Dal 19 novembre al 1° dicembre, il Teatro Vascello di Roma ospiterà “La scortecata”, un’opera liberamente tratta da “Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile. La regia è affidata a Emma Dante, che cura anche il testo e i costumi, mentre le luci sono a cura di Cristian Zucaro. La produzione è di Atto Unico/Compagnia Sud Costa Occidentale e Carnezzeria, con il coordinamento di Aldo Miguel Grompone. Lo spettacolo, della durata di 60 minuti, sarà interpretato da Salvatore D’Onofrio e Carmine Maringola, con un allestimento scenico che rispetta la tradizione del teatro settecentesco, affidando i ruoli femminili a due uomini.
La storia, tratta dalla celebre raccolta di fiabe di Basile, narra di un re che si innamora della voce di una vecchia, ingannato da un dito mostrato attraverso un buco della serratura. Dopo aver scoperto l’inganno, la butta dalla finestra, ma una fata la trasforma in una giovane bellissima, che il re decide di sposare. La rappresentazione si svolge in una scena vuota, dove pochi elementi scenici bastano a evocare l’atmosfera della fiaba. Due seggiulelle, una porta e un castello in miniatura sono sufficienti per creare il mondo magico e realistico di Basile.
La fiaba di Basile tra tradizione e innovazione teatrale
“Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile è una raccolta di cinquanta fiabe raccontate in cinque giornate, nota anche come “Pentamerone”. Basile, attraverso l’uso del dialetto napoletano e di espressioni gergali, crea un mondo affascinante e sofisticato, che si nutre di elementi teatrali tra la commedia dell’arte e i dialoghi shakespeariani. La lingua di Basile, ricca di ghirigori barocchi, cerca la verità attraverso una scrittura vivace e colorita.
“La scortecata” è il decimo racconto della prima giornata, e narra di due vecchie sorelle che vivono in una catapecchia. La loro vita è caratterizzata da miseria e solitudine, ma anche da un forte legame che le unisce. La rappresentazione di Emma Dante enfatizza questi aspetti, mettendo in scena un’opera che mescola umorismo e volgarità, in cui le protagoniste inscenano la loro favola personale, senza mai giungere al classico “e vissero felici e contenti”. La più giovane delle sorelle, novantenne, chiede alla sorella di scorticarla per far emergere una nuova pelle, in una metafora della ricerca di bellezza e giovinezza.
La morale della fiaba e la riflessione sulla bellezza
La fiaba di Basile offre una morale chiara e incisiva: il desiderio di apparire belle può portare a eccessi che danneggiano la propria essenza. Le donne, nel tentativo di migliorare il loro aspetto esteriore, rischiano di compromettere la loro autenticità e la loro salute. La critica si rivolge non solo alle giovani vanitose, ma anche alle anziane che, cercando di competere con le più giovani, finiscono per attirare l’attenzione negativa su di sé e per rovinarsi.
Emma Dante, attraverso la sua regia, riesce a trasmettere questa riflessione con ironia e profondità, portando lo spettatore a interrogarsi sul valore della bellezza e sull’accettazione di sé. La scelta di affidare i ruoli femminili a due uomini, come nella tradizione del teatro settecentesco, sottolinea ulteriormente il tema della trasformazione e dell’identità, creando un contrasto che arricchisce la narrazione.
Info utili
Lo spettacolo “La scortecata” andrà in scena al Teatro Vascello di Roma dal 19 novembre al 1° dicembre. Le rappresentazioni si terranno dal martedì al venerdì alle ore 21, il sabato alle ore 19 e la domenica alle ore 17. Per ulteriori informazioni e prenotazioni, è possibile contattare i numeri 06 5881021 o 06 5898031. Il Teatro Vascello si trova in Via Giacinto Carini 78, nel quartiere Monteverde di Roma.
(Fonte e immagine: Cristina D’Aquanno Ufficio Stampa)