Il progetto Melodie Romane che giunge alla sua decima edizione propone lo spettacolo “All’Osteria dei magnaccioni” messo in scena dal maestro Paolo Gatti e a cura dell’Associazione culturale Incontraroma. Le rappresentazioni iniziate il 25 giugno proseguono tutte le sere alle ore ventuno, fino al primo settembre tranne il lunedì, serata dedicata a diverse compagnie teatrali e artisti professionisti. Biglietti da 14 a 16 euro.
L’opera è un vero e proprio viaggio nella romanità, attraverso il canto, il teatro, la comicità schietta e diretta della Roma ormai scomparsa ma non dimenticata, la Roma sparita dei suoi romantici acquerelli. L’appuntamento è al Giardino degli Aranci, splendida terrazza sul colle Aventino da dove si può ammirare un panorama di Roma mozzafiato. Lo spettacolo pone l’accento sulla cultura popolare antica per divulgare la tradizione del teatro romanesco che altrimenti rimarrebbe confinato al passato. E’ poi un laboratorio didattico per tanti giovani attori, i quali si alternano ogni settimana sul palco e interpretando personaggi diversi, possono esprimersi nelle varie discipline artistiche dal canto, alla danza alla recitazione.
Un gruppo di giovani romani, Nino, Teresuccia e Nunziata, hanno come luogo d’incontro l’antica osteria romana verace, dove si cantava, si discuteva, ma dove prevaleva il vino dei Castelli, come recita la celebre canzone “la società dei magnaccioni”. Tutto lo spirito dello spettacolo si snoda attorno a questa fedele ricostruzione scenografica tra botti di vino e tavoli di legno, che riportano lo spettatore all’atmosfera di Pasquino, la statua parlante che con le sue allegre e ironiche invettive colpiva i personaggi pubblici più importanti.
Il termine hostaria come molti non sanno ha un significato nobile, deriva dal latino hospes che vuol dire ospite, ovvero luogo d’ospitalità. In seguito l’hostaria diventa un locale popolaresco, piacevole dove si socializza bevendo vino genuino e mangiando a poco prezzo. In questa simbolica osteria, la satira più raffinata e pungente di Trilussa e del Belli rivive negli accordi e nella chitarra di Paolo Gatti, e poi ci sono macchiette divertenti ma anche canzoni e stornelli d’amore nel tipico linguaggio colorito del dialetto romanesco. Non mancano simpatici riferimenti ai giochi classici del tempo come la zecchinetta e la passatella romana del film “Er più” con Adriano Celentano.
La seconda parte della rappresentazione è intitolata “Serenate romane” ed è un omaggio alla canzone e al teatro della Roma che fù. Si parla romano, si sente il sapore autentico di una Roma che ci appartiene, con gli omaggi a Califano e al varietà di Ettore Petrolini, assoluto protagonista del teatro romano del 1900, con le parodie brillanti dedicate a Roma, al biondo Tevere, alla sua impareggiabile bellezza. Oggi le vecchie osterie o fraschette non esistono più, soltanto in alcune trattorie di quartiere si può ritrovare il clima semplice e familiare di un tempo.
Un ossequio alla Roma del popolo, con i suoi vicoli, le sue piazze, le sue fontane, i suoi rioni storici, oggi diversi ma che conservano intatto il loro fascino. Roma è cambiata, e per amarla ancora di più bisogna conoscerla meglio. Questo spettacolo è un inno d’amore per la città e per la sua gente.
Sotto le stelle e il profumo degli aranci godiamoci, con un po’ di nostalgia questo spettacolo inconsueto e divertente che ci stupirà.