Una frase di Duke Ellington rappresenta una delle più azzeccate definizioni del jazz: "By and large, jazz has always been like the kind of a man you wouldn't want your daughter to associate with", ovvero "In genere, il jazz è sempre stato simile al tipo d'uomo con cui non vorreste far uscire vostra figlia".
Di origine statunitense, il jazz nacque agli inizi del XX secolo come sintesi di tradizioni culturali europee ed africane, incorporando da subito i ritmi della musica popolare americana, tra cui ragtime, blues e musica leggera, fino a recepire recentemente spunti provenienti dal samba, dalla musica caraibica e dal rock.
Ospitare rappresentazioni di questa miscela etnica e culturale è ogni anno il vanto delle principali città europee, che pongono sempre particolare attenzione alla scelta di luoghi artisticamente attraenti. Da questo punto di vista, Roma ha solo l'imbarazzo della scelta e anche quest'anno, dal 18 giugno al 20 settembre, la splendida e antica Villa Celimontana incornicerà le imperdibili serate estive del Jazz Festival. Nato nel 1994 da un'idea di Giampiero Rubei, fondatore dell'ormai mitico Alexanderplatz, la manifestazione è giunta alla sua XVI edizione.
Situata sulla sommità del colle Celio, tra pini, lecci secolari e statue in stile classico, Villa Celimontana si è guadagnata il nome di "Villa della Cultura", visitata da sempre da artisti, musicisti e poeti che la individuarono come meta culturale in cui ammirare collezioni artistiche di mirabile fattura.
Tra le manifestazioni culturali dell'Estate Romana, sostenuta dal Comune di Roma e patrocinata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, quest'anno il Jazz Festival è stato annoverato tra quelle considerate "storiche", esentandole dal bando per le rappresentazioni dal vivo. Prendendo spunto da tale fattore, Rubei ripropone ambiziosamente il Festival per attirare ogni genere di pubblico, aprendo non solo agli amanti del jazz ma anche a chi cerca altri percorsi culturali, come poesia, letteratura e teatro. Conservando un carattere culturale sfidante e provocatorio, il Festival punta pertanto anche in questa edizione su un'offerta eclettica, che trae spunto dall'arte contemporanea nel senso più generale del termine.
È importante denotare l'opportunità che avranno alcuni giovani artisti, che suoneranno in un luogo carico di suggestione e storia, cui nel corso degli anni il pubblico romano ha dimostrato di tenere particolarmente, accanto a musicisti internazionali di fama ormai riconosciuta. Per citare solamente alcuni appuntamenti imperdibili, Cedar Walton Quintet (il 9 luglio), David Liebman Quartet (il 16 luglio), Sarah Jane Morris (il 23 luglio), Rava-Bollani (il 6 agosto), Roberto Gatto(il 21 agosto), che promettono di emozionare il pubblico con i loro bassi, contrabbassi, batterie, pianoforti, sassofoni e trombe.
Tra le rassegne interessanti, da segnalare "Dopo Festival", che prendendo il via dopo la mezzanotte, al termine delle prime serate, ospiterà giovani promettenti nel vasto panorama musicale italiano. E poi "W il Musical", che intende "miscelare" i diversi linguaggi di musica, danza, teatro e cinema, arrivando a scoprire un linguaggio artistico unico. E "La Piazzetta", che illustra lo stretto rapporto tra musica e libri.
Inoltre, nel programma trovano spazio iniziative originali tra cui la proiezione di documentari, mostre fotografiche, esposizioni artistiche e dibattiti sul tema del jazz.
Inoltre avranno particolare rilievo forme eclettiche di attività artistiche che prenderanno vita in rassegne di tipo tematico o interdisciplinare. Sarà così che i giardini della Villa si animeranno grazie alla presenza di opere di arte astratta e di installazioni. Infine, una prima volta, una sorpresa. Dopo i concerti delle prime serate, sarà il momento del ballo e Villa Celimontana si trasformerà in un parterre sudamericano, dove il protagonista sarà il tango. L'iniziativa si chiama "Milonga" e prende il nome dai caratteristici locali di Buenos Aires dove il tango non è solo un ballo, ma per alcune persone un vero e proprio stile di vita.