Domenica 16 ottobre alle ore 11.30 al Teatro Villa Pamphilj va in scena il debutto di Tutto è perduto in un’ora di e con Vittorio Continelli con i suoni di Lucio Leoni e la collaborazione alla scrittura di Riccardo Quacquarelli.
Tutto è perduto in un’ora nasce come conferenza durante la primavera 2020, in tempi di restrizioni e di confinamento domestico. Si sviluppa successivamente come viaggio poetico e teatrale che intreccia reperti e riflessioni personali degli ultimi venticinque anni con digressioni linguistiche e documenti letterari che vanno dal XIV al XXI secolo. Da Christine de Pizan a Louis Ferdinand Céline, passando per Pierre de Nesson, Ludovico Ariosto, Shakespeare, Dante e gli Smiths. È una piccola ricerca piena d’amore nei confronti delle parole, delle storie che le parole custodiscono e della letteratura. È un apologo che si serve proprio della letteratura e dei suoi autori, quali testimoni privilegiati degli accadimenti umani. È la maniera che abbiamo trovato per interrogarci su come in passato altri, più bravi di noi, abbiano affrontato lo smarrimento e la paura che derivano da una condizione inedita. Inevitabilmente è diventata anche riflessione sul presente, sulla propria condizione personale, sulla sensazione di vivere alla fine un’epoca e sull’omologazione che ha cambiato le nostre vite nell’ultimo quarto di secolo. È un primo passo in un territorio nuovo. A questo si aggiunge una rivendicazione: quella di continuare a farsi domande senza pretendere di offrire né di ottenere alcuna risposta.
Ho speso bene i miei soldi? Quand’è che un’imbarcazione s’incaglia? E una conversazione? Qual è la paura più grande che provo? Come comunicano tra loro i cercopitechi verdi? Che ora è? A che ora cala il buio? A che ora finisce il Medioevo? Finirà? Cos’è che risuona nel sentimento della fine? È finito il Medioevo? Perché occuparsi di tramonti? E altre fondamentali domande inutili.
Vittorio Continelli Attore, alla bisogna autore, se capita anche regista ma controvoglia e con conseguenti risultati disastrosi. Mediocre e disilluso, dal temperamento pigro, si barcamena e si mimetizza perfettamente nella tappezzeria del panorama teatrale italiano. Vive dalle parti di Firenze.
Riccardo Quacquarelli Scrittore, sceneggiatore, autore: nulla di tutto ciò, purtroppo. Nella vita legge. Negli intervalli restanti è maestro in una scuola Primaria. Ringrazia: Ettore Scola, Kakà e Bob Marley. Dispera, vive e lavora a Bologna.
Lucio Leoni Quasi maestro, quasi dottore, quasi comandante. Grazie all’avanzamento tecnologico spinge un tasto e fa i suonetti ma il suo interesse più puro è il copricapo, recentemente infatti si è interessato all’arte della modisteria diventando quasi cappellaio. Vive a Poggio Nativo che è quasi montagna e quasi pianura.
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PROSSIMI APPUNTAMENTI
Domenica 23 ottobre in scena una produzione Seven Cults, Elisabetta I – Le donne e il potere di David Norisco, con Maddalena Rizzi, regia Filippo d’Alessio, scene Tiziano Fario, costumi Silvia Gambardella
Il tema del potere da sempre vive di un immaginario al maschile, anche quando è una donna al posto di comando.
Lo sguardo che osserva i comportamenti e le dinamiche che identificano il potere è spesso distorto dall’antico retaggio che gli uomini hanno imposto. Come le donne si sono orientate in rapporto al potere, dentro questi stretti confini, è ciò che con attenzione proviamo ad indagare ed Elisabetta I ne è la figura emblematica. I confini del potere si disegnano in strategie, tattiche, linee orizzontali e verticali: una partita a scacchi immaginata dagli uomini giocata da una donna. Così tutto cambia, i contorni assumono colori imprevisti, il rapporto con il potere vive di continui conflitti, le tensioni sono stridenti, le soluzioni impreviste. Il potere è come una macchina infernale pronta sempre a prendere il sopravvento…
Domenica 30 ottobre Pulp-Ami. Uno spettacolo scritto e diretto da Dario Aggioli, interpretato da Alessandra Della Guardia. Progetto grafico Dario Pelliccia.
L’attrice si lamenta perché il testo è difficile e non è completo. Il personaggio interpretato da lei si lamenta del carattere dell’attrice e del fatto che l’autore lo ha lasciato incompleto. Per l’amore non totalmente corrisposto verso l’attrice, l’autore non ha terminato il suo lavoro, rendendo il testo crudo e vero come l’amore, ma inconsistente e tutto poco palpabile…
Domenica 6 novembre ultimo appuntamento della rassegna con Domani i giornali non usciranno di Veronica Raimo. Con Alessandra Chieli; regia Emilio Barone e Massimiliano Ferrari; musiche originali Toni Virgillito; visuals Elisabeth Mladenov; costumi Alice Pacciarini; progetto grafico Caterina Lofferdo; foto di scena Alessandro Gallo. Una coproduzione Compagnia Barone Chieli Ferrari | Teatro Studio Uno
Breve dramma per aeroporti. Una donna ha appena perso la coincidenza per il suo volo e non sa quando potrà imbarcarsi sul prossimo. Sono mesi che si sta preparando a questa partenza: vuole essere perfetta per raggiungere l’uomo che la sta aspettando. Si troverà di fronte a elefanti nella stanza, gatti di Schrödinger, astinenza da nicotina e ai migliori dubbi della sua vita. Nell’infinito tempo dell’attesa avrà finalmente modo di perdere tutto ciò che l’ha portata lì, a cominciare dalla sua perfezione.
NOTE DI REGIA. La messa in scena prevede la presenza di una sola attrice. Uno spazio spoglio, privo di qualsiasi connotazione temporale o geografica, accoglie il suo monologo. Ci troviamo in un non-luogo in cui un discorso interiore frammentario e discontinuo viene continuamente interrotto da altre voci, presenti e passate, concrete e metaforiche.Il suono, la musica e le immagini si mescolano alle voci in una partitura straniante. La recitazione, dai toni naturali e concreti, si appoggia su un lavoro di ricerca sul ritmo e la sospensione temporale, sulla sintesi e la sottrazione.
Come spiega la direttrice artistica Veronica Olmi: “Nuove Varianti: sei titoli e sei domeniche mattina. Una variante rispetto all’usuale orario serale: una mattinata teatrale, a colazione, un modo bello per iniziare la giornata.
6 titoli, 6 spettacoli, 1 debutto: tra storie passate e riflessioni sul presente, sei spettacoli che raccontano storie vere e storie inventate, in cui le donne, gli uomini, le relazioni tra di loro e con il mondo intorno sono messe al centro di una narrazione; il potere, la solitudine, l’abbandono, lo spaesamento, la rabbia, la paura, ma anche il divertimento di scavare nel passato e ritrovare nella storia e nei linguaggi, e in autori andati, corsi e ricorsi che già sono stati affrontati e superati; è facile cogliere continuamente rimandi ad un presente, nostro, contemporaneo e quotidiano.
6 appuntamenti mattutini in un luogo che è già di per sé una variante: una Villa. All’interno e contemporaneamente fuori la città. Nuove Varianti segue Anticorpi (la rassegna andata in scena con grande successo la scorsa primavera), perché è vero che gli anticorpi non saranno mai sufficienti, ma le varianti con cui dobbiamo continuamente confrontarci sono potenzialmente infinite. E meno male.”
Teatro Villa Pamphilj
largo 3 giugno 1849 | 00164 Roma
(ingresso Via di San Pancrazio 10 – P.zza S. Pancrazio 9/a)
Orari segreteria: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18
tel 06 5814176 –
Fonte: Teatro Villa Pamhilj