E’ un Max Giusti del tutto nuovo, lontano da quello dei pacchi in tv, il Max che ci chiama ad assistere al teatro Sistina allo spettacolo Di padre in figlio dal 1° fino a domenica 13 aprile con tanta musica, battute, imitazioni. Dopo una lunga attività televisiva come attore, conduttore, showman, molto amato dal pubblico, Max Giusti torna in scena con una piacevole commedia musicale scritta da lui stesso con la collaborazione di Andrea Lolli e Claudio Pallottini. Vuole far divertire con uno step in più, abbandonando la veste tipicamente comica per trattare il tema dei sentimenti familiari e del complesso rapporto tra padre e figlio. Il progetto teatrale infatti, tra il comico e il serioso, nasce dalla domanda: quando si smette di essere figli e si diventa genitori?, quando si ha ancora un papà e anche un figlio, e si sta in mezzo a due generazioni?
E’ questa la chiave dello spettacolo in cui l’attore mette in mostra oltre alle sue brillanti doti da mattatore anche quelle di attore malinconico e riflessivo.
Giusti torna a teatro dopo 10 anni con una sfida nuova: Non potevo tornare a teatro senza far ridere, ma ridere non mi bastava più. Ho voluto raccontare quello che c’è dietro il fatto di diventare padre: vuoi consegnare la vita a tuo figlio, ma quello che ti ha insegnato tuo padre è ancora valido? Cerca di rispondere attraverso il confronto generazionale tra padre e figli e l’approfondimento sul modo di amare ed educare i figli.
Protagonista della storia è un uomo di quaranta anni, precario, che sogna una carriera e che dopo essere stato figlio si ritrova genitore a raccontare la figura di suo nonno al figlio appena nato. Una rappresentazione non solo di risate, ma che attraverso varie chiavi di lettura vuol far capire quante cose siano cambiate in 40 anni nell’educazione di un figlio e quanto sia complicato tramandare gli insegnamenti da una generazione all’altra.
Due epoche storiche: da una parte quella di un ragazzo vissuto tra gli anni settanta, ottanta e novanta, con un padre come tanti che allora erano rispettati e temuti, dall’altra quella del figlio, nato nel terzo millennio. Gli anni dei padri severi e rigorosi, dei rapporti fatti di troppi silenzi e paure, di baci mancati, di cose non dette ma di affetti sinceri. Oggi di fronte ad una crisi economica e di valori, di sconvolgimenti storici e culturali da comprendere e spiegare, il ruolo di padre è difficile e impegnativo, ma un papà deve essere forte e deve ancora poter sognare e far sognare soprattutto suo figlio e rimanere sempre un importante punto di sostegno e di riferimento.
Giusti parla dei suoi collaboratori che hanno curato lo spettacolo con grande professionalità in ogni suo dettaglio. Le musiche sono di Gaetano Curreri, l’allestimento scenico di Marco Carniti.
Bella la colonna sonora, le luci, i costumi, le esibizioni di sei ballerine, e le simpatiche trovate in dialetto maceratese.
Uno sguardo al passato, partendo dal presente, con nostalgia ed emozione.
L’inedito Max sarà una sorpresa positiva, che ci farà fare due sane risate.