La fondazione Sipario Toscana presenta dal 23 gennaio al 2 febbraio al Teatro Parioli di Roma il Borghese Gentiluomo di Molière.
Massimo Venturiello è regista e attore nel ruolo di Monsieur Jourdain e Tosca sua compagna anche nella vita è la sua battagliera consorte e insieme compongono un sodalizio artistico di grande qualità.
Il testo scritto da Molière per compiacere il re Sole e rappresentato per la prima volta alla corte di Luigi XIV nel 1670, è una simpatica commedia in musica, una pungente satira della società del suo tempo. Il lavoro teatrale si snoda con ritmo intenso e offre elementi di grande suggestione e spunti farseschi di grande effetto comico, attraverso le musiche di Germano Mazzocchetti, le coreografie di Fabrizio Angelini, le scene di Alessandro Chiti e i costumi di Santuzza Calì.
Massimo Venturiello già conosciuto nei panni del Gastone di Petrolini e dello splendido personaggio di Zampanò nel film La Strada di Fellini, continua il suo percorso drammaturgico e porta sulla scena Molière in una rilettura del testo in cui musica e prosa si fondano per dare un prodotto leggero, popolare, fuori dagli schemi, anche se non lontano da approfondimenti morali.
Il protagonista di Molière è un ricco borghese che rifiuta le proprie anonime origini per diventare un nobile gentiluomo blasonato. Monsieur Jourdain potrebbe vivere in pace godendosi le sue ricchezze, invece insegue un’utopia, aspira e sogna follemente titoli nobiliari, e per realizzare il suo sogno si circonda di maestri, precettori e di tutto un panorama di adulatori e profittatori senza valori e dignità. Vuole imparare la musica, la danza, la scherma, studiare la filosofia, prendere le abitudini, le mode e gli atteggiamenti dei ricchi e auspica per la figlia un matrimonio nobile. A nulla valgono le resistenze delle sue donne che col buon senso e la concretezza dell’anima popolare tentano di liberarlo da quella stupida ossessione.
Nel contesto della storia grande importanza assumono i ruoli delle donne alle quali il testo affida grande libertà espressiva e comunicativa.
Lo spettacolo della coppia Venturiello-Tosca è infatti una piacevole rivisitazione del testo originale di Molière, capace di divertire e far pensare con arrangiamenti che spaziano da atmosfere e ambientazioni d’epoca, a sceneggiate della farsa napoletana. Le grandi opere sono immortali perché parlano un linguaggio universale e senza tempo. Il protagonista è un uomo patetico, ingenuo e credulone, che insegue un ideale con tutte le sue forze a costo di apparire sciocco e ridicolo e nel quale è facile rivedere i mali del nostro tempo nel rincorrere affannosamente il gusto dominante, il successo e i modelli di vita vincenti che la società multimediale continuamente ci propone. Infatti lo stesso regista così commenta, “è una vicenda nella quale malgrado la lontananza temporale è facile rispecchiarsi”.
Venturiello ci invita ad apprezzare un allestimento di grande attrazione e un cast ricco di ballerini, cantanti, attori già presenti in precedenti spettacoli, malgrado le logiche di mercato dei tagli che impongono una produzione restrittiva che umilia il nostro teatro.
Il messaggio è che in fondo sognare l’impossibile non è poi un errore quando si crede in un ideale positivo, un sentimento, una passione a cui dedicare tutta l’essenza della vita.