Giovedì 21 febbraio uscirà nelle sale cinematografiche italiane il film drammatico Anna Karenina, distribuito in Italia dalla Universal Pictures. Tratto dalla famosa opera letteraria dello scrittore russo Lev Nikolaevič Tolstoj, è diretto dal britannico Joe Wright (già regista di Espiazione e Orgoglio e Pregiudizio) e vede tra gli interpreti Keira Knightley – nel ruolo dell’affascinante protagonista – Jude Law, Kelly Mc Donald, Michelle Docker e Aaron-Taylor Johnson.
Nel 1935 la parte della tormentata eroina di Tolstoj fu immortalata dalla divina Greta Garbo indimenticabile per la sua bellezza, il suo fascino misterioso, e soprattutto la sua bravura; il film vinse la Coppa Mussolini alla terza Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
In questa moderna versione cinematografica le musiche di Dario Marianelli sono candidate agli Oscar come miglior colonna sonora e la sceneggiatura è di Tom Stoppard.
Il romanzo di Tolstoj fu pubblicato nel 1877 al crepuscolo dell’impero zarista.
Sullo sfondo di una Russia sconvolta da profonde lacerazioni sociali, ingiustizie e miseria, di una aristocrazia superficiale e frivola, il film racconta le storie segrete dell’alta società imperiale tra la noiosa Mosca e la vivace San Pietroburgo e soprattutto la relazione clandestina di Anna Karenina. Classico della letteratura russa, evidenzia i temi importanti della fede, del valore della famiglia, della fedeltà a cui si contrappone la denuncia dell’autore nei confronti dell’ipocrisia delle più alte classi sociali russe. Divisa tra ciò che è giusto e ciò che si desidera, Anna vive perennemente in conflitto con sé stessa, tra ciò che prova e ciò che le convenzioni dell’epoca impongono.
La ribelle e passionale Anna, moglie a 18 anni di un alto funzionario del governo, Aleksei Karenin, è soffocata da un matrimonio infelice, e si innamora del bell’ufficiale di cavalleria, conte Vronski. Per seguire il suo cuore e vivere la sua storia d’amore, abbandona la famiglia ed anche il figlioletto Serëža, contro ogni regola o religione, perdendo diritti e prestigio.
A seguito delle complicazioni per la difficile nascita della figlia avuta da Vronski, comincia un lungo periodo di sofferenze e meditazioni.
La totale emarginazione dal mondo dell’alta borghesia dove ha sempre vissuto, le prime incomprensioni con l’uomo amato che diventa sempre più distante, la trascineranno in un vortice di dolore, di ansia e di solitudine che la condurrà al suicidio. Come diceva Tolstoj, ci sono tanti amori quanti sono i cuori. Il film è l’epopea dell’amore, di tanti amori possibili: quello coniugale, quello carnale, quello materno, quello filiale, quello per la grande madre Russia; tante, infatti, sono le passioni intrecciate alle situazioni familiari e storiche.
Il film già visto in Inghilterra affronta il capolavoro russo provocando apprezzamenti ma anche critiche, alcune alquanto pretestuose. È stato detto che l’adattamento cinematografico al grande romanzo è audace e il ricorrere ad una ambientazione teatrale univoca non rispetta del tutto l’anima del testo.
Il film infatti è girato quasi interamente in interni e se questo inizialmente può sembrare originale non consente di godere appieno dei grandi spazi naturali e delle suggestioni che ne derivano. Gli attori, seppur bravi, non sembrano una scelta indovinata.
Per la critica, la giovane attrice Keira Knightley appare non adatta perché incapace di sostenere il peso e la complessità psicologica di una figura così contraddittoria e dalle mille sfaccettature. Si lascia andare troppe volte ad espressioni contorte e ricercate. Più convincente sicuramente l’Anna Karenina del 1997 che ebbe il volto di Sophie Marceau. Jude Law è l’unico che sembra sostenere con semplicità e pacatezza il ruolo del marito.
Anche se il libro è intramontabile e rende meglio la delicatezza dei sentimenti e dei pensieri della protagonista, della sua anima tormentata, fragile e forte allo stesso tempo e che vale la pena di leggere, il film per i costumi, le atmosfere, la rievocazione storica e culturale è comunque da vedere.
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