Alzi la mano chi non ha mai cantato il ritornello o, addirittura, gran parte di “Tutto il resto è noia”?
Si, d’accordo l’incontro
un’emozione che ti scoppia dentro
l’invito a cena dove c’è atmosfera
la barba fatta con maggiore cura.
la macchina a lavare ed era ora
hai voglia di far centro quella sera
si d’accordo ma poi…
tutto il resto è noia
no, non ho detto gioia, ma noia, noia, noia,
maledetta noia.
Si tratta molto probabilmente del brano più rappresentativo, oltre che più famoso, del cantautore Franco Califano, detto Er Califfo. C’è tutta la sua poetica in “Tutto il resto è noia”, il suo stile ben definito. Oltre a questo è canzone orecchiabile, facile da ricordare e, quindi, da canticchiare sotto la doccia o in altri contesti. Non è sempre detto, infatti, che un brano rimanga bene impresso nella mente delle persone, una canzone poi scritta nell’ormai lontano 1976. Eppure Er Califfo continua a fare serate, ad apparire in tv e perfino a scrivere libri.
Il perché del suo duraturo successo? In lui vi è associazione tra il personaggio Califano, dunque la sua vita, ed i testi delle canzoni. Il “Prevert di Trastevere” mette nelle canzoni tutta la sua carica vitale, il suo desiderio di vivere e raccontare l’amore. Spesso e volentieri si parla di lui come di un poeta, più che un cantautore. Califano riesce, inoltre, ad andare in profondità nei sentimenti umani, toccando anche corde filosofiche. Non è un caso, infatti, che abbia ricevuto una laurea honoris causa in Filosofia dall’Università di New York (“per aver scritto una delle più belle pagine della Canzone Italiana”, così recita la motivazione). Certo, non va dimenticata la sua vita burrascosa, come dimostrano alcune indagini che lo hanno visto coinvolto per possesso di stupefacenti e per porto abusivo di armi (a causa di ciò finirà pure in carcere ma, alla fine, risulterà assolto “perché il fatto non sussiste”).
Oltre alla musica ha sempre avuto altra forte e tenace passione: le donne e, diciamo, l’universo femminile in generale.
Per una donna noi, facciamo i santi, i buffoni, gli eroi. | Per una donna noi saremmo pronti a sfidare gli dei.
Così Califano nel brano intitolato “Per una donna”, che inserì nell’album del 1985, “Ma cambierà”. Tantissime comunque le canzoni dedicate alle donne, anche perché Er Califfo si è sempre vantato di avere avuto un numero impressionante di fanciulle. Il rispetto, però, prima di ogni cosa e, inoltre, occorre dedicare molto tempo per soddisfare la propria compagna. Quello, per lui, è il vero orgasmo maschile. Per spiegare alle nuove generazioni il sesso, si è addirittura cimentato con un divertente (e fortunato) saggio dal titolo emblematico, “Il cuore nel sesso” (Castelvecchi Editore). Una sorta di “maestro di vita”? Forse è esagerato, ma Califano indubbiamente rappresenta un modello maschile in estinzione (nel bene e nel male, a seconda dei punti di vista), oltre che cantautore vecchia scuola. Tuttavia, ripetiamo, non ha mai abbandonato la musica ed il palcoscenico.
Califano è pronto per tornare ad esibirsi nella Capitale con un concerto, lunedì 18 marzo 2013 al Teatro Sistina (inizio ore 21.15), in occasione della “Settimana della musica”. In scaletta non potranno certamente mancare i suoi successi ed anche quei brani che lui ha donato ad altri artisti. In questo caso l’elenco è piuttosto esteso, comunque ricordiamo “La musica è finita” (portata al successo da Ornella Vanoni), “La nevicata del ’56” e “Minuetto” (divenuti due dei brani di punta di Mia Martini), “Fine favola” (contenuto nell’album di Renato Zero, “Sulle tracce dell’imperfetto”).
Califano sta conoscendo una seconda giovinezza, soprattutto dal lato della popolarità. Tiene sempre tanti concerti e parecchie volte viene invitato in programmi tv per dire la sua sull’amore, sul sesso e sulle donne (se dovesse avanzare del tempo, riesce pure a cantare qualche suo brano di successo). Nondimeno, ripetiamolo, è sul palco che torna ad essere il “Prevert di Trastevere” perché, come lui stesso direbbe, tutto il resto è noia…