Forse in pochi sono a conoscenza che colui che ha raggiunto il successo con brani come “Una rosa blu”, “Cinque giorni”, “L’elefante e la farfalla” e “La notte dei pensieri”, abbia collaborato con diversi gruppi di rock progressive degli anni ’70. Michele Zarrillo è stato, infatti, il chitarrista dei Semiramis, con i quali ha realizzato l’album “Dedicato a Frazz” (1973), e dei Rovescio della Medaglia, band che all’epoca riuscì ad ottenere un certo successo. Poi la svolta, con la decisione di iniziare una carriera da solista e, in particolare, di abbracciare un pop-rock delicato e, in certi casi, struggente.
Gli anni ’80 costituiranno per il cantautore romano un periodo altalenante e non certo facile, perché faticherà non poco prima di raggiungere il successo, soprattutto a livello di vendite. Nonostante la vittoria del 1979 al Festival di Castrocaro con la canzone “Indietro no” e quella del 1987, a Sanremo, nella sezione “Nuove Proposte” con “La notte dei pensieri”, Zarrillo stenta a prendere il largo, anche per via della casa discografica dell’epoca che non lo sostiene a dovere. Solo nel 1994 riuscirà, come si dice in gergo, a “fare il botto” e questo grazie a “Cinque giorni”, che diventerà una delle sue canzoni più famose, se non proprio la più amata dal pubblico.
Da quel momento in poi arriveranno le grandi soddisfazioni, un numero significativo di copie vendute, concerti affollati di persone, tante partecipazioni a programmi televisivi…
Due anni dopo torna al Festival di Sanremo con il brano intitolato “L’elefante e la farfalla”, che darà anche il titolo all’album che uscirà a fine febbraio. Il successo si mantiene e Zarrillo potrà dedicarsi con maggior tranquillità, e quindi senza più lo stress per le vendite, all’aspetto live. Questo è un cantautore che si esprime bene dal vivo, tirando pure fuori una carica rock che su disco è piuttosto attenuata. Evidentemente ama il contatto col pubblico e sul palco si sente più libero di lasciarsi un minimo andare, di divertirsi e far divertire. Nell’autunno del 1997 pubblica una doppia raccolta con tutti i suoi successi e due inediti, “L’amore vuole amore”.
L’album vende molto e Zarrillo proprio qui raggiunge la vetta del successo e dell’interesse mediatico. Tornerà a Sanremo ancora diverse volte, ottenendo pure ottimi riscontri di critica, basti pensare alla canzone “L’acrobata” proposta nel 2001 al Festival; tuttavia le vendite non saranno più come quelle di fine anni ’90. Questo, paradossalmente, non sarà proprio un male per il cantautore romano, poiché avrà modo di sperimentare di più su disco, il tutto con una maggiore libertà ed autonomia artistica. La dimostrazione è l’album del 2003, “Liberosentire”, dove si nota una certa varietà a livello di sonorità ed anche di tematiche affrontate. La risposta del pubblico, però, non sarà delle migliori, forse a causa di questo cambiamento ritenuto troppo brusco. L’ultimo suo album di inediti risale al 2011 e si intitola “Unici al mondo”, ma le cose per lui non cambieranno di molto. Zarrillo ha uno zoccolo duro e fedele di fans e continua ad intraprendere diversi tour in giro per l’Italia, tuttavia le grosse vendite sono oramai solo un ricordo. Contano veramente milioni di copie vendute, specialmente nell’epoca di internet? È meglio, magari, tenersi stretto un numero non esorbitante, ma fedele, di fans? Vi è una questione, però, ferma nella sua carriera, ossia la passione per i concerti. Eccolo allora tornare con altre date dove certamente troveranno spazio i suoi successi ed i brani degli ultimi album. Zarrillo si esibirà con la sua band a Roma, il 23 marzo 2013 al Teatro Sistina, nell’ambito della “Settimana della musica”. L’artista ha anticipato qualcosa, ossia l’intenzione di ripescare brani della sua carriera che da tempo non trovavano posto nella scaletta. Non solo questo, però, perché “la forza del concerto sarà il far convivere i brani del nuovo album con quelli di maggior successo del mio percorso artistico”.
Le canzoni possono piacere oppure no, ma la sua carriera è l’esempio vero di una lunga gavetta, di un voler mettersi in gioco che oggi, purtroppo, sembra essere andato perduto, tra vari Talent Show, case discografiche in crisi che decidono solo di andare sul sicuro con “prodotti” musicali, spesso e volentieri, di dubbia valenza artistica… Si può anche raggiungere il successo subito, e gli esempi non mancano proprio, ma la scommessa vera sarà rivedere questi artisti, o presunti tali, fra 10 o 20 anni. Forse sarà più facile notare una locandina di un concerto di Michele Zarrillo…