Il 21 febbraio, il Teatro Palladium di Roma ospiterà la prima romana di “Viro”, l’ultimo spettacolo della Compagnia Abbondanza/Bertoni, che rappresenta una delle più importanti produzioni di teatro danza contemporaneo italiano. Questo evento si inserisce nel ricco cartellone di “In Levare”, stagione di danza curata dal Centro Nazionale di Produzione della Danza Orbita | Spellbound con la direzione artistica di Valentina Marini, unica nel panorama romano. Dopo aver debuttato al prestigioso Oriente Occidente Dance Festival, “Viro” conclude la trilogia tematica sulla ricerca dell’identità umana, iniziata con “Idem – Io contengo moltitudini” e proseguita con “Femina”, candidato ai Premi Ubu.
In “Viro”, Michele Abbondanza e Antonella Bertoni ci presentano una riflessione profonda e artistica, che esplora le molteplici sfaccettature della mascolinità odierna attraverso un confronto tra elementi opposti e complementari. La coreografia, firmata da Bertoni, mette in scena un duetto composto da Cristian Cucco e Filippo Porro che incarnano gli aspetti opposti e complementari della mascolinità moderna. Tramite una fusione di elementi fisici e psicologici, i danzatori rappresentano non solo la dualità intrinseca dell’identità, ma anche il conflitto e la crisi che ne derivano.
Un’analisi sociologica mascherata da spettacolo
Lo spettacolo si sviluppa su una scenografia minimalista, dove le luci di Andrea Gentili e la musica elettronica di Byetone, alias Olaf Bender, creano un contesto avvolgente che traspone lo spettatore in una dimensione sospesa e ferroviaria. “Viro” si configura così come un’opera capace di unire danza e riflessione critica, grazie a una sinergia tra movimenti coreografici e ritmiche elettroniche pulsanti, trasformando il palco in un vero e proprio strumento di analisi sociologica.
Le speculari figure di Cucco e Porro incarnano due “avatar” della mascolinità, figure minuscole e intricate che si muovono all’interno di un tempo estraneo. Questo gioco di dualità consente alla compagnia di indagare non solo l’identità di genere, ma anche di riflettere in modo più ampio sui modi in cui la società moderna percepisce e interpreta la mascolinità. In un mondo scandito dalla musica di Byetone, le performance si articolano in una partitura allegorica che analizza le strutture culturali e psicologiche del nostro tempo, sollecitando il pubblico alla riflessione critica.
Il dialogo tra danza e cultura
Prima dell’inizio dello spettacolo, alle 18:00 presso la Moby Dick Biblioteca Hub Culturale, si terrà un incontro dal titolo “Stillness Before Bach: Danza e Musica nel Novecento” con Stefano Tomassini, rinomato critico di danza e Professore Associato di studi coreografici. Tomassini offrirà una preziosa ricostruzione storica dell’influenza della musica di J. S. Bach sulla coreografia del XX secolo, fornendo al pubblico una chiave interpretativa per comprendere meglio le basi da cui emergono le contemporanee sperimentazioni della danza.
Questo dibattito rappresenta un’opportunità per contestualizzare storicamente il linguaggio coreografico utilizzato in “Viro” e per esplorare i rapporti tra tradizione musicale ed espressione corporea. Attraverso l’analisi delle influenze artistiche del passato, gli spettatori potranno acquisire un nuovo punto di vista da cui osservare la performance della Compagnia Abbondanza/Bertoni, accentuando le implicazioni culturali e filosofiche.
Info utili
Data e ora: 21 febbraio, ore 20.30
Luogo: Teatro Palladium, Piazza Bartolomeo Romano, 8, Roma
Incontro pre-evento: “Stillness Before Bach”, ore 18.00, presso Moby Dick Biblioteca Hub Culturale, Via Edgardo Ferrati, 3a
Info e prenotazioni: +39 329 550 8072 (lun – ven 11/16)
(Fonte e immagine: Sofia Li Pira – GDG Press)