“Le avventure di Pinocchio”, una delle favole più amate di tutti i tempi che ha fatto la fortuna del suo autore, il giornalista italiano Carlo Collodi, non solo è uno dei racconti più amati da tutte le generazioni, ma è anche stato interpretato e rivisitato numerose volte.
A teatro, al cinema e in televisione, sia come film che come cartone animato, Pinocchio è stato rappresentato in tutte le salse, per quel suo carattere gioioso e allo stesso tempo malinconico che da sempre affascina i bambini di tutto il mondo.
E negli ultimi tempi, la storia del famoso burattino di Collodi è approdata anche al musical, destando lo stupore di molti che, grazie ai suoi incredibili effetti speciali, lo hanno associato alle produzioni di Broadway.
Dal 4 al 21 maggio 2010, “Pinocchio. Il Grande Musical” è passato sulle scene di uno dei teatri più prestigiosi di Roma, il Sistina, che da tempio per eccellenza della commedia musicale italiana, gli ha riservato un’accoglienza speciale.
Lo spettacolo non a caso vanta la firma della Compagnia della Rancia e la regia di Saverio Marconi, geni indiscussi di questo genere teatrale.
Per non parlare del protagonista, Manuel Frattini, grande interprete italiano di musical, che ha saputo regalare al suo Pinocchio la sua giusta personalità: dolce e allegra, scanzonata e birichina, impertinente e malinconica.
Dal 2003, primo anno di rappresentazione del musical, lo spettacolo ha girato non solo tutta l’Italia ma è sbarcato anche in Corea, ammaliando i suoi spettatori con l’incantevole fiaba di Pinocchio addolcita dalle melodie firmate dal celebre gruppo musicale italiano dei Pooh.
Dodi Battaglia, Red Canzian e Roby Facchinetti sono, infatti, gli artefici della produzione musicale. Fin dalle prime note di apertura, è facilmente riconoscibile lo stile innato del gruppo che ha mosso i primi piedi nel mondo della musica negli anni 60.
Il cd contenente i brani dello spettacolo uscì nel 2002. L’intento dei Pooh era quello di proporre un mix tra i modelli tipici della band e quelli più adatti ad un musical. Il risultato? Qualcosa dal sapore tradizionale (come ha sottolineato più volte Red Canzian) che tolto dal contesto del musical riesce ad avere comunque vita propria.
Melodie soft e brani più scatenati si alternano, e il ritmo dello spettacolo procede in maniera fluida senza annoiare un attimo. Da Il Paese dei Balocchi – il primo brano che uscì in fase di promozione pubblicitaria – a Un vero amico, da Voglio andare via a Figli, ognuno di essi ha contribuito a fare la fortuna del musical, entusiasmando e a tratti commovendo.
Le scenografie spettacolari, i grandiosi effetti speciali, i coloratissimi costumi, hanno reso Pinocchio la “più grande produzione italiana di sempre”, come è stato definito dalla critica.
Un kolossal che sorprende, trascinandoci nella magia della favola del burattino di legno più simpatico della storia e nelle sue vicende alle prese con il Gatto e la Volpe, il suo amico Lucignolo, il povero Geppetto, Mangiafuoco, ma sempre accompagnato dal Grillo Parlante e guidato dalle buone intenzioni della Fata Turchina.
Di spunti di riflessione questa favola ne ha da vendere. E nel musical non sono mancati momenti di maggior coinvolgimento nel quale ci si è soffermati sul rapporto tra padre e figlio, sul valore dell’amicizia e sui tradimenti affettivi.
Divertimento e commozione: questi i capisaldi della storia di Pinocchio che nel musical di Marconi vengono rispettati alla perfezione e che, per questo, è l’ideale anche per i più piccini.