Nel parco di villa Borghese a Roma sorge l’ormai noto Globe Theatre che ogni anno regala alla Capitale, in cerca di cultura e fresco, spettacoli fantastici a cielo aperto in un contesto quasi surreale.
Eccezionalmente fuori dalla programmazione shakespeariana sulle assi di legno e sui mattoni di tufo del Globe è stata messo in scena, dal 23 al 27 giugno 2009, l’opera incompiuta di Edgar Allan Poe: Poliziano.
Edgar Allan Poe nacque a Boston nel 1809 fu uno scrittore e poeta, considerato tra le figure più importanti della letteratura americana poiché inventore del giallo psicologico e del racconto poliziesco.
Poe è considerato oggi uno dei rappresentanti più importanti del Romanzo gotico anche se il periodo a cui lo si associa è antecedente alla sua vita.
Le opere di Poe sono caratterizzate dal gusto per il mistero, l’orrido, l’angosciante, sviluppano gli aspetti psicologici e indagano fra le ossessioni dei personaggi.
La rappresentazione al Globe ricorre nel bicentenario della nascita dell’autore. La versione in italiano è diretta da Riccardo Reim, e vede le interpretazioni di Marco Belocchi (nel ruolo di Poliziano), Elisabetta Ventura (nel ruolo di Lalage), Luca Negroni (nel ruolo di Ugo), Fabio Mascagni (che interpreta Castiglione), Giacomo Rosselli (in San Ozzo), Mario Di Fonzo (in Baldassarre) e la partecipazione di Silvana De Santis (che interpreta Giacinta).
Poe, nel testo di Poliziano, come per altre sue opere, si ispirò all’epoca ad un fatto di cronaca nera, l’autore lavorò allo scritto dal 1834 al 1943.
La storia è quella di una giovane ragazza, Anne Cook, che viene sedotta da un importante uomo politico, Salomon Sharp, ed abbandonata dallo stesso quando si accorge di essere incinta. La giovane perderà il bambino ed accetterà di sposare il giovane Jeroboam a patto che questi vendichi il suo onore. Sharp morirà nella sua casa per mano del giovane nel 1825. Jeroboam verrà impiccato l’anno seguente.
La rappresentazione è formata da undici scene non numerate e prive del finale, l’esperimento originale di Poe è ambientato in una Roma post-bellica.
L’opera lascia ampio spazio di interpretazione allo spettatore.
Il nome di “Poliziano” è un mix di provenienze e culture poiché ispirato al poeta italiano ma con il titolo inglese di “Conte di Leicester”.
La rivisitazione presentata al Globe è una interpretazione del regista Riccardo Reim in taluni tratti forse anche più criptica dell’originale, non viene mostrato il matrimonio del conte né lo svolgimento della storia d’amore.
Molto della rappresentazione si basa sulla fisicità espressa dai bravi attori che riescono a coinvolgere il pubblico in un surreale momento di una storia appena accennata.
Poe trova spazio in un contesto che ben si adatta alla sua opera, la semplice scenografia e gli abiti di scena essenziali lasciano spazio all’immaginazione e sono in grado di mantenere l’attenzione dello spettatore costante dall’inizio alla fine.
Lo spettacolo è stato patrocinato dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America, dell’American Academy in Rome e dell’Ambasciata britannica.