Teatro Libero di Rebibbia all’Argentina: un ponte tra arte e società

Il Argentina di Roma si prepara ad accogliere un evento di grande rilevanza sociale e culturale, il “Teatro Libero di Rebibbia all’Argentina”, che si terrà il 2 dicembre 2024. Questo progetto unico nel suo genere, diretto da Laura Andreini Salerno e Fabio Cavalli, rappresenta una tappa significativa nella collaborazione tra il mondo delle arti performative e le istituzioni penitenziarie. Attraverso il teatro, i detenuti e gli ex detenuti del carcere di Rebibbia hanno l’opportunità di esprimere la loro creatività e di avvicinarsi a un percorso di riabilitazione e reintegrazione sociale.

Un dibattito sulle arti performative e il loro impatto sociale

L’evento avrà inizio alle ore 15:00 presso la Sala Squarzina del Teatro Argentina con un dibattito dal titolo “Spettacolo e rigenerazione sociale: impresa, territorio, valutazione”. Promosso dall’Associazione di categoria REACT, il dibattito si concentrerà sul valore sociale delle arti performative, esplorando come il teatro e la danza possano contribuire alla rigenerazione sociale e culturale. Parteciperanno rappresentanti delle istituzioni locali, parlamentari, membri delle commissioni consultive del Ministero della , nonché esponenti del mondo della giustizia e dell’università. L’incontro si propone di stimolare una riflessione sull’importanza di promuovere attività artistiche come strumento di inclusione e coesione sociale.

L’Associazione REACT, promotrice dell’evento, intende sottolineare l’importanza di un dialogo continuo tra le istituzioni culturali e quelle penitenziarie. Il dibattito offrirà un’opportunità unica per discutere di come le arti possano fungere da ponte tra diversi settori della società, promuovendo un modello di sviluppo culturale sostenibile e inclusivo. L’incontro rappresenta un momento di confronto tra diverse realtà e un’occasione per condividere esperienze e buone pratiche nel campo delle arti performative.

Sonata sulla via di Rossano: un viaggio tra colpa e redenzione

La serata proseguirà alle ore 20:45 con lo spettacolo “Sonata sulla via di Rossano”, un adattamento della celebre “Sonata a Kreutzer” di Lev Tolstoj, curato da Fabio Cavalli. La pièce, interpretata dagli attori detenuti ed ex detenuti del Teatro Libero di Rebibbia, affronta temi complessi come il senso di colpa e la follia maschile. Il protagonista, un uxoricida, racconta durante un viaggio in treno le circostanze che lo hanno portato a compiere il delitto. La storia, ambientata nell’Italia di qualche decennio fa, si snoda attraverso un viaggio che attraversa la Calabria, evocando un paesaggio che diventa metafora del viaggio interiore del protagonista.

Gli attori, noti per il loro lavoro nel film “Cesare deve morire” dei fratelli Taviani, portano in scena una rappresentazione intensa e coinvolgente, arricchita dalla musica di Irene Moretti e Andrea Nunzi. La performance è il risultato di un lungo percorso di formazione e crescita artistica che ha visto i detenuti di Rebibbia trasformarsi in veri e propri protagonisti del panorama teatrale internazionale. Lo spettacolo non è solo un’opera d’arte, ma anche un potente messaggio di speranza e redenzione, dimostrando come il teatro possa essere uno strumento di cambiamento e rinascita.

Info utili

Il progetto “Teatro Libero di Rebibbia all’Argentina” è realizzato da La Ribalta – Centro Studi “Enrico Maria Salerno”, in collaborazione con l’Associazione Ottava Arte e grazie all’ospitalità della Fondazione Teatro di Roma – Teatro Nazionale. L’iniziativa ha ricevuto il sostegno del Ministero della Cultura e il patrocinio del Ministero della Giustizia, della Presidenza della Commissione Cultura alla Camera e della Regione Lazio. L’ingresso allo spettacolo è gratuito, ma è necessaria la prenotazione.

L’evento rappresenta un’occasione unica per assistere a una manifestazione che unisce arte e impegno sociale, offrendo al pubblico la possibilità di riflettere su temi di grande attualità e importanza. La partecipazione a questa giornata non è solo un’opportunità per godere di uno spettacolo di alta qualità, ma anche un modo per sostenere un progetto che promuove la cultura come strumento di inclusione e cambiamento.

(Fonte e immagine: Maya Amenduni – Agenzia di Comunicazione)

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