi vivida e perturbante della condizione giovanile nell’era moderna.
L’opera si apre su un quadro di isolamento e autoindulgenza: due ragazzi, privi di aspirazioni e obiettivi, affogano le loro giornate in un mix tossico di musica, alcol e droghe. Un’imponente consolle da DJ e un muro di casse sono ciò che li tengono confinati in una spirale autodistruttiva, mentre il senso di alienazione cresce. Ma è l’ingresso di una giovane donna nella loro vita a sconvolgerne l’equilibrio precario, innescando una sequenza di eventi che li costringerà a confrontarsi con la più ardua delle scelte. Esplorando temi come l’incapacità di proiettarsi nel futuro e il languore di una vita vista dall’esterno, la drammaturgia invita alla riflessione su cosa significhi veramente vivere anziché soltanto esistere in uno stato di apatia.
La bellezza poetica come àncora di salvezza
Nel cuore di “Gente spaesata” vi è un’importante riflessione sull’assenza di connessione con la realtà, un tema sottolineato dalle scelte stilistiche di Russotto. Per i protagonisti, la notte diventa un rifugio, un momento in cui possono sparire dai giudizi e dalle aspettative di una società che li ignora. La cocaina assume il ruolo di un catalizzatore che li spinge a un mondo illusorio in cui credere di essere i padroni del proprio destino. Tuttavia, è proprio questa ricerca esasperata di significato che li avvicina pericolosamente al desiderio di morte, vista come una via di uscita più seducente di un futuro incerto e confuso.
A offrire una parvenza di redenzione è l’opera poetica di Cesare Pavese, il cui richiamo alla bellezza rappresenta l’unico appiglio per i protagonisti immersi nella decadenza delle loro vite. La bellezza emerge come un antidoto contro l’opprimente quotidianità, una speranza che si staglia all’orizzonte di un mondo in rovina. È in questo contesto di aspra lotta interiore che Russotto introduce l’influenza del filosofo Umberto Galimberti, la cui opera “L’ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani” fornisce una lente critica attraverso cui scrutare l’animo umano. In un tempo in cui la vita sembra priva di importanza, il suicidio si veste del manto di atto politico e vitale, un grido di ribellione da parte di una generazione soffocata dalla propria stessa esistenza.
Un’esperienza scenica coinvolgente
La messa in scena di “Gente spaesata” al Teatro Biblioteca Quarticciolo è pensata come un’esperienza laboratoriale, dove il pubblico assume il ruolo di osservatore di una realtà dolorosamente autentica. La scelta di un ambiente “in vetrina”, con i personaggi intrappolati in un loop di azioni ripetitive, rispecchia l’essenza di vite avvilite da una crudele lucidità. Attraverso una scenografia simbolica, che rifiuta la rappresentazione naturalistica, Russotto riesce a evocare abitudini e gestualità, restituendo allo spettatore un affresco di esistenze in bilico tra il vitalismo umano e la completa alienazione.
Un ruolo centrale nello spettacolo è riservato alla musica, che non solo accompagna le azioni ma diventa di per sé un luogo, un elemento imprescindibile dell’ambiente in cui i personaggi si muovono. Attraverso movimenti coreografici monotoni e ossessivi e la costruzione di “monumenti umani”, Sofia Russotto apre delle brecce nella narrazione convenzionale permettendo al pubblico di immergersi in una realtà in cui il corpo diventa veicolo di sentimenti reconditi. È un approccio che sovverte il linguaggio teatrale tradizionale, offrendo allo spettatore una visione in cui il confine tra la realtà concreta e quella onirica si dissolve, lasciando spazio a un dramma umano e universale.
Info utili
Lo spettacolo “Gente spaesata” andrà in scena al Teatro Biblioteca Quarticciolo di Roma, sabato 22 febbraio alle ore 21.00 e domenica 23 febbraio alle ore 19.00. La durata dello spettacolo è di circa 60 minuti. Per ulteriori informazioni e prenotazioni, è possibile contattare il Teatro Biblioteca Quarticciolo o utilizzare la piattaforma online Vivaticket.
(Fonte e immagine: Ufficio stampa Teatro Biblioteca Quarticciolo – Antonella Mucciaccio)