I ballerini illusionisti più affascinanti di tutti i tempi tornano con “Bothanica”, l’ultima geniale creazione del fondatore della compagnia, Moses Pendleton. Lo spettacolo, per l’entusiasmo degli appassionati dei Momix, sarà in scena al Teatro Olimpico di Roma dall’8 al 22 marzo.
Per il secondo anno consecutivo si trovano a calcare il palco del noto teatro romano con la stessa rappresentazione che, nel 2010, ha sbancato i botteghini di tutto il paese. Dopo ventisei repliche, ciascuna delle quali ha registrato il tutto esaurito, tornano a grande richiesta nello storico stabile capitolino.
La vita dei Momix, da anni, è sempre molto intensa e passionale: girano il mondo in lungo e largo colpendo l’immaginazione di popoli di culture e lingue diverse; in qualsiasi palco si affacciano, sono sempre super acclamati; e le città che ancora non hanno attraversato li reclamano con fervore.
Perché tanto entusiasmo per i Momix? La compagnia più celebre al mondo di danza contemporanea, di origine statunitense, è diventata tale grazie alla sua caratteristica più spiccata, quella di riuscire ad evocare un mondo di immagini surreali servendosi del corpo, di costumi spettacolari, di giochi di luce sorprendenti. I loro spettacoli trascinano fin da subito in un universo fantastico, facendo abbandonare la realtà senza neanche rendersene conto, fluttuando in un contesto magico che si diffonde automaticamente dalle loro coreografie.
“Bothanica”, in particolare, l’ultimo amatissimo regalo del coreografo Pendleton, nasce dalla sua grande passione per la natura. Dunque, non può che rievocare i colori e le immagini delle stagioni, dei fiori e delle piante, degli animali e dei minerali. E aggiungerci il suggestivo tocco di coreografie imprevedibili, un insieme di elaborati giochi ottici intessuti di efficaci strutture dinamiche proprie della modern dance americana.
Pendleton, il quale ha affermato di essersi ispirato “a Vivaldi e al suo ciclo delle Quattro Stagioni”, ha diviso lo spettacolo in due parti, “Winter Spring”, ad indicare l’inverno e la primavera, ma anche, in inglese, “lo slancio dell’inverno”, e Summer Fall, l’estate e l’autunno, ma anche “la caduta dell’estate”. Un affascinante gioco linguistico che cela l’accattivante filosofia del coreografo.
“Bothanica”, definito dalla critica “the wonder of wonders” – la meraviglia delle meraviglie – prende per mano lo spettatore e lo guida nell’esplorazione di una natura che troppo spesso è minacciata dalla spregiudicatezza degli uomini. A sottolinearlo è la morte delle api dovuta dall’inquinamento. Per questo Pendleton evidenzia come il mondo di fiori, insetti e alberi sia dotato di vita. A questo proposito, ha spiegato lo stesso Pendleton, significativa è la scena di una “roccia che, come se fosse un utero, partorisce una donna bellissima”.
Dall’inverno, “Bothanica” attraversa tutte le stagioni proseguendo con le tinte vivaci della primavera, quelle più dolci dell’estate e quelle malinconiche dell’autunno.
Il tutto è immerso in un panorama musicale che si avvale di ben trentacinque diverse fonti sonore.
L’intento di Pendleton, che ha rivelato di aver pensato a “Bothanica” insieme a sua moglie, la danzatrice e co-direttrice Cynthia Quinn, è quello di provocare un ‘optical confusion’: un modo per eccitare i nervi del cervello e stimolare la creatività, sperando che il pubblico lo viva dimenticandosi di essere in un teatro e avendo la sensazione di trovarsi all’aria aperta”.
Da non dimenticare, inoltre, che lo spettacolo dei Momix aprirà il Festival Internazionale della Danza, progetto ideato dall’Accademia Filarmonica Romana e Teatro Olimpico.