Sipario

Le nuove stagioni del Teatro Sistina, Eliseo e Argentina

SiparioIl , per chi scrive, possiede enorme fascino e questo è dovuto anche alla bellezza stessa dei luoghi dove vanno in scena le opere. Roma ha numerosi teatri e tanti di questi hanno una storia dietro lunga e contraddistinta da svariati successi. Tutti i gusti del pubblico possono trovare appagamento e questo grazie alle molteplici proposte, che vanno dai classici della drammaturgia mondiale, alle commedie senza pretese fino al teatro più sperimentale.

Quanto è magico entrare in un teatro e vedere spegnersi le luci. Non so perché. C’è un silenzio profondo, ed ecco che il sipario inizia ad aprirsi. Forse è rosso. Ed entri in un altro mondo.
Così il celebre regista David Lynch, uno che di atmosfere di certo se ne intende. Ecco allora anche la responsabilità dei nostri teatri che, ogni anno, sono pronti a proporre il loro cartellone, con la speranza di accontentare un po’ tutti e con l’imperativo (o così sempre dovrebbe essere) di fare entrare le persone “in un altro mondo”.
Il Teatro Sistina, l’Eliseo e l’Argentina, tra i più conosciuti ed amati dal pubblico romano, hanno definito la stagione 2013/2014 ed il tutto sarà nel segno della qualità, della continuità e dell’andare sul sicuro.

Tre teatri di grande spessore, oltre che con una storia dietro notevole e costellata da spettacoli di enorme successo e con attori e registi di indiscutibile bravura e notorietà. Tre teatri, però, con delle differenze tra loro.
Il Sistina è sempre stato famoso per essere il teatro della commedia musicale e questo, diciamo, a partire dalla fortunatissima gestione di Garinei e Giovannini. I due commediografi hanno avuto l’intuizione di portare in Italia proprio la commedia musicale. Tra i loro grandi successi ricordiamo “Rugantino”, “Aggiungi un posto a tavola” e “Alleluja Brava Gente”. Il Sistina, negli anni, non ha detto addio alla sua vocazione originaria e non è mai mancato il successo di pubblico e critica.
Con lo slogan “Il Sistina è tornato” è stata presentata la nuova stagione firmata Massimo Romeo Piparo, nuovo direttore artistico del teatro. Tutto è in linea con la tradizione e non mancano i grossi nomi, veri e propri mattatori della scena come Massimo Ranieri (il nuovo recital si chiamerà “Sogno e son desto e l’istrione napoletano si dedicherà agli uomini e alle cantati dalla musica di Raffaele Viviani e di Pino Daniele ed a quelli portati in scena dal teatro di Eduardo De Filippo e Nino Taranto), Enrico Brignano (torna con uno dei suoi maggiori successi teatrali, oltre che dello stesso Sistina, ovvero “Rugantino”), Max Giusti (il suo spettacolo si intitola “Di padre in figlio”) e la coppia Vittoria Belvedere e Luca Ward (assieme in uno dei capolavori del teatro musicale mondiale, “My fair lady”).
Teatro EliseoPer quanto riguarda il Teatro Eliseo, viene sempre proposto un cartellone che spazia dalla prosa classica alla contemporanea. Anche con questo teatro si va sul sicuro e difficile è uscire delusi. Negli anni l’Eliseo ha continuato ad essere un palcoscenico sempre pronto ad ospitare grandi produzioni di qualità e famosi interpreti, mentre l’adiacente Piccolo Eliseo, oggi intitolato a Giuseppe Patroni Griffi, si è aperto alle nuove drammaturgie, non solo italiane, ai nuovi interpreti e ai nuovi registi.
Cartellone ricco con attori che non hanno certo bisogno di tante presentazioni, ad esempio Leo Gullotta (si cimenterà con “Prima del silenzio”, un testo di Giuseppe Patroni Griffi e la regia di Fabio Grossi), Monica Guerritore (stavolta alle prese con il musical di Peter Quilter “End of the rainbow”), Umberto Orsini (l’esperto attore novarese porterà sulla scena uno dei tanti capolavori di Luigi Pirandello, “Il giuoco della parti”) e Giulio Scarpati (lo spettacolo che lo vedrà protagonista, “Oscura immensità”, è tratto dal romanzo “L’oscura immensità della morte” di Massimo Carlotto; mentre la regia è affidata ad Alessandro Gassman).
Il Teatro Argentina, uno dei principali (e più belli) teatri della Capitale, ospita ogni volta rappresentazioni di prosa e manifestazioni musicali sia operistiche che sinfoniche. Una programmazione, quella del 2013/2014, che ai classici affianca la drammaturgia contemporanea con regie prestigiose ed attori di grande esperienza ed abilità, non tralasciando però le realtà artistiche dell’area romana. Non mancherà neppure stavolta Gabriele Lavia (il direttore artistico dello stesso Argentina sarà protagonista, oltre che regista, de “I pilastri della società”, tratto da un’opera di Henrik Ibsen), ma altri nomi non son certo da meno, pensiamo a Marco Paolini (con un omaggio a Jack London in “Ballata di uomini e cani”), a Pippo Delbono (in scena con uno spettacolo tutto suo, “Orchidee”) e ad Alessandro Gassman (si confronterà, essendo sia attore che regista, col “Riccardo III” di Shakespeare).
Dunque, questi tre grandi teatri romani sono pronti per offrire spettacoli di richiamo e sempre in linea con la loro precisa vocazione. Poca voglia di rischiare, magari, ma l’andare sul sicuro non è certo qualcosa di negativo, anche perché poi la qualità bisogna farla comunque vedere ed ogni serata, come ogni stagione, è sempre differente da quella precedente.
Non male, quindi, entrare “in un altro mondo”, almeno per qualche ora. Tutti andiamo di fretta, tanti aspetti della nostra vita contengono una bella dose di precarietà (concreta e simbolica) e ciò che ci circonda non è sempre così edificante. Ecco allora la valenza del teatro che è un modo per staccare la spina, diciamo, ma anche e soprattutto uno splendido mezzo per riflettere su noi stessi, sui drammi, sulle gioie e sulle speranze dell’umanità intera.
Eduardo De Filippo ha messo bene a fuoco, a suo modo, ciò che vuol dire teatro: “Teatro significa vivere sul serio quello che gli altri, nella vita, recitano male.
Che altro dire dopo una frase come questa?

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