Debutta al teatro Vittoria di Roma nel popolare quartiere Testaccio, dal 4 al 16 dicembre 2012 lo spettacolo Coatto unico senza intervallo di cui Giorgio Tirabassi – attore romano molto caro al pubblico televisivo – è autore, regista e attore.
Il testo, nato per essere dedicato alla sua città, ha sempre riscosso notevole successo pur non essendo mai stato presentato a Roma e nei teatri nazionali, ma solo nelle periferie e nel carcere di Rebibbia. Oggi va in scena in una nuova versione arricchita di nuovi contenuti, pur conservando lo stesso spirito, la stessa benevola e pungente comicità.
Giorgio Tirabassi è un attore molto interessante e versatile, ha fatto parte della compagnia di Gigi Proietti per nove anni e lavorato nel cinema, ma la grande notorietà è arrivata con la fiction Distretto di polizia. Nel 2004 si cimenta nel ruolo difficile ed impegnativo di Paolo Borsellino e ultimamente lo ricordiamo nella miniserie televisiva Benvenuti a tavola dove interpreta un ristoratore di talento del Cilento trapiantato a Milano che saprà far apprezzare al nord la genuinità e i sapori della sua terra. È stato anche grande protagonista, sempre al teatro Vittoria, del testo teatrale Salvatore e Nicola liberamente tratto dal libro Lotta di classe di Ascanio Celestini dove i due protagonisti si misurano con le diverse problematiche del lavoro e della crescita adolescenziale.
Infatti, per l’autore, il teatro non è solo finzione e divertimento ma impegno civile: deve far riflettere e potersi ispirare alla realtà della gente comune specie quando è costretta a confrontarsi con le difficoltà e i problemi della vita quotidiana.
Dunque, coatto: dal latino coactus participio passato del verbo cogĕre (costringere) nell’evoluzione della lingua parlata diventa un termine del dialetto romanesco con una accezione scherzosa e non sempre dispregiativa, anzi il coatto fa spesso sorridere per il suo abbigliamento volgare, per i suoi comportamenti ridicoli e smargiassi; coatto è colui che nasce e vive sempre nello stesso quartiere, frequenta sempre gli stessi amici, gli stessi bar, ama la guida spericolata, le bravate, le forti emozioni, le cose futili, non cresce culturalmente, è unico e riconoscibile come il Colosseo o San Pietro, ma possiede spesso una grande generosità e spontaneità.
L’autore è profondamente nel cuore della sua città e ci rappresenta bozzetti e storie semplici di varia umanità, in cui ciascuno può riconoscersi, dando spazio ad un mondo di difetti, vizi e virtù di certi personaggi romani visti nella loro normalità, nei loro eccessi, nella loro amara autenticità, dal tossicodipendente al rapinatore e all’evasore fiscale.
La città di Roma in scena, ma potrebbe essere qualunque altro grande centro o cittadina con relativa periferia fatta di campi nomadi, palazzoni e quartieri senza servizi, discariche, dove pulsa la vita della gente comune e il tempo sembra fermarsi, nelle solite conversazioni negli autobus affollati, nei bar o nei grandi magazzini.
Questo disagio urbano deve poter far riflettere e viene rimarcato col sottofondo di musiche che vanno dallo stornello al rap e al blues dei cantanti di strada, delle piazze e dei sotterranei delle metropolitane, affidate all’abilità dei due musicisti al contrabbasso e alle percussioni.
Uno spettacolo indubbiamente interessante, leggero, divertente che coinvolge un vasto pubblico e che entra in particolare nel sentimento e nell’anima romana.
Per informazioni rivolgersi al botteghino del Teatro (06-5740170 ; 06-5740598) e consultare il sito www.teatrovittoria.it.